MAX PAYNE: Che sonno!


Cosa si poteva fare con i milioni di dollari spesi per portare al cinema Max Payne? Tantissimo. Forse si potevano investire nella ricerca, oppure donare all'Unicef, ci si poteva costruire un bel ospedale e dulcis in fundo se al già consistente gruzzolo si fosse aggiunta la cifra spesa per finanziare i vari Epic movie, Disaster movie, Treciento e compagnia cantando, forse si sarebbe risollevata la famosa "crisi". Invece no, i produttori e la 20th Century Fox in testa hanno deciso di creare una nuova, imbattibile, inattaccabile, rivoluzionaria ed infallibile cura per l'insonnia. Si auspica una tempestiva uscita in dvd per poter godere degli effetti benefici di Max Payne direttamente nel comodo salotto di casa, per potersi liberamente abbandonare tra le braccia di Morfeo e risolvere così un problema cronico che riguarda milioni di persone. Max Payne non è un horror perchè è troppo estetizzato e freddo, laccato e privo di nerbo per esserlo, non è un action perchè l'azione latita in modo ostinato e colpevole e non è un giallo perchè della trama non frega francamente niente a nessuno, prima tra tutti allo sceneggiatore, al regista e agli attori tutti. Poi c'è Mark Wahlberg che compie il miracolo di non aggiungere nessuna espressione nuova al suo repertorio, guarda la macchina da presa perennemente ingrugnito, è sofferenza direte voi (al personaggio hanno ammazzato moglie e figlia), invece no assomiglia più a costipazione. Insomma le pecche di Max Payne non sono tragiche, in realtà le si può riscontrare nel 95% degli horror in circolazione, il problema vero è la mancanza di onestà, questo presentarsi come prodotto spaccatutto e poi in realtà essere un baraccone con tanto fumo e pochissimo arrosto alla fine non paga, anzi fa sorgere nello spettatore un sentimento che puzza di presa in giro. Ovviamente da questo discorso sono esclusi tutti coloro che stanchi e spossati dai frenetici ritmi che la vita moderna ci impone, si sono recati in sala per schiacciare un pisolino. Forget it.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Non saprei proprio...

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Papà ho sonno andiamo?, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Figo adesso subito a casa a giocare, 7
Se avete da 20 a 30 anni: Anche a te è venuta sonnolenza?, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Ci ho dovuto portare mio figlio, 5
Se avete da 40 anni in su: Non scherziamo please, 3

MAX PAYNE (Usa 2008)
Regia di John Moore
Con Mark Walhberg, Chris O'Donnell

Trailer italiano di Max Payne
http://www.youtube.com/watch?v=JOFFb7puQ8U
Trailer originale di Max payne
http://www.youtube.com/watch?v=qIwcYNxA97E

ORA O MAI PIU': Nulla come prima


Genova è una ferita aperta e sanguinante che non può e non riesce a cicatrizzare. Il G8 è a tutti gli effetti uno degli avvenimenti più bui della storia recente del nostro paese, fa piacere che il cinema se ne occupi e non solo mettendo in scena il solito documentario, ma dedicandogli una storia di fiction che ha nerbo e sostanza da vendere. Bel cinema italiano di denuncia quindi, ma non solo, anche buon cinema di formazione, la stessa formazione che porterà David, diligente studente di fisica all'ultimo anno della Normale di Pisa, a scoprire cosa conta veramente e soprattutto a capire che certi "errori" si possono commettere solo da giovani...ora o mai più. Amore, occupazione, protesta, sesso, impegno e provocazione, tutto fa parte del normale corollario di crescita e tutto è più o meno rappresentato come un gioco semiserio, come una intramontabile e scherzosa utopia, propria di tutti i giovani. Poi il film svolta e alle proteste goliardiche e alle provocazoni guascone, contrappone le manganellate e le torture del carcere di Bolzaneto, la morte di Carlo Giuliani e le cariche della polizia...L'abbraccio di un padre comprensivo mette fine all'orrore e l'amore strappato sul bordo di una piscina sembra promessa di un futuro senza più punti interrogativi, ma dietro alla porta del nostro domani ci siamo solo noi, pronti a guardarci indietro e a interrogarci su ciò che vogliamo davvero, la giovinezza finisce e la vita ci investe, il mondo cambia e noi con lui, non più gli stessi ma simili a quello che forse un giorno saremo, summa di errori, fucina di dubbi, la porta è aperta il domani è là fuori, gli amici come i ricordi corrono al nostro fianco...ora è il momento, ora o mai più, forse per alcuni mai più.

IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Tutta la parte che riguarda il carcere di Bolzaneto, don't forget.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Vi romperete le scatole, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Vi esalterà come facoceri, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Vi verrà voglia di invadere Arcore, 10
Se avete da 30 a 40 anni: Vi lascerà tanto amaro i bocca, 8
Se avete da 40 anni in su: Vi piacerà certamente tanto, 8

Ora o mai più
(Italia)
Regia di Lucio Pellegrini
Con Jacopo Bonvicini, Violante Placido, Edoardo Gabbriellini

Scena tratta da Ora o mia più

CLASSE MISTA 3°A: Ritorno al passato


Ebbene sì, avete letto bene, Classe mista 3°a. Come ho già avuto modo di dire altrove l'appassionato di cinema guarda tutto quello che gli capita sotto gli occhi, così come l'appassionato di calcio ama vedere la finale dei mondiali oppure la classica partitella scapoli contro ammogliati. Ciò non toglie che il cinefilo abbia gusti ben precisi, passioni e guilty pleasures, ma questo non cambia la realtà dei fatti, ogni film è un appuntamento imprescindibile ed irrinunciabile, quindi Classe mista 3°a. Avevo visto questo film quando uscì e l'avevo bollato come una vaccata, ho però voluto riguardarlo 12 anni dopo (è del 1996) per rendermi conto di un fenomeno che investe ormai da tempo l'Italia: il moccismo (schiere di adolescenti e non in delirio per Federico Moccia). Ho pensato quindi che poteva essere interessante partire da qui dal film da lui diretto e scritto, per capire l'uomo dietro il mito. Il film ha in nuce tutte le tematiche che si svilupperanno poi ben più ampiamente negli ormai celeberrimi scritti del nostro, quello che risulta invece essere un valore aggiunto è lo spirito di quegli anni che non ricorda o non vuole più ricordare nessuno. Gli ani 90, è un fatto, non li considera mai nessuno, tutti a glorificare gli anni 80 e manco un cane che si fumi i 90, che invece sarebbero da riscoprire, Classe mista 3°a riporta intatta quell'atmosfera, ovvio che la trama è banale e prevedibile ma se alla solita zuppa aggiungete un professore inguaribile romantico, uno studente contestatore, un triangolo amoroso sui generis e un professore pedofilo, state tranquilli che la pietanza si fa decisamente più saporita, se poi dulcis in fundo alcune battute sono entrate di diritto nell'Olimpo degli aforismi (dimmi l'Infinito di Leopardi...leopardare) allora bisogna cercare di non fare tanto gli schizinosi e gutarsi questo viaggio nel tempo, verso uno ieri che non esiste più e che si fa sempre più fumoso giorno dopo giorno. Moccia dal canto suo si dimostra ottimo osservatore e cronista delle logiche che sottendono l'universo adolescenziale, non possiamo fare altro che dargliene atto. Per appassionati antropologi senza puzza sotto il naso e con tanto senso dell'umorismo.

IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Il confronto in cortile tra il professore innamorato di Leopardi e un suo studente con probemi di cuore...le donne bisogna farle ridere o farle piangere. Toccante.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Dai 12 anni in su vi toccherà il cuore, 7
Se avete da 13 a 20 anni: Vi piacerà e vi ritroverete rappresentati, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Vi strapperà un paio di risate, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Vi lascerà indifferenti, 5
Se avete da 40 anni in su: Ma non c'è Santoro questa sera?, 3



Classe mista 3°a (Italia 1996)
Regia di Federico Moccia
Con Leonardo Ruta, Eleonora D'Urso, Alessio Federici, Paolo Bonolis.

