MARTYRS: Punto di non ritorno


Si assiste muti ad un'esperienza (chiamarlo film sarebbe davvero riduttivo) come Martyrs. Muti, non perchè sconvolti da ciò che viene mostrato, ma muti in quanto senza parole per descrivere l'altissima potenza teoretica e catartica di quest'opera profondamente intrisa di pazzia, religiosità, dolore ed epifania. Non commettete l'errore di liquidare Martyrs come l'ennesimo torture porn di turno, arrivato buon ultimo dopo 2 Hostel (il secondo meglio del primo), svariati Saw, il già qui recensito Frontier(s). Se esiste un sommo codice di valutazione estetica per l'arte, probabilmente Matyrs ne resta al di fuori, vivendo una vita indipendente in un un'altra dimensione, fatta di luce e sangue, di tenebra e violenza. Difficile trovare le parole davanti a tanto sommo disfacimento, a tale e abbagliante gloria. Chi ha visto questo film faticherà a dimenticare l'amicizia tra le due protaginste, la donna magrissima piena di tagli che lacera carne e tessuti come una furia, la strage, Mademoiselle e gli occhi, quegli occhi di chi sa, di chi ha visto. Non di certo un film per tutti, ma un film che prima o poi tutti dovrebbero vedere, intriso com'è di profonda, cieca, ottusa, merevigliosa religiosità. Tutti siamo vittime ormai, non ci sono più martiri, il dolore è la via, il sangue la indica, il corpo è il mezzo. Opera altissima, esperienza degradante, zenit e nadir dell'anima di un genere che ha bisogno di reinventarsi, di ripartire da zero. Il genere umano.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Sicuramente il finale... quegli occhi.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Assolutamente no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Solo dopo i 18 anni, 5
Se avete da 20 a 30 anni:
..., 5
Se avete da 30 a 40 anni: ...
, 9
Se avete da 40 anni in su:
..., 8


Martyrs (Francia/Canada 2008)
Regia di Pascal Laugier
Con Mylène Jampanoi, Morjana El Alaoui

Trailer originale di Martyrs

THE INTERNATIONAL: The usual soup


La stessa zuppa. Cambia la confezione che si arricchisce di colori più sgargianti, gli ingredienti sono lievemente differenti e magari invece delle carote ci sono le fave, perfino il nome compie una metamorfosi e viene tirata in ballo la lingua anglosassone, ma purtroppo stringi stringi il risultato non cambia. Così dopo averlo consumato tutto in un sol boccone, questo The international risulta essere quantomeno dimenticabile, ascrivibile com'è nella lunga e penosa lista delle pellicole destinate all'oblio. Eppure i presupposti ci sarebbero pure, ma alla fine lo spettatore resta con la testa piena zeppa di spunti non sviluppati, che inutilmente girano a vuoto. La banca brutta e cattiva, il mercato delle armi e della guerra, gli omicidi politici, tanta la carne al fuoco, forse troppa e la sommaria noncuranza con cui vengono affrontati certi temi ha dell'imbarazzante. Impossibile pensare di poter risolvere le piaghe bibliche proposte dal film a colpi di pistola, impossibile pensare che qualcuno ancora lo creda possibile e in ultimo ancora più impossibile pensare che il pubblico se la beva serenamente. Visto poi che il protagonista non è Chuck Norris ne tanto meno Steven Segal, il gioco non regge e lo spettatore smaliziato, dopo anni e anni di film dietro le spalle, immancabilmente risolve il suo disappunto con il classico gesto dell'ombrello. Peccato, un minimo di pepe in più avrebbe giovato, donando al tutto un sapore diverso. Lasciate perdere.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'inizio, quando ancora pensi che assisterai ad un bel film.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Che palle..., 4
Se avete da 13 a 20 anni:
Belloooo, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 6,5
Se avete da 30 a 40 anni:
Dimenticabile
, 6
Se avete da 40 anni in su:
The int..che?, 5

The international (Usa 2008)
Regia di Tom Tykwer
Con Clive Owen, Naomi Watts

Trailer originale di The international
Trailer italiano di The international

PONYO SULLA SCOGLIERA: Poesia animata


Personalmente avevo dimenticato la calda sensazione regalata dall'animazione disegnata, emozione decisamente in antitesi col guazzabuglio digitale che affolla ultimamente gli schermi. Capiamoci, i tempi cambiano e non sono di quei bacchettomi nostalgici che si percuotono il petto piagnucolando frasi zeppe di rimpianto per l'animazione tradizionale, ma devo ammettere che aprire gli occhi sul mondo di Ponyo è come minimo stupefacente. Pomeriggio, ore 16:25, una multisala di una grande città, io e la mia bambina, un amico con sua figlia, cast perfetto per un pomeriggio perfetto. Nella sala, insieme a noi anche una mamma con il figlioletto, silenzio, trailers, buio, si comincia. Vedere Ponyo sulla scogliera significa abbandonarsi ad un sogno, una poetica visione senza tempo ne spazio, un'utopia palpitante e segreta, uno scrigno prezioso finalmente dischiuso a svelare meraviglie nascoste e dimenticate. Spiegarvi e raccontarvi le emozioni che mi ha regalato sarebbe come tentare di spiegarvi la gioia, la felicità, la purezza, la bellezza...un mero esercizio di stile fine a se stesso, incapace di descriverle pienamente . Poco importa se quegli scellerati gestori della sala hanno deciso di fare un intervallo di 10 minuti, poco importa se ho dovuto vedere gli ultimi 20 minuti di film, rincorrendo su e giù per le scale mia figlia, che non ne poteva più di restare seduta, poco importa se gli ultimissimi 5 minuti li ho visti in prima fila, unico modo per calmarla e farla di nuovo rapire dallo schermo, alla fine sono uscito commosso e felice, come da molto non mi capitava, Evviva Ponyo, pesciolina che sogna di essere umana, evviva noi appassionati di cinema, uomini che sognano... e basta.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Ponyo che cavalca le onde di un mare in tempesta... inarrivabile.

