CORSA A WITCH MOUNTAIN: Bud ai giorni nostri


Entro in sala e mi accingo ad assistere al nuovo film della Disney, il clima è buono, la bevanda che stringo in mano abbondante e fresca, le poltrone comode e l'umore è ottimo, buio in sala, si comincia. Mano a mano che le immagini procedono, che vengono introdotti i protagonisti, che fa il suo ingresso The Rock, una strana consapevolezza si fa largo nel mio cuore. Un'epifania mi coglie tra un sorso dalla mia bibita e un pop-corn: sto guardando uno sceriffo extraterrestre poco extra e molto terrestre. Pensateci, là c'era un piccolo alieno capitato sulla terra, qui due ragazzi venuti dallo spazio per salvare il loro pianeta e il nostro, là un Bud Spencer in grandissima forma pronto a menar le mani come un ossesso e qui un Dwaine The Rock Johnson decisamente più politically correct impegnato a salvare il mondo. Non solo, mentre il film procedeva imperterrito, io mi sono scoperto emozionato e trepidante per la sorte dei due piccoli E.T. esattamente come mi capitava di emozionarmi per le epiche gesta del nostro Bud tanti anni fa. Diventa quindi necessario sperare che ora come allora una vicenda tanto ingenua quanto fantastica, possa attecchire nelle menti dei giovani spettatori che vorranno darle una possibilità. Ora come allora il mondo ha ancora bisogno di essere salvato e ora come allora i giovani che lo abitano hanno bisogno di un eroe in cui identificarsi. Bud Spencer è stato il mio, ora potrebbe toccare a The Rock. Necessario.

La SCENA CHE VALE IL FILM
Il finalone tutto pathos e sentimento.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Bellissimo, 9
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Insomma, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Che nostalgia, 6,5
Se avete da 40 anni in su:
Insomma..., 5 Corsa a Witch Mountain (Race to Witch Mountain, Usa 2009) Regia di Andy Fickman Con Dwaine The Rock Johnson, Carla Cugino

THE UNINVITED: Dissetante


Molti vi diranno che questo film è una vera porcata. Altri ne parleranno come un remake poco rispettoso, che mostra invece di sottintendere, urla invece di sussurrare. Personalmente mi ha tolto un peso dal cuore, facendo chiarezza nella mia mente. The uninvited altri non è che il remake a stelle e strisce di Two Sisters, un ermetico film orientale uscito anche in Italia qualche anno fa. La nuova versione è sicuramente meno raffinata e più fracassona dell'originale, ma ha un grande valore aggiunto: si capisce chi muore. Vedete, io ho serio un problema coi film del sol levante, non capisco mai chi va lungo e chi resta vivo. Lo so è sicuramente un'ingenuità, ma ai miei occhi di straniero i protagonisti dei vari Ringu e Ju-on sono tutti uguali, questo mi rende impossibile distinguere tra buoni e cattivi, sopravvissuti e cadaveri. Capiamoci so che questo è un mio limite e non ho giustificazioni, ben venga quindi The uninvited a far chiarezza nella mia mente confusa. Con i suoi protagonisti paciorotti, i giovanottoni tutti americani in preda agli ormoni, le matrigne gnocche dal volto noto e le sue adolescenti disturbate ma fortunatamente molto diverse tra loro, questo horror estivo porta a casa il risultato, divertendo molto e spaventando poco. Concludendo, forse il mondo dell'horror non chiedeva certo a gran voce questo film, ma in periodi di magra come questi un prodotto onesto e godibile è acqua fresca per tutti gli appassionati.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Lo spiegone finale, molto americano ma anche molto comprensibile.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Direi di no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Fighissimooooo, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Non male, 7
Se avete da 40 anni in su:
Non male, 6

The uninvited (Usa 2008)
Regia di Charles e Thomas Guard
Con Elizabeth Banks, David Strathairn

SETTIMO CIELO: Era necessario?


Lei è sposata ma ormai non prova più nulla per lui se non affetto e consuetudine. Incontra l'altro e scopano come ricci, ovunque e comunque. Il marito scopre tutto. Lei dovrà fare una dolorosa scelta. L'amore e soprattutto il sesso trionferanno su tutto. Tutto bene direte voi, solita love story all'americana, vista e rivista 1000 volte, un pò di sesso patinato e dialoghi da bacio Perugina. Invece no. Intanto qui il sesso non è affatto patinato, ma duro e puro, palesato senza sconti, non risparmiando nulla, nudi frontali e masturbazioni comprese. In secondo luogo i protagonisti di questa storia hanno tutti più di 60 anni. Lo ripeto, hanno tutti più di 60 anni. Ora senza nulla togliere alla sana boccata di realismo e schiettezza che il film porta nelle pupille di che guarda, mi chiedo: Era necessario? Mi spiego. Non sono un bacchettone e so benissimo che la gente fa sesso fino alla tomba, ma c'è bisogno di mostrarlo con tanta impudica esibizione ed irritante spavalderia? Non lo trovo provocatorio, ma forzato, non innovativo ma spocchioso. Senza voler censurare nessuno, non discuto il messaggio, ma l'insistenza di certe scelte di sceneggiature che spesso e per lunghi minuti riempiono lo schermo solo della flaccida carne dei protagonisti. Sicuramente qualcuno vi parlerà di lirismo della realtà, ma siamo onesti e non nascondiamoci dietro ad un dito, a quanti piacerebbe vedere una 65enne fare sesso con un 75enne? Il realismo è un'ottima cosa, ma bisogna anche costruire una trama degna di questo nome, dei dialoghi interessanti. A quanti sdegnati difenderanno a spada tratta questa realtà senza veli, chiedo cosa dovremmo fare nei film che parlano di pedofilia. Francamente irritante.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La prima volta che i due protagonisti fanno sesso.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Vietatissimo, n.c.
Se avete da 20 a 30 anni:
Orribile, 4
Se avete da 30 a 40 anni:
Irritante, 5
Se avete da 40 anni in su:
Dipende, 3/8