Scena tratta da Classe mista 3°a
http://www.youtube.com/watch?v=C6z44tyG2-Y

PRANZO DI FERRAGOSTO: Una commedia italiana


Spesso mi lamento del cinema italiano e di come negli anni sia finito a raccontare sempre più la vita dei miei vicini di casa, con i loro amori, le loro insicurezze, le loro speranze, passioni, delusioni e manie, perdendo però di vista la vecchia lezione della commedia italiana che tra una risata di pancia e una a denti stretti raccontava il notro paese con i suoi vizi e le sue virtù. Sperduti nel dedalo dei tanti Muccino, Ozpetek e Moccia, ci siamo fatti travolgere da una girandola di problemi effimeri e banali che hanno come tema conduttore la FELICITA', per carità la ricerca di questa è importante ma forse ci dimentichiamo spesso che i problemi veri che affliggono l'Italia sono altri. Per fortuna ogni tanto qualche autore si fa largo e tra botte e spintoni mette in tavola un problema reale, se poi riesce a farlo col sorriso sulle labbra tanto di guadagnato. Arriva quindi a proposito Pranzo di ferragosto piccolo film che con la leggerezza di un battito d'ali e la schiettezza di un buon bicchiere di vino parla del problema dei nostri anziani. I nostri vecchi, con le loro manie e le loro esigenze, il loro non rassegnarsi ad essere vecchi e la loro voglia di lottare per far sentire una voce che nessuno vuole più ascoltare. Così in un cocente ferragosto il gentile Gianni si trova in una Roma marziana e abbandonata la casa occupata da alcune gentili signore lasciategli in deposito da premurosi figli che hanno però di meglio da fare. La storia è tutta qui, piccola e poco chiassosa eppure quello che colpisce è il non detto, tutto quello che viene solo accennato, solo suggerito, Pranzo di ferragosto non parla della spasmodica ricerca della FELICITA' ma di come a volte basta poco per essere felici. Non ci sono amori tormentati, ne intelettualismi da bancarella, ci sono solo loro, i nostri anziani, che non chiedono altro che essere lasciati in pace, liberi di scegliere come passare il tempo, in compagnia di chi, cosa mangiare ed eventualmente dove morire, finalmente liberi di non sentirsi vecchi ma solo uomini e donne.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
I tentativi di Gianni di destreggiarsi tra i desideri e le esigenze delle sue ospiti sono francamente divertentissimi.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Che palle, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Che gran palle, 3
Se avete da 20 a 30 anni: Però carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Bello intenso fa riflettere, 8
Se avete da 40 anni in su: Vi piacerà e vi commuoverà, 9



Pranzo di ferragosto (Italia 2008)
Regia di Gianni Di Gregorio
Con Gianni Di Gregorio, Valeria De Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Calizia, Grazia Cesarini Sforza,