VOTO 
Se avete da 00 a 13 anni:
 Bellissimo, 9 
Se avete da 13 a 20 anni:
 Dove sono gli animaletti buffi?, 4 
Se avete da 20 a 30 anni:
 Il digitale però..., 5 
Se avete da 30 a 40 anni: 
Bellissimo, 9 
Se avete da 40 anni in su:
 Poetico, 9

Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo, Giappone 2008)
Regia di Hayao Miyazaki

Trailer italiano di Ponyo sulla scogliera
Trailer originale di Ponyo sulla scogliera

GRAN TORINO: Gran Film


Che film! Che grande, grandissimo film! Quando si emerge dalla visione di questo capolavoro, per qualche minuto si resta muti, attoniti, sordi agli stimoli del mondo civilizzato, poi la voglia di condividere quello che si ha appena visto diventa incontenibile. Verrebbe voglia di fermare i passanti per strada per raccontare loro la bellissima parabola di Gran Torino, per guardarli negli occhi mentre la meraviglia si fa largo nelle loro menti e mentre a fior di labbra giurano che si precipiteranno al cinema per vedere di persona quella meraviglia. Pochi film sono in grado di attivare questo meccanismo, pochi memorabili film, l'ultima fatica di quel vecchio leone di Clint Eastwood ha molti motivi per essere memorabile. Gran Torino racconta l'America, quell'America vecchia, bigotta, xenofoba, bastarda, razzista e chiusa in se stessa, una nazione che si è sporcata le mani, che non ha paura a rimboccarsi le maniche, che sa molto della morte e poco della vita. L'America dimenticata e abbandonata dai suoi figli, disprezzata dai suoi nipoti, lasciata sola a marcire sotto un portico a bere birra. Gran Torino racconta tutto questo e molto di più, racconta la speranza, la caparbietà, la capacità di capire e di cambiare. L'America raccontata dal corpo vecchio e martoriato di Clint è una nazione stanca, incredula, capace di accettare il diverso come unica speranza per sentirsi ancora viva, l'America ritratta in Gran Torino è incapace di perdonarsi ma capacissima di cambiare rotta, abbandonando l'odio e la vendetta, abbracciando la morte per liberarre la vita. Tutto questo e tutti noi, attraverso le rughe, il ghigno e lo sguardo di selce di un grandissimo attore ed immenso regista. Grande, grandissimo film!

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale, impossibile trattenere le lacrime.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Direi di no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Dopo i 14 anni, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 8
Se avete da 30 a 40 anni:
Bellissimo, 9
Se avete da 40 anni in su:
Straziante, 9

Gran Torino (Usa 2008) Regia di Clint Eastwood Con Clint Eastwood

Trailer italiano di Gran Torino
http://www.youtube.com/watch?v=nA0V1YDk3Ws
Trailer originale di Gran Torino
http://www.youtube.com/watch?v=J9dy5yCUxOg

NEMICO PUBBLICO N°1: La solita storia


Corretto compito a casa quello svolto dal cinema francese, senza sbavature e con zampate d'autore a macchia di leopardo, mentre il buon Cassel ce la mette proprio tutta per farci apprezzare il suo talento. Non diverso da altri prodotti dalle simili intenzioni, Nemico Pubblico n°1, attrae ma non convince, graffia ma non lascia il segno. Difficile parlarne male, si tratta come detto di un film impeccabile, ma ancora più difficile parlarne bene, diviso com'è tra quello che mostra e quello che avrebbe voluto mostrare, tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. Penalizzato dal fatto che questo è solo il primo capitolo di una vicenda che speriamo presto vedrà la sua conclusione, lascia lo spettatore sospeso in un limbo asettico e attonito. Terminata la visione, non resta che scrollare le spalle, domandandosi se ciò che si è appena visto meritava davvero la nostra considerazione. Menzione d'onore per Vincent Cassel e Gerard Depardieu, l'uno perennemente impegnato a farsi ricordare come attore e non come signor Bellucci, l'altro talmente condannato a dilatarsi all'infinito, da essere ormai considerato come un attore grande piuttosto che un grande attore. Insomma cinema di genere francese, scintillante ed attraente, fatto di tanto, tantissimo fumo, ma di poco, pochissimo arrosto. Certo che in Italia, film così continuiamo a sognarceli.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'evasione.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Direi di no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Dopo i 14 anni, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Non male, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Non male, 6
Se avete da 40 anni in su:
Non male, 6

Nemico pubblico n°1 (L'istinct de mort, Francia/Canada 2008)
Regia di Jean-Francois Richet
Con Vincent Cassel, Gerard Depardieu

Trailer italiano di Nemico pubblico n°1
http://www.youtube.com/watch?v=7vVVscPvKug
Trailer originale di Nemico pubblico n°1
http://www.youtube.com/watch?v=2FIx161gnH0

TWILIGHT: Sorpresa...


Dopo la puzza e dopo tutti quanti, finalmente posso dire di aver visto Twilight. Sorpresa, si tratta di un bel film. Il motivo per cui non lo avevo visto è molto semplice, in primis il non aver letto il libro da cui è tratto ha giocato un ruolo fondamentale e in secondo luogo avevo la certezza di trovarmi al cospetto di una vaccata, buona per imbarbagliare qualche teenager decerebrato. Chiedo venia e mi cospargo il capo di cenere, quello che avevo liquidato come un filmetto di poco conto, si è rivelata essere una pellicola interessante e sicuramente non banale. L'idea di una storia d'amore tra un vampiro e un'umana è di per se interessante, se poi ci aggiungiamo alcuni gustosi dettagli, come l'adolescenza, le difficoltà nel conoscere le rispettive famiglie e una componente sessuale piuttosto insistita, il tutto vola alto nei cieli del sereno intrattenimento. Non stracciamoci le vesti per carità, si tratta di un film onesto e ben fatto, nulla più, ma è proprio la sua onestà, il suo pregio più grande. Twilight non gioca sporco, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, cala le sue carte fin da subito e da lì parte per sviluppare una trama piena di spunti ed ottimi personaggi. Il film non si gioca dunque sulla scoperta dell'esistenza dei vampiri, ma sulle conseguenze e sulle regole che possono sottendere una convivenza, un amore. Intrigante ed affascinante, ben girato e coinvolgente, profondo quanto basta e stuzzicante al punto giusto, Twilight lascia lo spettatore soddisfatto, con cuore, mente e occhi finalmente sazi. Non è poco.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Quando Bella conosce la famiglia dei Vampiri.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Magari dopo i 12 anni, 8
Se avete da 13 a 20 anni:
Meraviglioso, 9
Se avete da 20 a 30 anni:
Interessante, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Non male, 7
Se avete da 40 anni in su:
Perchè no, 6