Settimo cielo (Germania 2008)
Regia di Andreas Dresen
Con Ursula Werner, Horst Rehberg

BATTAGLIA PER LA TERRA: Un gran pacco


Cominciamo dagli aspetti tecnici, il 3d proposto da questo film è tra le cose più tristi che si siano viste sullo schermo dai tempi di Nightmare 6 - La fine. Trattasi di 3d farlocco ottenuto con l'uso di lenti colorate da indossare solo in certi momenti del film... un vero schifo in confronto a quanto si è visto in Mostri contro alieni. Liquidate le questioni meramente tecniche e chiarito che se vi recate a vedere questo film per goderne la maestosità spettacolare, fareste meglio a dirottare i vostri interessi sulla magnificenza di una crostata di amarene, passiamo al film vero e proprio. Non è un segreto per nessuno che ormai l'animazione (un certo tipo almeno) percorre ormai da anni territori cari agli adulti, ma qui si esagera. Botti, esplosioni, inseguimenti, umani cattivissimi, gente che rischia il soffocamento, balene volanti colpite a morte... ecchecavolo sono venuto a vedere un cartone o San Valentino di sangue? Se poi si commette lo sbaglio di portare al cinema un bambino piccolo, è fatta, il trauma lo perseguiterà per tutta la vita, roba che Bambi era acqua fresca. Per una subdola legge del contrappasso, ovviamente tutta questa sofferenza va poi al servizio di una trama piuttosto piatta e di caratteri francamente irritanti, tutti uniti e ben decisi a portare sullo schermo uno spettacolo a dir poco imbarazzante, incapace di avvicinarsi ai bambini e impossibilitato ad incuriosire gli adulti. Concludo citando una frase che ricorreva spesso in una mitica rivista italiana a fumetti a me molto cara: perchè tanto odio? Ovviamente la risposta soffia nel vento...

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'incipit... bellissima carrellata di pianeti.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Dai 10 anni in su, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Carino, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
No, 5
Se avete da 30 a 40 anni:
Assolutamente no, 4
Se avete da 40 anni in su:
Per carità, 3


Battaglia per la terra (Terra Usa 2007)
Regia di Aristomenis Tsirbas

UNA NOTTE AL MUSEO 2: Forse meglio del primo


Mi sono accostato con molti dubbi a questo secondo capitolo delle avventure del guardiano notturno Ben Stiller. Devo ammettere che già il primo film non mi aveva conquistato, divertito sì, ma nulla più, eppure è tanta la sorpresa nello scoprire che questo numero due, risulta estremamente più gradevole rispetto a ciò che lo aveva preceduto. Se nel primo film il carattere ed i problemi di Ben Stiller (padre incapace ed incompreso) risultavano piuttosto inutili e capaci di appesantire una vivenda che aveva invece bisogno di respiro, qui passati quindici minuti, l'azione prende il volo per fermarsi solamente sui titoli di coda. Ippopotami, piovre giganti, faraoni, imperatori, aerei, opere d'arte, padri fondatori e navicelle spaziali, in una giostra rutilante capace di coinvolgere anche il più smaliziato degli spettatori. Chi però si divertirà davvero in modo spropositato nel vedere questo film, saranno i bambini (pubblico ideale a cui la pellicola si rivolge) letteralmente incantati da tanta e tale magia, per una volta priva di volgarità. Ai genitori scettici e recalcitranti non resterà altro che applicare la sublime arte della rassegnazione e portare i supplicanti pargoli al cospetto di un'avventura unica, che li conquisterà fin nel profondo. Magico.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Quando il museo si anima, il film decolla e noi con lui.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Bellissimo, 9
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Non male, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Bello, 7,5
Se avete da 40 anni in su:
Per bambini, 5

Una notte al museo 2 (Usa 2009)
Regia di Shawn Levy
Con Ben Stiller, Amy Adams, Robin Williams

ROLE MODELS: Che palle!!!!!!!