Trailer di Pranzo di ferragosto
http://www.youtube.com/watch?v=3AkosFliKG8

FRONTIERE(S): Ci vuole molto pelo sullo stomaco


Frontiere(s) non è un film per tutti, anzi forse è un film per pochi, tanto è permeato di violenza in ogni singola inquadratura. Difficile guardarlo fino in fondo eppure non se ne può fare a meno, ti cattura dalla prima immagine e ti tiene stretto fino alla fine quando tu spettatore non puoi fare altro che arrenderti come la protagonista. Pare che il cinema horror non sia più capace di tornare indietro, ormai la china presa col torture porn (termine che indica i film alla Hostel tanto per capirci) ha segnato un punto di non ritorno e il cinema di genere ci si è abbandonato completamente. Non credo che si tratti solo di moda e di marketing, forse sta succedendo qualcosa. Il cinema di genere è la cartina al tornasole della società in cui viviamo e forse questi film intrisi di una violenza malsana e aberrante ne sono lo specchio. Tortura, mutilazione, nazismo, cannibalismo, sangue a vagoni e seghe circolari, questi sono gli elementi che compongono Frontiere(s) che comunque è un film da vedere più che da raccontare. La discesa agli inferi dei protagonisti è la metafora del mondo sul continuo baratro della rivoluzione e della repressione rappresentato nell'incipit, non c'è scampo alla violenza essa è tutta intorno a noi e l'unica cosa che possiamo fare è subirla e perire o abbracciarla con ferina determinazione. In un mondo come questo non esistono più frontiere da attraversare, ormai il problema è troppo diffuso e la fuga non è una soluzione, l'odio e la tortura ci seguiranno perchè sono tutto intorno a noi e non c'è modo di lasciarseli alle spalle. Fa quindi riflettere un messaggio tanto pessimista e fa pensare che come teorizzava il buon Matieu Kassovitz nel suo capolavoro d'esordio, L'odio, questa sia una società in caduta libera verso il baratro: fin qui tutto bene, il problema non è la caduta, ma l'atterraggio...Frontiere(s) è qui a dirci che quando quell'atterraggio ci sarà ci faremo male, molto male.
P.S. Assolutamente vietato agli impressionabili e ai minori di 18 anni. Vi assicuro che vedere questo film è un'esperienza davvero sgradevole e malsana.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Difficile scegliere, ma se proprio devo, il finale con quelle braccia alzate in segno di resa è davvero notevole, ricco di sottotesti e di sottintesi.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Assolutamente da non vedere, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Bello vedere le cose estreme e proibite, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Vi darà qualche incubo ma vi piacerà, 8
Se avete da 30 a 40 anni: Vi turberà profondamente, 8
Se avete da 40 anni in su: AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH, 1



Frontiere(s) (Francia/Svizzera 2007)
Regia di Xavier Gens
Con Karina Testa, Aurélien Wiik

Il trailer originale di Frontiere(s)
http://www.youtube.com/watch?v=5DvsrHizZA0
Il trailer italiano di Frontiere(s)
http://www.youtube.com/watch?v=QMYTSUC8ENA

LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA: Prezioso


Benvenuti nel mondo di Lars, che ovviamente è anche il nostro, eppure non è il nostro fino in fondo ma è qualcosa di diverso, di incomprensibile, insomma è il mondo di Lars. Bello questo piccolo film, bello e prezioso, carico di di tutto ciò che serve per farsi ricordare e per lasciare qualcosa di concreto nel fortunato spettatore che lo trova sul suo cammino. Vale la pena di raccontare la trama in due parole: il timido Lars incapace di costruire un legame affettivo con chiunque decide di ordinare con internet una bambola e di considerarla a tutti gli effetti la sua fidanzata, colmando così il vuoto nella sua vita, la città, gli amici e la famiglia si stringe attorno a lui stando al gioco. Se la trama di questo film vi sembra ridicola e divertente, vi state sbagliando di grosso perchè era da tempo che tra le mie grinfie di cinefilo non capitava qualcosa di tanto toccante e profondamente triste. Il miracolo compiuto dal timido Lars è quello di farci dimenticare che Bianca (la bambola) sia finta, attraverso i suoi occhi e le sue premure infatti Bianca diventa uno dei protagonisti del film, capace di avere freddo, di ammalarsi e perfino di morire. Bianca è l'epifania di un essere umano, il vuoto incolmabile finalmente colmato, la donna, la moglie e l'amante, pur non essendo niente di tutto questo. Forse Bianca è quello che manca a ogni essere umano per sentirsi di nuovo vivo, di nuovo reale in un mondo di automi schiacciati dalla vita e dalla responsabilità, di manichini umani che soffrono e cercano disperatamente la loro felicità, forse quello che ci vuole è un manichino vero per far apprezzare a tutti quell'umanità dimenticata, quel sorriso smarrito. Bello, bello, bello, bellisssimo film. Prezioso.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale, il funerale di Bianca è triste come quello di chiunque altro, pazzesco.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Vi romperete le scatole, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Ma non doveva far ridere?, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Vi incuriosirà, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Vi piacerà tanto e vi commuoverà, 8
Se avete da 40 anni in su: Lo vedrete volentieri, 7