Twilight (Usa 2008)
Regia di Catherine Hardwicke
Con kristen Stewart, Robert Pattison

Trailer italiano di Twilight
http://www.youtube.com/watch?v=6iX95c8Ulgs
Trailer originale di Twilight
http://www.youtube.com/watch?v=uxjNDE2fMjI

LIVE!: Irritante


Irritante, non ci sono altri termini per definire un film che non dice assolutamente nulla di nuovo, avendo invece la pretesa di essere un punto di non ritorno. Questo è LIVE! ennesima critica al brutto e cattivo mondo della tv. Non c'è nulla di nuovo nel mischiare il Cacciatore con Quinto potere, niente di trasgressivo nel mostrare la morte in diretta e soprattutto nulla di educativo nel presentare il tutto, come se fosse un documentario. Alla fine dei giochi, si rimane con un pugno di mosche in mano. SEGUE SPOILER La produttrice cattiva cattiva, si redime e trova una fumante pallottola ad attenderla, il regista pieno di scrupoli si fa coinvolgere da ciò che non approvava e diventa parte integrante dello show, infine di tutti i concorrenti muore quello che aveva voglia di sfidare a tutti i costi la vita.FINE SPOILER Noi spettatori cosa dovremmo capire? Dovremmo forse demonizzare un mezzo che non fa altro che restituirci l'immagine di noi stessi, senza filtri e senza ipocrisie? Dovremmo indignarci per avere guardato un'altra volta attraverso lo specchio e averci trovato un'umanità meschina, guardona, subdola e bastarda? LIVE! arriva fuori tempo massimo, ad analizzare un media in cui tutti i giorni succede molto di peggio, ormai il punto di non ritorno è passato, finito il tempo in cui si poteva riflettere e cercare una soluzione, ora ci possiamo solo mettere comodi e guardare lo show. Uno schifo è vero, ma film come LIVE! sono dannosi, fanno sentire il pubblico meno colpevole e meno ignorante, un'assoluzione sbagliata che porta gli spettatori a pensare: "di schifezze ne guardo tante, ma ancora il suicidio in diretta NO, assolutamente NO." Mettiamoci comodi, da qui in poi è tutto in discesa.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Lo show finale, crea una certa tensione.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Assolutamente no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Dopo i 18 anni, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Interessante, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Già visto e rivisto, 5
Se avete da 40 anni in su:
Già visto e rivisto, 5

LIVE! (Usa 2007)
Regia di Bill Guttentag
Con Eva Mendes, David Krumholtz

Trailer originale di LIVE!
http://www.youtube.com/watch?v=o9R5iG4UYBQ
Trailer italiano di LIVE!
http://www.youtube.com/watch?v=GaGWFTp-mCY

THE SIGNAL: Segnali di speranza


Dopo aver subito bordate fatali che portavano titoli come Il mai nato, Il respiro del diavolo, Kaw, ma soprattutto The Grudge 3, Anaconda 3, Creepshow 3, Underworld 3, Esticazzi 3... il genere horror sembrava ormai agonizzare in attesa di un buon samaritano, disposto a praticargli una dignitosa eutanasia. Poi ecco profilarsi all'orizzonte The signal, film molto indipendente del 2007, che finalmente getta una luce di speranza nei nostri cuori avvolti dalle tenebre. Attenzione non sto gridando al miracolo, il film è dignitoso e godibile nulla più, però ha in se parecchie trovate che faranno godere come matti tutti gli appassionati di horror. La trama è semplice semplice: un bel giorno tutte le radio, i telefoni e le tv cominciano a diffondere ininterrottamente un segnale che influenza il comportamento delle persone, rendendole violente e scatenando il caos. Niente di nuovo quindi, perfino uno degli ultimi lavori di Stephen King (The cell) tratta questo argomento, eppure lo stile lascia davvero colpiti. Intanto il film è diviso in tre, come tre sono i registi e pur avendo una trama lineare e compiuta, ogni segmento ha un diverso approccio narrativo. L'operazione che potrebbe risultare presuntuosa ed arrogante, in realtà è un valore aggiunto e regala momenti davvero indimenticabili. Il secondo segmento su tutti, potrebbe benissimo essere stato diretto da Tarantino, per quanto spinge a fondo il pedale del surreale. Alti e bassi dunque, ottime sequenze e altre più confuse e frammentate, faticando soprattutto nel finale a tirare le somme di tutta la vicenda, per dirigersi verso una conclusione degna. The signal quindi è il tipico film che ogni appassionato dovrebbe veder per tirare un sospiro di sollievo. Buone notizie, ci sono segnali di ripresa, il paziente è ancora vivo, c'è ancora speranza...Ambu!

LA SCENA CHE VALE IL FILM
A dire il vero tantissime. Su tutte il lunghissimo segmento centrale, un'indimenticabile party di fine anno.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Assolutamente no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Non male, 6
Se avete da 20 a 30 anni:
Interessante, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Inquietante, 7
Se avete da 40 anni in su:
Troppo violento, 6

The Signal (Usa 2007)
Regia di David Bruckner, Dan Bush, Jacob Gentry
Con Justin Welborn, AJ Bowen, Anessa Ramsey

Trailer originale di The signal
ttp://www.youtube.com/watch?v=tLnUcuy6078

Trailer italiano di The signal
http://www.youtube.com/watch?v=7fGyWz8LHzA

I LOVE SHOPPING: Beata te...