Che palle!!!!!! Che due gran palle!!!!!!!! Basta, non ne posso più di film di formazione, di bignami della crescita su celluloide e di pallose pellicole dai nobili intenti, nate per esaltare tutto ciò che di speciale e segreto alberga in noi. Role models, racconta di due pseudo-adulti, piuttosto deficienti e molto poco cresciuti alle prese con due bambini piuttosto incasinati, non serve dire che se da principio le cose non funzioneranno per il verso giusto, alla fine l'esperienza servirà a tutti e quattro per crescere e per tirare fuori il buono che hanno dentro. Non è un caso che questa pellicola venga gettata in pasto al pubblico praticamente inesistente della stagione pre-estiva, Role models rappresenta infatti un fulgido esempio del tipo di commedie in voga oggi. Volgarità a barili, situazioni telefonatissime, stranezze e singolarità sparse ai quattro venti per caratterizzare in modo indelebile la pellicola. In questa schifezza a farla da padrone sono i giochi di ruolo live action, valore aggiunto appiccicato con lo sputo da uno sceneggiatore in shock anafilattico. Come dicevo all'inizio di questo vero e proprio sfogo, non ne posso più di pellicole fintamente scorrette, non basta qualche tetta, una manciata di volgarità assortite e qualche battuta di dubbio gusto sugli omosessuali a rendere indimenticabile e politicamente scorretta una pellicola. La verità è che film di questo tipo non si discostano di un millimetro dal solco tracciato decenni fa dagli dei del cinema. Forget it.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Francamente non mi viene in mente nulla...

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Dai 13 anni, 8
Se avete da 13 a 20 anni:
Molto carino, 7
Se avete da 20 a 30 anni:
Non male, 6,5
Se avete da 30 a 40 anni:
No, 5
Se avete da 40 anni in su:
Assolutamente no, 4

Role models (Usa 2008)
Regia di David Wain
Con Paul Rudd, Seann William Scott

ASPETTANDO IL SOLE: Finalmente !


Ogni tanto il cinema di casa nostra stupisce. Non capita spesso, ma quando succede, bisogna dargliene atto. Abituati ad un cinema che si parla addosso, tentando disperatamente di descrivere una realtà inutile, fatta di amici del bar, improbabili notti pre-esame e manuali d'amore dell'ultima ora, Aspettando il sole giunge inaspettato e feroce a raccontare una volta tanto, una storia. Nessuna spasmodica ricerca della felicità e dell'amore, binomio inossidabile nel cinema italiano, tanto che i due termini spesso si uniscono, completano e confondono, nessun ideale alto da mettere in scena, nessuna sozzeria da denunciare, ma solo una storia da raccontare. Capita quindi che un baldo manipolo di attori, decida di mettersi in gioco nel rappresentare una notte come tante in un hotel come tanti. Rapinatori, balordi, sbandati, un regista porno con i suoi attori, un improbabile portiere di notte, donne e uomini che si sfiorano, si toccano, si parlano, litigano, sussurrano, si amano e muoiono. Divertente e ben girato, ottimamente interpretato e portatore sano di dialoghi intelligenti e ben scritti, Aspettando il sole, si manda giù in un sol boccone. Capace per una volta di saziare cuore, pancia e anima, il piccolo grande film di Ago Panini, si vede con piacere e senza gridare al miracolo, rappresenta comunque un ottimo esempio di vero cinema, con i suoi difetti certo, ma privo per una volta, di quell'irritante compiacimento tanto caro agli "autori" di casa nostra.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale...un'elegante chiosa che chiude perfettamente un cerchio.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Dai 13 anni, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 7,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Molto Bello, 8
Se avete da 30 a 40 anni:
Bello, 7,5
Se avete da 40 anni in su:
Divertente, 7

Aspettando il sole (Italia 2008)
Regia di Ago Panini
Con Claudio Santamaria, Bebo Storti, Giuseppe Cederna.

ANGELI E DEMONI: L'emporio della riviera adriatica


Quando ero piccolo i miei genitori mi portavano tutte le estati a San Mauro Mare, sulla riviera romagnola. Ora, il mare lasciava un pò a desiderare, i divertimenti non mancavano mai e la compagnia era ottima, ma la cosa davvero irrinunciabile era L'EMPORIO. Tutti ne hanno avuto almeno uno nella vita, un posto magico, un luogo incantato in cui poter trovare di tutto. Questi luoghi al di fuori del tempo e dello spazio erano il ricettacolo di ogni cosa conosciuta, dal salvagente alla saliera, dalla ciabatta infradito al bambolotto che rutta, come ho detto, luoghi non luoghi al di là del bene e del male, in cui trovare tutto ciò che si desidera e soprattutto ciò che non si sapeva ancora di desiderare fino a quel momento. Ricordo bene i pomeriggi passati a spulciare scaffali impolverati e cestoni stracolmi di giocattoli, una festa per i miei occhi e per il mio cuore, non importava cosa mi servisse, sapevo che all'EMPORIO lo avrei trovato. Anni dopo sono un uomo con tanto di famiglia a seguito ed esce al cinema Angeli e demoni, trasposizione, meno soporifera rispetto alla precedente, di un romanzo di Dan Brown, dirige il solito Ron Howard e ad interpretare il buon Professor Langdon troviamo di nuovo Tom Hanks. Bell film? Non saprei, perchè durante tutto il tempo della visione non mi sono riuscito a levare di dosso la sensazione di essere tornato in quell'EMPORIO che mi aveva regalato tanti sogni. Angeli e demoni è come quel negozio della mia infanzia, pieno di tutto. Purtroppo questo non è necessariamente un valore aggiunto, anzi, al di là dei bei ricordi, il succitato EMPORIO alla fine dei conti era un colossale pacco, strapieno di tutto, questo sì, ma vendeva prettamente paccottiglia, oggetti da poco, ciarpame a buon mercato. Ron Howard con il suo film fa lo stesso, lo riempie di ogni ben di Dio e poi lo serve caldo bollente al suo pubblico, che stordito e satollo, esce dalla sala con la pancia piena ma con cuore e cervello vuoti. Azione, mistero, fede, morte, tradimento, archeologia, paracadutismo, nuoto, acqua, fuoco, aria e terra, c'è davvero di tutto in Angeli e demoni, ma si tratta di bigiotteria, vetri colorati per ingannare gli spettatori occasionali della domenica. Bel film? No grazie, il cinema sta tutto da un'altra parte.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tutte le scene cvhe descrivono l'elezione del nuovo papa...interesanti.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Dai 12 anni in su- Bello, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Molto bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Non male, 6,5
Se avete da 30 a 40 anni:
Mediocre, 5
Se avete da 40 anni in su:
Passabile, 6