Lars e una ragazza tutta sua (Lars and the real girl,Usa 2007)
Regia diCraig Gillespie
ConRyan Gosling, Patricia Clarkson

Trailer originale di Lars e una ragazza tutta sua http://www.youtube.com/watch?v=I1XxILVnt1w
Trailer italiano di Lars e una ragazza tutta sua
http://www.youtube.com/watch?v=6ptFmFHxuLE

FRED CLAUS: Adoro il Natale


Adoro il Natale, lo confesso. Non solo, adoro i film sul Natale. Non posso farne a meno è più forte di me, anche il film più sbarellato del mondo, se parla del Natale allora io lo devo vedere e ci sono ottime probabilità che mi piaccia e mi commuova pure. Per capirci, mia figlia guarda un cartone chiamato Manny l'aggiustatutto, bè quando ho visto la puntata natalizia di Manny, mi sono ritrovato a singhiozzare come un bambino....questo per farvi capire. Detto ciò veniamo al nostro Fred Claus, un film che sicuramente non propone nuove interpretazioni della figura del vecchio vestito di rosso, ma con onestà fa il suo sporco lavoro fino in fondo e parla di spirito natalizio, di famiglia e di amore. La storia del piccolo Fred fratello cresciuto all'ombra del ben più ingombrante Nicolas è semplice e telefonata ma non manca di sequenze riuscite, ottime interpretazioni e di tutti quei piccoli elementi di contorno che fanno grande ogni pellicola che si occupa della festa più amata al mondo. L'ambientazione al Polo Nord, gli elfi, il cattivo non così cattivo, le renne, la slitta e la distribuzione dei regali ad un sacco di bambini con tanto di sottofondo musicale affidato a Silent night... oh al diavolo, io mi sono commosso come un pupetto iniziando a piangere una mezzoretta prima della fine e smettendo solo sui titoli di coda. Forse un giorno parlerò con uno specialista di questo mio disturbo ma intanto voi guardate Fred Claus, fatelo per tornare bambini, per emozionarvi con la storia più vecchia del mondo, per cantare qualche vecchia canzone e per prepararvi al Natale, la festa che tutti aspettano e che tutti amano. Diffidate di chi vi dice di odiare il Natale, sta mentendo sapendo di mentire, che col tempo sia diventata troppo consumistica sicuramente è vero, ma il Natale è dentro di noi forse qualcuno lo ha dimenticato ma a volte basta saper ascoltare. Oh Oh Oh.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La consegna finale dei regali, adrenalina, emozione e lacrime, bella.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Evviva il Natale, 10
Se avete da 13 a 20 anni: Voi siete grandi per queste sciocchezze, 3
Se avete da 20 a 30 anni: Divertente ma troppo inverosimile, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Quando si potevano mangiare anche le fragole, 8
Se avete da 40 anni in su: Vi commuoverà, 7

FRED CLAUS (Usa 2007)
Regia di David Dobkin
Con Vince Vaughn, Paul Giamatti.