Le qualità della pellicola in questione sono sicuramente innegabili. Protagonisti giovani, carini e simpatici, vecchi leoni usati come caratteristi, giusto per dare un tocco di professionalità, scrittura vivace e situazioni surreali per condire il tutto. Aggiungete una spruzzata di canzoni orecchiabili e il gioco è fatto. Ok, tutto bene direte voi... Bene un paio di palle! Ma come si fa a distribuire nelle sale un film come questo in momento storico come quello che stiamo vivendo? SEGUE SPOILER Come diavolo si può pretendere di mettere in pellicola la storia di una dolce ragazza che ama lo shopping estremo e che da fondo a tutte le sue carte di credito accumulando debiti per decine di migliaia di dollari, non solo... invece di soffrire la fame, come meriterebbe, la zoccoletta in questione trova l'amore, un posto di lavoro e riesce ad uscire dai guai semplicemente vendendo all'asta tutti i suoi capi firmati...ma stiamo scherzando!!!!! FINE SPOILER Qualcuno farà obiezione dicendo che si tratta solo di una commedia, ma io trovo quantomeno irritante e vergognoso, vedere su grande schermo un gigantesco spot al consumo compulsivo e sfrenato. Capisco l'ottimismo, ma qui si esagera. Il problema è la mancanza di serie conseguenze agli atti scellerati della protagonista, anzi alla fine arriva perfino il premio. A chi frega se intanto è passato il messaggio che non importa vivere e spendere in modo responsabile, che prima o poi tutto si aggiusta, grazie ad un bel faccino e a qualche battuta sarcastica. La vita nostra, dei nostri figli e delle nostre famiglie è a un bivio e ciò di cui non abbiamo di certo bisogno, sono falsi miti e modelli di cartapesta. Forse è giunto il momento di prenderci i maroni in mano e di iniziare a vivere decorosamente, ognuno secondo le proprie possibilità e ognuno iniziando a considerare, ci piaccia o no, che non siamo soli su questa nave, in questo viaggio.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finaletto imbecille con happy happy happy end telefonatissima.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Carinissimo, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Carinissimo, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Carinissimo, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Inquietante, 3
Se avete da 40 anni in su:
Malato, 2

I love shopping (Confessions of a Shopaholic, Usa 2009)
Regia di P.J. Hogan

Con Isla Fisher, Hugh Dancy, Joan Cusack, John Goodman

Trailer italiano di
I love shopping
http://www.youtube.com/watch?v=hghdj5yDzEY
Trailer originale di I love shopping
http://www.youtube.com/watch?v=Y0YkN37Uajw

LA PANTERA ROSA 2: Non sparate sulla croce rossa


Parlare male de La pantera rosa 2 è come sparare sulla croce rossa, non c'è gusto ed è troppo facile, quindi limitiamoci a valutarne le intenzioni. Se da un lato risulta davvero arrogante l'idea di ridare vita al mitico ispettore che aveva il volto e le movenze di Peter Sellers, dall'altra a conti fatti appare piuttosto rispettosa e un pizzico anacronistica, la trovata di lasciare lo spirito della serie intatto. Niente revisionismi, ne aggiornamenti da nuovo millennio, Clouseau resta e rimane per sempre Clousrau, senza sconti e senza fraintendimenti. Se quindi da un lato la scelta di Steve Martin per la parte del protagonista risulta non proprio azzeccata (ma francamente non saprei proprio a chi affidare il ruolo), dall'altra ritrovare intatte le gaffes e i disastri tipici dei film della serie, lascia una piacevole sensazione addosso. Innegabilmente alcune trovate funzionano, su tutte le cene disastro targate Clouseau e l'incursione in Vaticano, ma purtroppo il resto del film si arena in luoghi comuni, situazioni prevedibili e personaggi-macchietta di cui non frega niente a nessuno. La domanda è sempre dunque quella: ha senso continuare a riportare sullo schermo il personaggio simbolo di un genio come Peter Sellers? la mia risposta è semplice: se questo servirà alle nuove generazioni per riscoprire i vecchi film della serie, allora assolutamente sì. Tutto ciò che aiuta il cinema a rimanere vivo è benvenuto. Tutto ciò che aiuta il cinema a non rimanere oggetto immutabile ed inanimato, preda di studi prolissi ed impolverati da parte di ottuagenari paludati e blasonati, allora è comunque e sempre sarà, benvenuto. I film hanno bisogno di aria, di vita, di nuova linfa e quindi di essere visti da un pubblico sempre nuovo che ne apprezzi le qualità, che rida, che pianga, che si arrabbi e che si spaventi. Se un filmetto di serie C come La pantera rosa 2, aiuta a compiere questo miracolo, allora ben venga. Via quella puzza sotto al naso e rallegriamoci, ben presto i nostri figli ci chiederanno di vedere gli originali e allora il cinema avrà vinto ancora una volta.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Le già citate cene sono esilaranti.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Bellissimo, 9
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Già visto e rivisto, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Ci ho portato mia figlia..., 6
Se avete da 40 anni in su:
Ancora?, n.c.

La pantera rosa 2 (The pink panther 2, Usa 2009)
Regia di Harald Zwart
Con Steve Martin, Jean Reno, Andy Garcia

Trailer italiano de La pantera rosa 2
http://www.youtube.com/watch?v=BNTqe6JKeDM
Trailer originale de La pantera rosa 2
http://www.youtube.com/watch?v=Iaz4p6lcv3A

WATCHMEN: Tutto, Niente.


Dal diario di Houssy - un qualunque punto nello spazio e nel tempo.
Avevo 23 anni quando mi sono imbattuto in Watchmen. Avevo 23 anni quando quel fiume di poesia, filosofia, teologia e politica, che solo alcuni pazzi chiamano ancora fumetto, mi ha inondato la vita. Da allora sono cresciuto e il Comico, il Dottor Manhattan, Night Owl e soprattutto Rorschach, sono diventati fedeli compagni di vita, pietre angolari di paragone per definire i miei personalissimi canoni estetici. Sono passati molti anni e ora Watchmen è un film.

Dal diario di Houssy - 2009, Marzo, venerdì, ore 15:00.
Mi reco alla multisala più vicina e luminoso in volto mi dirigo verso la cassa, dopo una breve discussione con la cassiera sull'assegnazione del posto, lo voglio vicino centrale sul corridoio, mi butto nel buio della sala cinematografica. Lo schermo è enorme, bene. Trailer interessanti stuzzicano la mia curiosità, poi lo schermo si fa giallo. Ci siamo.

Dal diario di Houssy - 2009, Marzo, venerdì, ore 18.00.
Esco dalla sala. Passo strascicato. Ho voglia di uccidere qualcosa.

Dal diario di Houssy - 2009, Marzo, sabato, mattina.
Me lo hanno rovinato. Non riesco a pensare ad altro eppure che cosa mi potevo aspettare. Me lo hanno rovinato e cercherò di spiegare il perchè. Ora no, ho un groppo in gola che non va ne su ne giù. Le parole mi muoiono tra i denti.