Angeli e demoni (Angels and demons, Usa 2009)
Regia di Ron Howard
Con Tom Hanks, Ewan McGregor

EARTH: Affascinante ed inquietante


Si resta incantati e stregati davanti all'immenso spettacolo portato in scena da Earth, lo spettacolo della nostra amata terra. Insieme alle immagini straordinarie dei luoghi più remoti ed inaccessibili della nostra pianeta, vanno sfilando animali di tutte le razze e le taglie, impegnati nella pratica più antica di sempre, la sopravvivenza. Che dire, al di là dell'irritante voce narrante affidata a Paolo Bonolis (?!?), mentre in originale è appannaggio del ben più carismatico James Earl Jones, qualche inquieta riflessione mi attanaglia la mente. Personalmente sono cresciuto guardando i documentari di Godfrey Reggio, impegnato a mostrarci come il nostro sistema di vita sia profondamente sballato e privo di una vera direzione. Quei meravigliosi documentari, ma non solo quelli, Michael Moore da questo punto di vista è un ottimo esempio, servivano a dimostrare una tesi. Da qualche anno a questa parte invece, con la nuova ondata di documentari naturalistici, che hanno invaso gli scherm,i per sensibilizzare la popolazione mondiale sul problema del riscaldamento globale, si assiste ad immagini meravigliose e a grandi sfide di sopravvivenza. Come se attraverso la visione di queste bellissime immagini, lo spettatore dovesse sviluppare un innato amore per il pianeta e di conseguenza cambiare radicalmente stile di vita. Se il vostro obbiettivo è quello di farmi lasciare l'auto in garage e muovermi in biciletta, non dovete mostrarmi due megattere che si impegnano in raffinate evoluzioni, ma dovete farmi vedere un fiume alienante di auto che intasa le strade, fabbriche che inquinano, gente che sviluppa tumori... Non posso credere che siano più efficaci i cartoni animati di Barbapapà degli anni '70, non credo che basti mostrare le bellezze del pianeta per insegnare alla gente il rispetto per la natura e l'amore per il riciclaggio. Alla fine della fiera, terminata la visione, lo spettatore sviluppa un profondo senso di pace e serenità, così sale in auto, si dirige ad un McDonald, si mangia pacifico un hamburger e magari getta pure a terra la carta. Forse mi sbaglierò, ma la serenità e la pace non sono i sentimenti adatti a veicolare un'emergenza... Meditate.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Praticamente tutto il film, tante e tali sono le immagini mostrate.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Che palle, 4
Se avete da 13 a 20 anni:
Che due gran palle, 3
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Molto Bello, 7,5
Se avete da 40 anni in su:
Bellissimo, 8

Earth (UK/Germania, 2007)
Regia di Alastair Fothergill, Mark Linfield

THE HORSEMEN: Confuso e prevedibile


Venerdì sera, ci si dispone alla visione di un thriller. Quello che viene richiesto al film è il minimo sindacale, divertimento e tensione. Purtroppo le cose vanno diversamente. Titoli di testa, fin qui tutto bene. Si iniziano a rinvenire cadaveri uno dopo l'altro come nei saldi di fine stagione, anche qui niente da dire. A quarantacinque minuti dalla fine succedono due cose. La prima: si capisce dove il film andrà a parare. La seconda: subentra la noia. Dulcis in fundo, il finale non ha il coraggio di andare fino in fondo e banalizza quel poco di buono che aveva costruito. Titoli di coda, meno male. The horsemen è un filmetto lento e bolso, costruito sulle spalle di un Dennis Quaid troppo imbronciato e spettinato per sembrare credibile, la vicenda narrata è talmente complessa e confusa che invece di stuzzicare lo spettatore, lo chiude in un angolo massacrandolo a colpi di noia mortale. Mi rendo conto che dire qualcosa di nuovo sui serial killer sia sempre più difficile, ma non penso che la strada giusta stia nel mettere in piedi storie assurde e poco credibili. The horsemen fa quello che un buon thriller non deve mai fare, arrampicarsi sugli specchi, nel vano tentativo di dire qualcosa di nuovo, nell'ambito di un genere in cui è ormai impossibile farlo. Forse si dovrebbe fare un bel passo indietro e tornare a battere sentieri più tradizionali, classici e già battuti da altri. Ma per carità, si tratta solo di uno stupido consiglio, dato da uno che ne ha davvero le tasche piene di gente uccisa in modi scenograficamente spettacolari e di cuori umani serviti su eleganti vassoi d'argento in mezzo al bosco.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'inizio, forse... anzi no.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Assolutamente no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Figoooo, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Non male, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Insomma..., 5
Se avete da 40 anni in su:
Direi di no, 4