Trailer originale di Fred Claus

COSA FARE A DENVER QUANDO SEI MORTO: Piccolo masterpiece personale



Mi è capitato recentemente di rivedere questo film...che bello. Ricordo che lo vidi al cinema, mi aveva conquistato allora e con piacere devo constatare che il tempo non gli ha tolto nulla, anzi lo ha fatto decantare, lasciando sedimentare la poesia di cui è intriso. La storia di Jimmy il Santo e soci arrivò fuori tempo massimo a raccogliere quello che Tarantino aveva seminato e altri avevano raccolto, ma non bisogna fare confusione, non farsi distrarre dalla presenza dei dialoghi ad effetto e dalle situazioni pulp, qui si parla di vita e di morte, di lealtà e di amicizia, di amore e rispetto. Cosa fare a Denver quando sei morto si dipana lentamente, con estrema cautela, affastellando sequenze mai banali e a tratti anche sgradevoli, inizia con una molestia sessuale ai danni di una ragazzina nel cortile di una scuola, prosegue con una notte di tragedia in cui viene compiuto uno sbaglio fatale e si avvia alla conclusione scandendo con regolarità matematica la morte dei protagonisti, uno dopo l'altro. Il tutto è inframmezzato da discorsi a ruota libera registrati davanti ad una telecamera da malati terminali, dal desiderio di maternità di una prostituta drogata, dalla dolente camminata del killer Steve Bushemi, dallo sguardo pieno di dolore di un poetico Cristopher Lloyd, dalla splendida follia di Treat Williams e dai tanti ostinati brindisi dedicati ad un irraggiungibile panfilo, folle desiderio dal sapore di paradiso. Tutto qui e molto di più. Le cose da fare a Denver quando si sa di essere morti possono essere una lista interminabile e spesso non piacevole, possono comprendere l'omicidio o il regalo della felicità alla donna che si ama, chissà forse un figlio e un messaggio videoregistrato che parla di sogni realizzati e desideri infranti, di vita e di morte, di amore e di amicizia, di frullati e di saluti dati col palmo della mano aperta, come si faceva in galera. Bello, semplicemente bello e basta.
Al Panfilo.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'addio di Cristopher Lloyd, poesia pura e grande prova di un grnde attore.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Direi proprio di no, 3
Se avete da 13 a 20 anni: Che lentezza questo montaggio, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Però bello questo film, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Però bellissimo questo film, 8
Se avete da 40 anni in su: Devo chiamare mio figlio, 8



COSA FARE A DENVER QUANDO SEI MORTO (Things to do in Denver when you are dead, Usa 1995)
Regia di Gary Fleder
Con Andy Garcia, Cristopher Lloyd, Cristopher Walken, Treat Williams.

Scena in lingua originale tratta da Things to do in Denver when you are dead http://www.youtube.com/watch?v=Q14jt4dgThY

ANACONDA 3: Nessuna vergogna


Si potrebbero scrivere pagine e pagine su questo film, tanti e tali sono gli spunti per demolirlo, per cercare di descrivere almeno in parte la disfatta totale del buon gusto, l'esecuzione sommaria dell'arte cinematografica, lo scientifico e geometrico genocidio perpetrato ai danni degli spettatori. In vita mia di porcherie ne ho viste ma questa entra di prepotenza nella top five, seconda solo a quel pasticciaccio brutto che porta il nome de Il Bosco 1 (notate che non è mai esistito un 2, ma al di là di ciò le ragioni che portano a identificare come 1 il primo film di un'ipotetica serie, penso che risiedano nei libri di medicina psichiatrica). La storia è un puro pretesto per vedere la più improbabile squadra di mercenari andare a caccia di due anaconda fuggite da un centro ricerche. A capo di questa truppa di gentiluomini (6 in tutto contro 2 serpenti lunghi 20 metri che si nutrono di carne umana) c'è niente meno che David Haselhoff, che smesso il costumino rosso di Baywatch ora cerca di sbarcare il lunario interpretando parti di dubbio gusto in produzioni impresentabili. La cosa bella è che nulla è azzeccato in Anaconda 3, gli effetti speciali (una cgi a dir poco ridicola realizzata con un vic20) sono disastrosi, i buchi di sceneggiatura sono talmente grandi che ogni tanto ci cade dentro un personaggio e sparisce, il cast è agghiacciante e sulla regia è meglio sorvolare. Io me li vedo gli attori a fine giornata che si danno affettuose pacche sulle spalle incitandosi a vicenda, il vecchio Hasselhoff sta lì in un angolo, sorride garbato e fa complimenti a tutti, poi si chiude nel suo camerino, si guarda allo specchio, apre una bottiglia di wisky e piange calde lacrime di dolore e rabbia, borbottando qualcosa sui concetti di dignità e vergogna. Questo disastro quindi bisogna vederlo per rendere omaggio al coraggio di tutti coloro che rinunciano a stare a casa con i nipotini per rimettersi in gioco, per tornare a sentirsi chiamare star, uomini e donne pateticamente barricati dietro ad un'idea di fama che non avrà mai un riscontro nella società civile. Anaconda 3 è un film orrendo ed è molto orgoglioso di esserlo fino in fondo e senza sconti, senza cedere mai alla tentazione di azzeccare un dialogo o un'inquadratura. Che coraggio e che gran merda.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La morte delle comparse è sempre uno spettacolo gradevole, soprattutto se è quanto di più telefonato si sia visto al cinema di recente. Guardare per credere.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Che paura i serpentoni papà, 6
Se avete da 13 a 20 anni: Che fighi sti serpentoni compà, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Che tristi questi serpentoni amore, 5
Se avete da 30 a 40 anni: Che schifezza questi rettili figliolo, 4
Se avete da 40 anni in su: Metti su rai tre che c'è Ballarò tesoro, 8