Dal diario di Houssy - 2009, Marzo, sabato, pomeriggio.
Difficile spiegare cosa non va in Watchmen, difficile soprattutto spiegarlo a chi non ha letto l'opera originale. Non manca nulla nel film che non ci sia nella Graphic novel, eppure manca tutto. Per la paura di tradire l'opera originale il regista Zack Snyder ha tradito tutti noi, restituendoci un film a due dimensioni, piatto, senza vita, senza anima. Buffo. I disegni sulle pagine di carta hanno in se tutta l'anima che serve, ora invece che sono un film, hanno perso la tridimensionalità, la vita. Quelle che scorrono sullo schermo sono ombre, cadaveri che si aggirano in un teatrino di carta pesta. Dov'è finita la magia insita nella genesi del Dottor Manhattan, che fine ha fatto l'inquietudine senza conpromessi di Rorschach, l'arrogante fragilità del Comico. Là su quello schermo non ne ho vista traccia. Il finale. Aveva il respiro di Dio, la consapevolezza della leggenda, della fine di un mondo, di un'epoca, dell'inizio di qualcosa di orribile e bellissimo, da sognare e temere allo stesso tempo. Qui c'è solo buon cinema di effetti speciali. Non ci siamo. Non stiamo andando da nessuna parte, abbiamo perso la rotta e stiamo sputtanando anche quanto di bello il tempo ci ha restituito.

Dal diario di Houssy - Ultima nota.
Nessun compromesso. Mai. Watchmen è una merda di film.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tutte e nessuna.

... NESSUN VOTO

Watchmen (Usa 2009)
Regia di Zack Snyder

Con Jeffrey Dean Morgan, Carla Cugino, Billy Crudup


Trailer originale di Watchmen
http://www.youtube.com/watch?v=E4blSrZvPhU
Trailer italiano di Watchmen
http://www.youtube.com/watch?v=TqI0H-i5DMY

L'ONDA: Interessante, poi svacca.


Chi conosce la Germania e Berlino in particolare, non può aver fatto a meno di notare l'incredibile capacità del popolo tedesco di riflettere sul nazismo e le sue conseguenze, ricordando costantemente quegli avvenimenti, senza cercare scuse o scappatoie. Ultimo tassello di questa continua e propedeutica ricerca è L'onda, film forte, ma riuscito solo a metà. La trama per chi non la sapesse, vale la pena di ricordarla: un'insegnante, nel tentativo di spiegare l'autarchia ai suoi studenti, decide di eseguire un esperimento sociale e di creare all'interno della classe un movimento chiamato L'onda, ben presto la cosa gli sfuggirà di mano. Fino a quando il film si concentra sulle regole che compongono l'autarchia, applicandole alla classe e spiegandone i meccanismi accattivanti e pericolosi, tutto procede per il meglio, la situazione degenera (cinematograficamente parlando) quando l'esperimento volge al termine. SEGUE SPOILER Infatti, tu spettatore che ne hai viste tante, lo sai che in mezzo al gruppo c'è uno che ha scritto in fronte: "sono quello che si ammazza alla fine del film". Purtroppo le tue aspettative, caro spettatore non saranno disattese e l'agnello sacrificale andrà incontro al suo destino, facendo naufragare il film, facendolo crollare come un castello di carte. FINE SPOILER La vera pecca de L'onda è quella di non crederci fino in fondo, tutto il cinismo e la cattiveria accumulati, si frantumano infatti nel finale retorico e telefonato. Finale che avrebbe meritato una zampata in più, una massiccia dose di cattiveria e una ferina chiosa, adeguata a ciò che si era visto fino ad allora. Come se a capodanno con il cortile pieno di bombe carta, razzi e fuochi di ogni tipo, al momento fatidico della mezzanotte, decidi di accendere le girandole... Peccato, un vero peccato. Il film rimane comunque notevole e sicuramente da vedere, fossimo capaci noi in Italia di fare film così lucidi, così critici, così reali, invece di nasconderci dietro al dito del revisionismo, tanto di moda oggi. Notevole, ma non grandioso come avrebbe potuto.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La nascita dell'esperimento... da brividi.

VOTO 
Se avete da 00 a 13 anni:
 Direi di no, n.c. 
Se avete da 13 a 20 anni:
 Bellissimo, 9 
Se avete da 20 a 30 anni:
 Davvero Bello, 8 
Se avete da 30 a 40 anni: 
Bello, peccato per il finale
, 7 
Se avete da 40 anni in su:
 Bello, 7

L'onda (die welle, Germania 2008)
Regia di Dennis Gansel
Con Jurgen Vogel, Frederick Lau, Max Rienmelt

Trailer italiano de L'onda
http://www.youtube.com/watch?v=W7pNhtvriX8
Trailer originale de L'onda
http://www.youtube.com/watch?v=eMVMIHoyFXg

IL MAI NATO: Magari...


Dimenticate tutto quello che di buono può offrire il genere horror, qui siamo di fronte a pura e semplice immondizia puzzolente. Partendo dalla trama, nulla mai di più assurdo e confuso fu concepito in una pellicola di genere, nemmeno in anni e anni di scientifica applicazione della sopraffina arte di raschiare il fondo del barile. La protagonista, da par suo, più che in un film horror pare essere ad un'accattivante sfilata di intimo, come si evince dalla locandina. In ultimo Gary Oldman getta alle ortiche quel briciolo di credibilità che si era ricostruito grazie ai due Batman di Nolan e si tuffa a corpo morto nella metodica esaltazione dell'antica e mai dimenticata sapienza della gigioneria. Non si può nel 2009 assistere ancora a tanta e tale bruttura. Il film è ben montato, ben fotografato, si vede che ci hanno speso molti soldi, ma non sta in piedi, la storia del fantasma di matrice ebraica che si insinua nei gemelli, mescolato con i campi di concentramento, scecherato con il dottor Mengele e servito fresco con un contorno di esorcismo, non va da nessuna parte e si avvita inesorabilmente su se stesso, provocando terribile emicrania al povero spettatore. Concludendo, non basta avere una bella confezione e qualche nome di sicuro richiamo, non basta avere una bella figliola da svestire e un pò di esoterismo alla Mago Zurlì da vendere, il cinema horror sta tutto da un'altra parte. Forget it.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Per la sua idiozia il finale che veramente fa cadere le braccia, spalancare la mascella e fa esclamare: "Non ci credo....!"