The horsemen
(Usa 2008)
Regia di Jonas Akerlund
Con Dennis Quaid


17 AGAIN: And again, again and again

Per quanto tempo e ancora (come canta Biagio Antonacci) dovremo sorbettarci sconclusionati viaggi a ritroso nel tempo, decrescite più o meno felici, epifanie dell'ultima ora e trasmigrazioni corporali. Se ci pensate bene il primo esempio di questo tipo, fu La vita è meravigliosa, in cui un fantastico James Stewart provava sulla propria pelle cosa avrebbe significato per le persone alui care se non fosse mai nato, da lì in poi si è visto di tutto. Negli anni '80 Pozzetto in Da grande cresceva improvvisamente, innamorandosi della sua maestra, in Big, remake dello stesso film un grande Tom Hanks incantava le platee aggiudicandosi una candidatura all'Oscar. Sempre negli '80 Dudley Moore si scambiava di corpo col figlio teenager, stessa cosa capitava 20 anni dopo a Jamie Lee Curtis e sua figlia. Jenifer Gardner qualche anno fa cresceva alla velocità della luce in 30 anni in un secondo e sempre in quel periodo, un arido Bruce Willis si trovava a condividere casa e vita con un se stesso in formato bambino, in un irritante film targato Disney. Ora buon ultimo, cavalcando l'immortale onda del E se... arriva fresco fresco 17 Again interpretato dal super gettonato Zac Efron. Nulla di nuovo sotto il sole, gli ingredienti sono i soliti, magari mescolati diversamente, ma il sapore del pappone resta sempre uguale. Quello che infastidisce un pò sono i super addominali del nostro eroe...è normale secondo voi che un ragazzo abbia un fisico simile a quell'età? Lo trovo inumano ed inarrivabile, se da un lato le ragazzine si vedono sfilare davanti agli occhi fisici anoressici e spettacolari, per i ragazzi la musica non è di certo migliore, a causa dei perfetti addominali del malefico Zac. Possibile che i nostri ragazzi debbano competere con tali bellezze astrali? Quando ero un ragazzo io, mi dovevo confrontare al massimo con Michael J Fox (alto un metro e mezzo) e con Ralph Macchio (faccia da pesce). I tempi cambiano diranno alcuni, forse, ma un vecchio detto dice: le strade dell'inferno sono lastricate dai pettorali di Zac Efron. Ah, quasi dimenticavo, il film? Ovviamente una mezza schifezza.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La partita di basket abbandonata dal protagonista?

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Non male, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Non male, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Insomma..., 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Insomma..., 5
Se avete da 40 anni in su:
Non male, 7

17 Again (Usa 2009)
Regia di Burr Steers
Con Zac Efron, Matthew Perry


STAR TREK: L'ultima frontiera


Multisala in provincia di Bologna, dritti per il corridoio e poi in fondo, sulla destra. Diario di chi scrive, data terrestre: martedì 12 Maggio 2009. Questo è uno dei tanti viaggi di un vecchio cinefilo incallito, a caccia di emozione e magia. Entro in sala titubante, con timida noncuranza, al mio fianco un vecchio amico, anche lui cinefilo, anche lui assetato di stupore. Ci sediamo e fingiamo che non ci importi di essere lì. Finalmente il film comincia e qui, proprio ora, va in scena il futuro, anzi, il passato. Siamo catapultati in un mondo nuovo eppure familiare, mentre le immagini di un eroico combattimento si imprimono nelle nostre sbigottite retine per sempre. Quello che siamo ora, si fonde con ciò che siamo stati, ci rivediamo adolescenti in preda alle prime tempeste ormonali, mentre veniamo tenuti in ostaggio da una vecchia tv su cui scorrono le immagini della serie classica di Star Trek. Il nostro cuore batte sempre più forte mentre l'alchimia si manifesta di nuovo, prepotente ed implacabile. Kirk, Spock, McCoy, Scotty, Uhura, Sulu, Chekov, sono tutti lì, non manca nessuno, gli eroi della nostra infanzia, i fantasmi del nostro passato, i leggendari burattini che animavano un teatro chiamato pomeriggio. Dopo due ore di montagne russe, i muscoli si rilassano, torniamo a respirare, ci trasciniamo esausti e felici fuori dalla sala, i nostri occhi no, sono ancora là, catturati da quello schermo, perduti nel profondo spazio siderale. Ci abbracciamo e torniamo alla nostra vita di tutti i giorni, verso un nuovo viaggio, forse migliori, di certo, più vivi.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il folgorante inizio, il finale da brividi.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Fantastico, 10
Se avete da 13 a 20 anni:
Bellissimo, 9
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 8
Se avete da 30 a 40 anni:
Fantastico, 10
Se avete da 40 anni in su:
Bel film, 7

Star Trek (Usa 2009)
Regia di J.J. Abrams
Con Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana

SAN VALENTINO DI SANGUE: Onesto


San Valentino di sangue (My bloody valentine) è un remake, viene presentato in 3d ed è un'ottima occasione per riflettere sul cinema horror. In principio ci furono i mostri classici, patinate rivisitazioni di storie spesso dal sapore gotico, poi arrivò l'ondata del new horror datato 60/70, dove veniva mostrato di tutto e sperimentato di tutto, gli anni 80 hanno banalizzato e serializzato il genere, i 90 sono stati testimoni di un'ondata moralizzatrice e censoria durata fino all'inizio del nuovo millennio, poi l'11 settembre 2001 tutto è cambiato. Da allora il cinema horror si è fatto più esplicito, più disposto a mostrare, a scardinare e divellere, ad indagare l'insicurezza e l'orrore. Il cinema che vediamo oggi sugli schermi, non si fa problemi a mostrare corpi smembrati, crani spaccati, bulbi oculari strappati e nudi frontali insistiti. My bloody Velentine è proprio l'ultimo nato di questo tipo di filosofia. Il film non va al di là di un onesto slasher, ma quello che stupisce è l'alto tasso di emoglobina sparsa ai quattro venti. A fare da contrappunto quindi ad una storia vecchia come il cucco, ecco teste sfondate a picconate, gole tagliate, mandibole divelte, cuori strappati, teste mozzate e il già citato lunghissimo ed insistito nudo frontale (la scena dura cinque minuti e non ci vengono risparmiati nessuno dei dettagli anatomici della sventurata esibizionista). Sembra quindi che il cinema di genere cerchi di supplire alla mancanza di idee, con l'abbondanza di cattiveria. Tutto ciò è un bene o un male? Ne un bene, ne un male, ma una semplice cartina tornasole del tempo in cui viviamo, ignorare tutto questo è stupido ed inutile, il nostro mondo è cambiato e i cinema è lì per ricordarcelo. Si salvi chi può.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il massacro iniziale, davvero senza fine.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Assolutamente no, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Dai 18 anni in su - bello, 7,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Non male, 6,5
Se avete da 40 anni in su:
Direi di no, n.c.


San valentino di sangue (My bloody Valentine, Usa 2008)
Regia di Patrick Lussier
Con Jersen Ackles, Jamie King


STAR SYSTEM: Leggero con brio


Sarà che adoro Simon Pegg dai tempi di Shawn of the dead, sarà che idolatro Jeff Bridges dal momento che incrocia il suo sguardo in Starman, sarà che i rimandi ad altri film non si contano, ma devo dire che Star System (orrendo titolo italiano del ben più azzeccato How to lose friends and alienate peolple) conquista dalla prima all'ultima sequenza. La storia del giovane reporter inglese che vola a New York per lavorare ad una blasonata rivista, portando lo scompiglio nel mondo dello show business, cattura le pupille e non le molla più. Se da un lato il repertorio di situazioni catastrofiche è piuttosto prevedibile, dall'altro alcuni dialoghi sono strepitosi (il miglior film del mondo? Con Air...), se la storia d'amore messa in scena nel film è telefonatissima, il garbo con cui sboccia e cresce, ammalia, così come ammaliano ancora le note de La dolce vita scritte da Nino Rota. Di certo non sarà il miglior film dell'anno, ma nemmeno il peggiore o il più volgare, in definitiva la pellicola interpretata dal bravo Simon Pegg è un sassolino gettato educatamente nel placido stagno del buon gusto. Su tutto poi, resta nella mente la sequenza in cui i due protagonisti ballano al ritmo della musica di Nino Rota, una sequenza dal gusto classico, d'altri tempi, da commedia sofisticata anni 60/70. Un momento che vale mille parole.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Quella appena citata e il finale...la dolce vita.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Carino, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 7,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Proprio carino, 7,5
Se avete da 40 anni in su:
Carino, 7


Star System (Uk 2008)
Regia di Robert B. Weide
Con Simon Pegg, Jeff Bridges, Kirsten Dunst

JUST FRIENDS: Una presa in giro


Correva l'anno di grazia 2008 e già allora imperversavano i trailer di questo Just friends, datato 2005. Poi, come accade spesso, il film, non ritenuto idoneo ad incassare abbastanza euro nel periodo di uscita previsto, venne slittato alle porte del periodo estivo. Questa zona d'ombra cinematografica, che coincide con l'inizio di maggio, è appannaggio di qualche raro blockbuster e di una pletora di titoli inutili e debolucci, che tentano la sorte in un periodo in cui le nuove uscite sono poche e la concorrenza è assai meno accanita. Just friends è quel tipo di film e guardandolo se ne capiscono anche le ragioni. Mascherata da commedia sentimentale, si nasconde infatti una storia piuttosto imbarazzante e dalla scarsa levatura morale. Il buon Ryan Reynolds infatti, fino a che è grasso e porta l'apparecchio non ha speranze, ma appena passati 10 anni, diventa un super figo in splendida forma, conquista la pentola di monete d'oro alla fine dell'arcobaleno. Come a dire che per i grassi o i brutti, non c'è via d'uscita e che se si pretende la felicità, bisogna sudarsela buttando giù i chili in eccesso. Piuttosto imbarazzante. Il resto del film gira intorno al solito coacervo di battute stupide, situazioni imbarazzanti, disastri annunciati e decisioni telefonate, il tutto supportato da interpretazioni simpatiche ma deliziosmente anonime. Nulla è fatto per durare in questo film, di cui si è già scordato il titolo appena varcata la porta d'uscita della sala, un pò come molto cinema dei giorni nostri. Forget it.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
I titoli di coda. Ryan Reynolds in versione obesa che canta, risulta essere l'unica cosa degna di nota in questa minestrina riscaldata.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Carino, 6
Se avete da 13 a 20 anni:
Bellino, 6,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Palloso, 5
Se avete da 30 a 40 anni:
No, 4
Se avete da 40 anni in su:
Assolutamente no, 3


Just Friends (Usa 2005)
Regia di Roger Kumble
Con Ryan Reynolds, Amy Smart

HANNAH MONTANA: Parliamone...