ANACONDA 3 - LA NUOVA STIRPE (Anaconda 3 - Offspring. Usa 2007)
Regia di Don Faunt Le Roy
Con David Hasselhoff, Crystal Allen

Il trailer originale di Anaconda 3
http://www.youtube.com/watch?v=ZVl5Tp64rew

THE LAST WINTER: Mah!


Premetto che seguirei Ron Pearlman anche in capo al mondo, se il protagonista di Hellboy mi ordinasse di gettarmi tra le fiamme probabilmente non ci penserei nemmeno un attimo e mi lancerei col paracadute all'inferno. Detto questo bisogna purtroppo notare che non tutti i film interpretati dal buon Ron sono imperdibili. Capita quindi che in un sonnacchioso pomeriggio autunnale mi finisca tra le mani The last winter, stranissimo film che ha il grande difetto di non aver deciso fino in fondo che cosa vuole essere. L'alieno oggetto in questione è un pò horror, un bel pò film ecologista, un pochino dramma e soprattutto è un caos senza direzione e scopo. Il riscaldamento globale sta sciogliendo i ghiacci, in Alaska un gruppo di ricercatori e dipendenti di una compagnia petrolifera ne faranno le spese, infatti a causa del disgelo qualcosa di terribile si è liberato... La trama è tutta qui ma il difetto peggiore di questa pellicola piuttosto insulsa è, come detto, la mancanza di una direzione che conduca lo spettatore verso i poco rassicuranti lidi del cinema horror o di contro verso le alte vette della denuncia e dell'invettiva ecologista. Purtropp, come se ciò non bastasse, il film prima di decollare e regalare qualche brivido impiega lunghissimi ed inutili minuti, il risultato è una pellicola confuso, lento, inconcludente e fiacco in cui ad un certo punto (verso la fine) risulta davvero difficile capire ciò che succede. Qualcosa di terribile si è liberato dai ghiacci eterni, dicevo, la noia, una noia mortale che non ti abbandona mai durante tutta la visione. I protagonisti ne faranno le spese, dicevo, come i nostri maroni, martoriati a morte in modo ossessivo, sadico e puntuale, neanche fossimo dentro Hostel.
Ron, ma vaffan...

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale? Bò non saprei, forse, o forse anche no.
VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Cosa vuol dire last winter?, 3
Se avete da 13 a 20 anni: Bello non ho capito un cazzo ma bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Carino un pò lento ma carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bisogna che mi decida a pagare il gas, ...
Se avete da 40 anni in su: E' finito?, 2

THE LAST WINTER (Usa 2006)
Regia di Larry Fessenden
Con Ron Pearlman

Trailer originale di The last winter