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Direi di no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Pauroso, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Un pò scontato, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Già visto e rivisto, 5
Se avete da 40 anni in su:
Non mi interessa, n.c.

Il Mai nato (The Unborn, Usa 2008)
Regia di David S. Goyer
Con Odette Yustman, Gary Oldman

Trailer italiano de Il Mai nato
http://www.youtube.com/watch?v=U5_P9qvl9Ic
Trailer originale de Il Mai nato
http://www.youtube.com/watch?v=sc3Cba0qOco

BABY LOVE: Delicatamente scontato


Scontato, banale, telefonato e senza un minimo guizzo di originalità, però estremamente grazioso e delicato. Baby love, vicenda gay con sfumature etero, incentrata sul tema della paternità a tutti i costi, ha le carte in regola per accontentare qualsiasi tipo di pubblico, dal militante omosessuale all'integralista cattolico. Ci sono i gay buoni, bravi e belli, c'è la ragazza straniera di una bellezza sovrumana, la famiglia comprensiva ed entusiasta, l'amica attempata per cui non è mai troppo tardi e poi c'è Parigi, fotografata in un assoluto stato di grazia. Niente va storto i questo film, nessun ostacolo è insormontabile per il raggiungimento del fatidico happy end e francamente ciò è davvero irritante. I personaggi messi in scena sono così buoni e bravi che sembrano usciti da un patinato catalogo di moda, sono sempre vestiti in modo impeccabile, vivono in un appartamento per cui chiunque ucciderebbe, hanno una bontà d'animo fuori del comune e come se non bastasse nel film si festeggia per ben due volte il Natale. Ma dove siamo Ai confini della realtà? Esiste un limite al polically correct, va bene che siamo nell'era Obama, ma non prendiamo per i fondelli la gente che paga. Mi spiego, dato per scontato che il film è tuo e ne fai ciò che vuoi, se l'intento è quello di creare una favola, padronissimo, quello che non tollero è la presunzione di star trattando un problema reale in modo delicato e zuccheroso. O la Francia è un paese extraterrestre, oppure un qualche elemento di realtà in più non avrebbe stonato, anzi avrebbe donato credibilità al tutto. Un finale più amaro, un mezzo sorriso sulle labbra, una zampata di cinismo, di cattiveria... insomma così Baby love sembra solo una favoletta confettosa e zuccherosa buona solo per inguaribili ottimisti, scellerati creduloni e spettatori non avvezzi alla sopraffina arte del ragionamento, della critica e dell'obbiettività.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tutte le volte che nel film arriva il Natale, arriva anche la neve...bello, li ho invidiati molto questi francesi da cartolina.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Mamma che palle!, 4
Se avete da 13 a 20 anni:
Cariiino, 6,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Proprio carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Delicato, 7
Se avete da 40 anni in su:
Te lo avevo detto che i gay se la passano alla grande, 7

Baby love (Comme les autres, Francia 2008)
Regia di Vincent garenq
Con Lambert Wilson, Pilar Lopez de Ayala


Trailer originale di
Baby love
http://www.youtube.com/watch?v=AuyqHSDtMNQ

SLEEPAWAY CAMP: Mi perseguiterà per il resto dei miei giorni


Vi piace l'horror? In particolare amate lo slasher? Dicesi slasher quel tipo di film in cui uno o più maniaci perseguitano e di solito uccidono in fantasiosi modi giovanotti e giovanotte intenti all'uso e all'abuso di sesso droga e rock 'n roll. Tra i mitici rappresentanti di questo blasonato genere si possono annoverare classici come Halloween, Venerdì 13, Nightmare, Scream e chi più ne ha, più ne metta. In mezzo a tutti questi mostri sacri ci sono una marea di ridicole minchiate e al di là del bene e del male c'è Sleepaway camp. Il film uscito nel 1983, altri non è che la riproposizione pedissequa dei meccanismi già codificati da Venerdì 13, con il valore aggiunto di una malsana morbosità da clinica psichiatrica e un finale degno di competere con le sequenze più agghiaccianti, indimenticabili, incredibili e pazzesche del cinema horror. Chi scrive ha visto di tutto, si è sciroppato orrori che voi umani non potreste nemmeno immaginare, si è sparato maratone da far impallidire un patologo. Eppure, quello che ho visto negli ultimi trenta secondi di questo film mi perseguiterà finchè vivo, impresso a fuoco nell'iride dei miei occhi, piantato come un paletto di frassino nella mia mente, spinto in gola a forza da un maglio di indicibile potenza. Non voglio svelare nulla, vi dirò solo che di pari passo con le immagini, anche quello che sentirete ferirà per sempre i vostri timpani, aprendovi una dolorosa breccia nei tessuti molli, spalancadovi le porte di un orrore atavico e primordiale. Non mi viene in mente nulla di più orrendo, inquietante, malato, strisciante e pazzesco, non ci sono parole e quelle che ci sono muoiono in gola. Se siete appassionati di genere horror, DOVETE VEDERE Sleepaway camp, per farvi capire, i due fantasmi di The grudge sono acqua fresca in confronto a quello che vedrete e sentirete nell'ultimo minuto di questo film.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Ovviamente il finale....pazzesco!

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Assolutamente no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Direi di no, n.c.
Se avete da 20 a 30 anni:
Inquietante, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Pazzesco, 7
Se avete da 40 anni in su:
Malato, 3


Sleepaway camp (Usa 1983)
Regia di Robert Hitzik
Con Mike Kellin, Katherine Kamhi

Trailer di Sleepaway camp
http://www.youtube.com/watch?v=LVBEXN0eyT8

UN GIOCO DA RAGAZZE: Ma stiamo scherzando?