Hannah Montana è una merda di film, lo so io e lo sapete voi. L'occasione però mi è gradita per chiedervi e chiedermi se hanno un senso queste pellicole giovanil-modaiole, espressamente dedicate alle ragazzine di oggi e alle giovani donne di domani. La tematica proposta è tra le più classiche e si basa sulla coppia d'oro del cinema per ragazzi: talento e culo. Ha senso proporre questi modelli falsati e fuorvianti ai nostri giovani? Non sono forse identici, come struttura e modello, alle pellicole di formazione degli anni 80? In realtà no, una differenza c'è, il sudore. Mi spiego. Il buon Ralph Macchio in Karate Kid ne lava di macchine con la cera prima di diventare un gran figo, vincere il campionato e conquistare l'amore e Jennifer Beals ne fa di saldature prima di passare il provino di danza, nel celeberrimo Flashdance. Hannah Montana e soci invece sono depositari di un talento divino, intrappolato da una condizione momentanea di sfiga. Il talento è servito su di un piatto d'argento, senza dover tirare pugni ad un quarto di manzo, niente sudore e poca fatica, solo tanta passione e la certezza che un giorno l'occasione giusta arriverà. Un pò come i giovani smidollati Amici di Maria De Filippi, non importa studiare, basta esserci, in attesa che venga il giorno in cui il loro talento esploderà come una supernova, abbagliando il mondo. Modelli come questi quindi sono pericolosi, perchè nei ragazzi passa un concetto di realtà distorto, ottimale per quanti di loro riusciranno ad entrare in politica, ma per tutti gli altri, si profila una fulgida carriera nel meraviglioso mondo della consegna pizze a domicilio. Resta ovviamente ben inteso che mentre consegnano, potranno liberamente cantare, dando così sfogo al loro ineguagliabile talento. Corriamo ai ripari.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Per carità....

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Vietatissimo, n.c.
Se avete da 20 a 30 anni:
Vietatissimo, n.c.
Se avete da 30 a 40 anni:
Proprio no, 3
Se avete da 40 anni in su:
Assolutamente no, 2


Hannah Montana (Usa 2009)
Regia di Peter Chelsom
Con Miley Cyrus, Emily Osment

STATE OF PLAY: Tutto bene tranne la fine


Winnie the Pooh direbbe: Ooooh rabbia. Peccato che questo State of play non rimanga fedele a se stesso fino in fondo, svaccando nel thriller più becero negli ultimi 5 minuti. Un vero peccato, perchè per la prima ora e 55, non solo assistiamo ad una grande inchiesta giornalistica, volta a smascherare quello che c'è di marcio sotto il sole, ma il tutto è raccontato con grandissimo senso dello spettacolo e del ritmo. Le interpretazioni degli attori sono un valore aggiunto e la vicenda si avvia spedita verso una degna conclusione, però... SEGUE SPOILER quella che sembra essere un'inchiesta cazzutissima sulla gestione della guerra negli Stati Uniti, si trasforma in un baleno nell'atto cosciente di un imbecille. FINE SPOILER Quello che resta sono un pugno di dialoghi felici, almeno un paio di sequenze memorabili, un bravo Russel Crowe dal capello ribelle, una grandissima Helen Mirren, un imbambolato (come al solito) Ben Affleck e l'ultima sequenza, che accompagna degnamente i titoli di coda. La sequenza in questione mostra la stesura di un quotidiano, dall'impaginazione fino alla stampa. Nell'epoca di internet e della tv sul cellulare, ha qualcosa di arcano e magico vedere la nascita di un quotidiano, un gusto antico, dimenticato e prezioso, che culmina nella creazione di qualcosa che possiamo toccare ed annusare. Una bellissima chiosa un pò retrò, in un mondo dominato dalla fibra ottica e dall'immagine. Bello, peccato per quel finaletto appiccicato con lo sputo.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
I titoli di coda, di cui abbiamo già diffusamente parlato.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Dai 12 anni, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Non male, 6
Se avete da 40 anni in su:
Non male, 6

State of play (Usa 2009)
Regia di Kevin Macdonald
Con Russel Crowe, Ben Affleck, Helen Mirren