Io capisco che i nostri giovani vengano dipinti senza valori, capisco che i genitori siano assenti e distanti, preoccupati solo di loro stessi, capisco anche che la scuola sia la polveriera ideale per far detonare cattiveria, spirito di branco e ingiustizia sociale, ma qui si esagera. SEGUE SPOILER Cioè questo film narra la storia di tre zoccole che si dedicano alla droga, al sesso, alla dieta, alla piena contemplazione di se e allo sperpero indiscriminato del danaro dei ricchissimi genitori. Non solo ma tra una punizione corporale ad una compagna più debole e uno yogurt trovano anche il tempo di demolire la carriera dell'insegnante di lettere. Questo avrà conseguenze fatali, mentre la più cattiva delle tre si preoccuperà solamente di accarezzare il cane e della corretta postura da tenere durante i tuffi...ma per carità!!! FINE SPOILER Questo film dovrebbe essere una foto fedele del mondo delle minorenni benestanti in Italia, ma finisce per essere solo un mediocre film di genere. Se quella rappresentata fosse davvero la realtà, ci sarebbe da impiccarsi tutti quanti ad una bella trave e dondolare allegramente all'unisono con un bel biglietto d'addio al collo. Se davvero questi sono i nostri ragazzi, allora tanto vale sposare la filosofia del vecchio re Erode e darsi da fare con lancia e spada. Io credo invece che la realtà stia da un'altra parte, sicuramente esistono dei grossi problemi, ma enfatizzarli in questo modo fa più male che bene, perchè quello che si ottiene è uno straniamento che finisce per ottenere l'effetto opposto, cioè minimizzare il fenomeno. Quindi tu caro regista di questo filmaccio, quando devi descrivere l'abisso tra genitori e figli, l'assenza di valori e l'aberrante deriva dei comportamenti di gruppo, non usare personaggi tagliati con l'accetta, non mi far vedere la minorenne indifferente mentre i quattro cavalieri dell'apocalisse galoppano di gran carriera verso la sua bella vita, non mostrare il simpatico insegnante di lettere imbambolato anche lui dalla figa...gioca di allusione, di sfumatura, si sensazioni, di sussurri, così fai solo il gioco del botteghino e realizzi un mediocre film di genere che fa più male che bene. In conclusione, un' operazione fallimentare che fa acqua da tutte le parti...una vera fiera del luogo comune, senza direzione e senza vergogna.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Mi sforzo, mi sforzo, ma non mi viene in mente nulla...

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Proprio no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Beeeello, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Deboluccio, 5
Se avete da 30 a 40 anni:
Non scherziamo, 4
Se avete da 40 anni in su:
Nemmeno per sogno, 3


Un gioco da ragazze (Italia 2008)
Regia di Matteo Rovere
Con Filippo Nigro, Chiara Chiti

Trailer di Un gioco da ragazze
http://www.youtube.com/watch?v=eP94MBVcGFs

IMPY SUPERSTAR MISSIONE LUNA PARK: Masterpiece!


Forse non tutti sanno che ho una figlia. Si chiama Matilde e tra poco compirà 2 anni. Ieri, domenica 1 marzo 2009, mia figlia ha visto il suo primo film al cinema. Sono un padre orgoglioso, è stata buonissima e si è comportata da vera cinefila, disciplinata, attenta, ha seguito l'intero film dall'inizio alla fine. La pellicola scelta per il battesimo cinematografico era nientemeno che Impy Superstar-missione luna park, cartone animato di produzione tedesca che nulla ha da invidiare a produzioni ben più famose e blasonate. Riesce difficile crederlo, ma film come Impy ti riconciliano con il mondo dell'animazione e con l'universo in generale, per una volta entrando in una sala per vedere un cartone, si assiste ad un cartone. Niente battute sottili ad uso e consumo di un pubblico adulto, nessuna citazione cinefila per mandare in sollucchero i genitori, nessunissima introspezione psicologica dei personaggi e nessunissimo grande problema da risolvere. Qui c'è solo un dinosauro verde di nome Impy, che vive su di un'isola accudito da mamma maiale e che ha per sorellina un dolcissimo panda, i suoi amici sono un leone marino, un pinguino, una lucertola e un gabbiano... Capite anche voi che Impy grossi problemi nella vita non ne ha e nemmeno se li va a cercare. Quello che passa sullo schermo quindi, sono avventure divertenti, dialoghi semplici, abbracci e coccole, condite da sequenze geniali e primordiali di semplice e puro spasso, come la rocambolesca corsa in skate della maialina e il giro sulle montagne russe. Ecco perchè Impy è geniale ed atavico, riporta l'animazione al punto di partenza, un mirabolante mix di sentimenti e trovate esilaranti, fatte ad uso e consumo dei più piccini, perchè si innamorino del cinema e della magia che c'è dietro. Non vi resta che acchiappare un bambino e buttarvi a capofitto in sala, forse là ritroverete qualcosa che non sapevate di aver smarrito, la vostra innocenza, la vostra purezza, la vostra anima.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La corsa in skate di mamma maiale è fantastica, così come il rocambolesco giro sulle montagne russe. Finale da furtiva lacrima.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Capolavoro, 10
Se avete da 13 a 20 anni:
Per bambini, 4
Se avete da 20 a 30 anni:
Per bambini, 5
Se avete da 30 a 40 anni:
Per sognatori, 9
Se avete da 40 anni in su:
Per bambini e sognatori, 7

Impy Superstar-missione luna park (Urmel voll in Fahrt,Germania 2008)
Regia di Reinhard Klooss, Holger Tappe

Trailer italiano di Impy Superstar-missione luna park
http://www.youtube.com/watch?v=DiYMwlwYK9o

TI STRAMO: Fotografie del cinema d'oggi


Operazione ambiziosa quella messa in atto dal bravo Pino Insegno, che decide di usare l'arma della demenzialità per mettere alla berlina le pellicole più amate dal pubblico italiano. Operazione non riuscita fino in fondo e sicuramente non capita fino in fondo, che cavalcando l'onda della commedia giovanile alla Moccia, scatta una fedele istantanea del cinema del bel paese. Ecco quello che si produce oggi in Italia, film dove improvvisati ribelli su rombanti motociclette scombussolano vite di liceali implumi, dove gruppi eterogenei di amici affrontano i problemi della maturità, dove tutti, ma proprio tutti cercano, perdono, inseguono e disperatamente pretendono l'amore. Nulla più, il resto non esiste, viene dimenticato, nascosto, il nuovo cinema italiano è uno scintillante involucro di plastica colorata vuoto al suo interno. Insegno ha il merito di mettere il dito sulla piaga, mostrando con l'arma della satira una generazione di filmaker in continuo stallo poetico e narrativo, costantemente impegnati nell'esercizio di restare in equilibrio sul filo che separa il cattivo cinema dalla brutta televisione. Non è un caso che l'eroe Stramarcio, resista alla corte spietata della protagonista Bambi, che vuole disperatamente fare sesso, mentre lui desidera invece affrontare il problema della fame nel mondo. Sicuramente la scena è divertente, ma a ben guardare rispecchia in modo egregio il cinema del tricolore, impegnato a parlare di amore e sesso, metre il mondo intorno a lui va a fuoco. Film frettolosamente liquidato come demenziale, film che ha alcuni momenti davvero felici e soprattutto divertenti, certo con moltissimi limiti, ma l'esperimento si può dire riuscito. Una voce nel vento, un grido d'allarme, una fotografia un pò sfocata e di certo non perfetta, dei nostri giovani, del nostro paese e del nostro cinema. Menzione speciale per la canzone finale degli Articolo 31, fantastica.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tutti i dialoghi tra Stramarcio e suo padre, interpretato proprio da Pino Insegno.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Dopo i 10 anni, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Mica male, 7
Se avete da 40 anni in su:
Meglio di no, n.c.