LE AVVENTURE DEL TOPINO DESPERAUX: Piacevole


Parlare di animazione al giorno d'oggi risulta essere un mero esercizio di stile. La tecnica e le tematiche di volta in volta affrontate dall'animazione, hanno abbattuto la barriera tra questo genere e il resto della produzione cinematografica. Se alle origini si mettevano in immagini le fiabe classiche, calcando la mano sui sentimenti, ora la nuova strada intrapresa, punta decisamente in direzione di cinismo e spettacolarità. Ne abbiamo guadagnato? Non saprei, ma visto che tutto cambia, non stupisce che anche gli adorati cartoni animati subiscano un radicale mutamento. Quello che dispiace davvero è, la dapprima lenta e poi definitiva, scomparsa delle canzoni che da sempre hanno contribuito a farci amare le avventure dei nostri beniamini disegnati. Questo discorso generale, vale anche per Le avventure del topino Desperaux, film decisamente gradevole, senza essere memorabile. Si sorride e ci si emoziona, guardando scorrere sullo schermo le avventure del piccolo e simpacissimo topo, alla fine della fiera, la pellicola fa il suo sporco lavoro fino in fondo, appagando pancia e cervello. Incantati e un pò imbambolati dall'eccezionale animazione in stile fiammingo, i bambini imparano il coraggio e apprezzano la zuppa, mentre gli adulti si rifanno gli occhi tra uno sbadiglio e l'altro. Non molto direte voi, ma forse per alcuni sarà abbastanza, come ho detto gradevole, ma di certo non memorabile, probabilmente un tantino noioso.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'inizio, il giorno della zuppa è piuttosto memorabile.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Ottimo, 8
Se avete da 13 a 20 anni:
Noioso, 6
Se avete da 20 a 30 anni:
Noioso, 5
Se avete da 30 a 40 anni:
Carino, 6
Se avete da 40 anni in su:
Noioso, 5

Le avventure del topino Desperaux (The tale of Desperaux, Uk/Usa 2008)
Regia di Sam Fell, Robert Stevenhagen

IMAGO MORTIS: De profundis


Se da un lato il cinema italiano da (l'appena criticato Solo un padre), dall'altra il cinema italiano toglie. Impossibile difendere un pasticcio come Imago mortis, raramente un film è risultato essere così sballato e fuori fuoco. In breve la sconclusionata trama: in una scuola di cinema sperduta in mezzo ai boschi (?) uno studente è perseguitato da visioni di un giovane con la testa spaccata, il mistero si infittisce quando il protagonista rinviene in una grotta un tanatoscopio (????) oggetto creato da un certo Fumagalli (???????????) per poter fotografare l'ultima immagine impressa sulla retina di coloro che muoiono... Una cazzata, direte voi ed avete assolutamente ragione! L'ambientazione è delirante, la trama è un pretesto per terrorizzare chi è a caccia di spaventi da recita parrocchiale e gli interpreti si aggirano per la pellicola affetti da un irritante compiacimento. Il demerito più grande di Imago mortis, risiede però nel saper anestetizzare anche lo spettatore più euforico, abbandonandolo in un pietoso stato di semincoscienza, generato dall' onnipresente noia che ammanta tutto e tutti. Se infatti certe ingenuità si riescono a perdonare, quello che risulta impossibile da mandare giù, sono le lunghe e lente camminate ad effetto nei corridoi della scuola, i pistolotti sulla tanatologia e più di ogni altra cosa, l'imbarazzante finale stile Scooby-doo. Se il futuro del cinema di genere italiano è affidato a pellicole come questa, stiamo freschi.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale idiota alla Sccoby-doo è davvero ridicolo.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: No!, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Noioso, 4
Se avete da 20 a 30 anni:
Noioso, 4
Se avete da 30 a 40 anni:
Bolso e noioso, 3
Se avete da 40 anni in su:
No!, n.c.


Imago mortis (italia/Spagna 2008)
Regia di Stefano Bessoni
Con Alberto Amarilla, Alex Angulo

SOLO UN PADRE: Toccante


Solo un padre, è solo un bel film, niente di più e niente di meno. Non dirò che siamo alle solite e che il cinema italiano non si occupa dei veri problemi, per concentrarsi sull'eterna ricerca della felicità, non mi accanirò sulla mancanza di idee e sull'incapacità di osare, anche se ognuna di queste affermazioni è vera e risulta sacrosanta anche per questa pellicola. La ragione è semplice, Solo un padre dispone di una caratteristica fondamentale per farsi perdonare e per farsi apprezzare dal sottoscritto, ha cuore, sincerità, passione e anima. La toccante storia del padre vedovo Luca Argentero è trattata con tanta e tale partecipazione, da lasciare sbigottiti. La spiazzante sincerità con cui il bravo Luca Lucini descrive la difficile situazione di un uomo solo e chiuso in se stesso, ha la stessa forza di un argentino squillo di tromba, schietto, partecipato, emozionato. E' vero, siamo alle solite, il cinema italiano riflette sulla vita di coppia e sul concetto di famiglia, ma qui siamo su di un altro pianeta, grazie soprattutto alla misurata interpretazione del bravo protagonista. La ricerca della felicità lascia quindi posto alla fuga dal dolore, al raggiungimento della pace, toccando vette di partecipata tragicità nelle sequenze che descrivono il parto e l'intimità tra padre e figlia. Il resto, tutto il resto lo fanno gli occhioni spalancati di Fagiolino, la bimba protagonista, capaci di conquistare e sciogliere chiunque, due occhi spalancati sul mondo, pronti a stupirsi e commuoversi, esattamente come quelli di noi spettatori, indifesi e disarmati di fronte ad un tale tumultuoso fiume di emozioni. Consigliato.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tutti i momenti di intimità tra padre e figlia, vivono di una propria calligrafica e piccola magia.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Noioso, 4
Se avete da 13 a 20 anni:
Che palle..., 5
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Molto Bello, 8
Se avete da 40 anni in su:
Molto Bello, 8


Solo un padre (Italia 2008)
Regia di Luca Lucini
Con Luca Argentero, Diane Fleri, Claudia Pandolfi