Ti Stramo (Italia 2008)
Regia di Pino Insegno e Gianluca Sodaro

Con Pino Insegno, Raoul Bova, Marco Rulli, Carlotta Tesconi

Trailer di
Ti stramo
http://www.youtube.com/watch?v=7E-A_VmbdP0

IN THE NAME OF THE KING: Come ci siamo ridotti


Solo un film può darvi le risposte che state cercando e che da anni sono in attesa di soluzione, quel film si chiama In the name of the king e lo ha diretto Uwe Boll. Se vi state per esempio chiedendo che fine hanno fatto Burt Reynolds, la fidanzata di Brad Pitt in Il mio nome è Joe Black, la baby prostituta di Eyes wide shut, lo Shaggy dei due Scooby-Doo, l'amico di Indiana Jones ne I predatori dell'arca perduta, Ray Liotta, Hellboy e la cyborg cattivissima di Terminator 3, allora la risposta è una sola: sono alla canna del gas e sono tutti finiti a fare un film di Uwe Boll. Difficile parlare seriamente di questo In the name of the king, sembra di assistere ad una riedizione triste del Signore degli anelli, con il valore aggiunto di Jason Statham e di qualche ninja. Combattimenti, forze del male, magia, medioevo, cavalli, agricoltura, boschi, orchi, ancora combattimenti e ancora magia, è tutto qui. Difficile anche rimanere seri quando per tutta la durata del film il protagonista (in originale Farmer) viene continuamente chiamato "Il fattore" da tutti, compresi sua moglie e suo figlio. Immaginate quindi tutti i personaggi che dicono: "il fattore dovrebbe smetterla di spezzarsi la schiena arando la terra"... "il fattore farebbe bene ad arruolarsi nell'esercito del Re"... vi assicuro che l'effetto è davvero esilarante. Il resto è puro Boll al cento per cento, azione ed effetti speciali senza soluzione di continuità, con l'unica missione nella vita di portare a casa il minutaggio necessario, per confezionare una cosa che si possa chiamare film e possa essere distribuita in una sala. Che pena però vedere tanti bravi attori buttare alle ortiche il loro nome e il loro talento (vero o presunto) in un'opera così sbrindellata, scalcinata e sgangherata. Purtroppo le strade di Hollywood sono lastricate di buone intenzioni e per tutti gli altri c'è solo l'oblio. Concludendo forse non un film orribile, ma di certo nemmeno un bel film.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'inizio in cui lo spettatore pensa di essere tornato nella Terra di mezzo e la sensazione è davvero sgradevole.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Dopo i 6 anni, 6
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Per carità, 4
Se avete da 40 anni in su:
Per pietà, 3

In the name of the king (Canada/Germania 2007)
Regia di Uwe Boll
Con jason Statham, Burt Reynolds, Ray Liotta

Trailer originale di In the name of the king
http://www.youtube.com/watch?v=Q22A9aRrUIw
Trailer italiano di In the name of the king
http://www.youtube.com/watch?v=A37oX2sjrCY

UNDERWORLD: Capitolo 3 assolutamente inutile


Bisogna capirsi sugli intenti e le ragioni fondanti di un'operazione come questa. Se l'idea è fare quattrini alle spalle di un pubblico già piuttosto lobotomizzato dall'abuso delle consolle di gioco regolarmente in vendita nei migliori negozi del nostro pianeta, allora bene, non condivido ma mi adeguo. Se invece questa accozzaglia di brutture notturne la si vuol spacciare invece per tassello necessario dell'epopea che coinvolge vampiri e lupi mannari, allora bisogna farsi un bel bagno di umiltà e un esame di coscienza. Ormai della diatriba tra le due specie sappiamo già tutto, ci manca che realizzino un capitolo che indaghi le abitudini intestinali delle due razze e abbiamo veramente toccato il fondo. Non sapendo cosa inventare, si ricicla e vedendo un film come questo si ha la spiacevole sensazione di assistere ad un lungo documentario di National Geographic condito da combattimenti, dialoghi in stile "l'uccellino Ugo e la nuvola Olga" e intrighi amorosi da soap opera che fanno rimpiangere "Orgoglio". Detto questo i protagonisti cominciano a risultare irritanti, mano a mano che il cast del primo film si defila in buon ordine, abbandonando la nave che affonda, sempre più si sposta l'attenzione su comprimari di dubbio gusto e interesse. China pericolosa comunque quella intrapresa dalla produzione, se infatti il fedelissimo pubblico di questo tipo di film, inizia a sentire puzza di bruciato, redendosi conto di essere trattato come cavie da laboratorio a cui viene propinato di tutto, senza alcuna discriminazione, allora si potrebbe rischiare il collasso di un genere che francamente alla lunga non mancherebbe proprio a nessuno.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Non c'è...anzi no, il finaletto, l'ultima inquadratura.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Dopo i 12 anni, 6
Se avete da 13 a 20 anni:
Carino, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Banale, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Non ci siamo, 4
Se avete da 40 anni in su:
Lycans ?, n.c.

Underworld- La ribellione dei Lycans (Underworld-Rise of the Lycans, Usa 2008)
Regia di Patrick Tatopoulos
Con Rhona Mitra, Michael Sheen, Bill Nighy

Trailer italiano di Underworld
http://www.youtube.com/watch?v=Ha58OWsVq4Y
Trailer originale di Underworld
http://www.youtube.com/watch?v=rnqHbqgPpZc