MADAGASCAR 2: Oltre i pinguini il nulla


Già il primo Madagascar non era certo quel capolavoro che si racconta, anzi soffriva della ben nota sindrome del Trailer. Questa patologia affligge molto cinema contemporaneo e condanna i film ad avere trailer bellissimi e divertentissimi, purtroppo però quelle spesso si rivelano essere le uniche sequenze degne di nota, con l'unico scopo di attirare al cinema poveri spettatori ingolositi da quanto visto nell'anticipazione. Diagnosi: non c'è cura a parte l'astinenza. Questo problema di cui abbiamo già parlato occupandoci di Kung fu panda, affliggeva in modo spaventoso il primo Madagascar, ma non è così determinante nel secondo capitolo, infatti questi è semplicemente un brutto film. Non solo un brutto film, ma anche un film molto noioso, imbolsito da lungaggini fuori luogo (tutta la tirata sulle origini di Alex e il ritrovamento della sua famiglia fanno venire il latte alle ginocchia), da trovate a dir poco sconcertanti (l'amore proibito di Melman per Gloria non era minimamente accennato nel primo capitolo e invece qui sembra che esista da sempre) e da personaggi al limite dell'insopportabile (la vecchina-terminator vorrebbe sembrare simpatica ma dopo un pò fa solo pena). Insomma nella prima parte come nella seconda, la baracca viene tenuta a galla dai pinguini, personaggi strepitosi che regalano le uniche sequenze da applauso. Interroghiamoci dunque sul successo di questi film, sulla loro proclamazione a classici, quando la trama di Madagascar 2 starebbe scritta su di un fazzoletto, forse ci siamo imbarbariti noi o forse il tempo dei veri classici è talmente lontano che cerchiamo di abbozzare tristemente. Un fatto però è certo, mia figlia che ha due anni rimane incantata da La sirenetta e Dumbo, ma non si fila per niente Kung fu panda, un motivo ci sarà. Sono quasi disposto a scommettere che la responsabilità principale la si debba addossare alla carenza di idee che ormai da anni affligge il mondo del cinema, non parlo solo del cinema di animazione, ma di tutto il cinema, non è possibile che si producano pellicole basate su videogiochi, fumetti e serie televisive, si mettano in cantiere sequel strampalati e remake che hanno del grottesco. Non lamentiamoci delle sale deserte e del download selvaggio, andare al cinema costa 8 Euro, ripeto 8 Euro, ma chi spende una cifra simile per sorbirsi una vaccata? Chi è l'illuminato filantropo destinato a sponsorizzare Max Payne e Disaster Movie, ossessionato a tal punto da Aldo, Giovanni e Giacomo da tollerare il pagamento di un simile obolo pur di garantirne la libertà artistica? Di questi tempi la gente vuole qualità, non ne può più di accontentarsi della mediocrità, per lo meno al cinema esige eccellenza e la merita. Torniamo a fare grandi film e allora il pubblico tornerà al cinema. Abbasso la mediocrità, abbasso Madagascar 2, abbasso il pessimo cinema.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'inizio con la "dissacrazione" del logo della Dreamworks da parte dei soliti pinguini è fantastico e e fa ben sperare per il resto del film, purtroppo resterà solo una speranza.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni:
Mi piace se ti muovi, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Bellissimi i pinguini, 6,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Forti anche le scimmie, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Bò!, 5
Se avete da 40 anni in su:
Proprio no, 4

Madagascar 2 (Usa 2008)
Regia di Eric Darnell e Tom McGrath

Trailer italiano di Madagascar 2
http://www.youtube.com/watch?v=aGSrZWBHPo8
Trailer originale di Madagascar 2
http://www.youtube.com/watch?v=-XO2kjjlKrM

COME DIO COMANDA: Grande film!


Ecco come dovrebbe essere un film tratto da un bellissimo romanzo. Sgombriamo subito il campo da dubbi, Come Dio comanda è davvero un grande film. Storicamente tutti quelli che si sono cimentati nell'adattamento di un romanzo per il grande schermo si sono trovti davanti due strade da percorrere: cercare di essere più fedeli possibile al testo tentando di trasporre su pellicola l'emozione che trasuda dalle pagine, oppure tradire in tutto e per tutto il testo di riferimento e pur mantenendone il tema centrale, creare qualcosa di diverso, un'esperienza nuova, un altro mondo. Personalmente prediligo i film che tradiscono i libri, infatti per quanto accurati si possa essere non si arriverà mai ad eguagliare la pagina scritta che ovviamente può contare su di un maggior respiro. Ben altra cosa sono i film che tradiscono in parte o completamente il testo di riferimento, penso a Shining di Stanley Kubrick o alla trilogia del Signore degli anelli di Peter Jackson, insomma grandi film che però hanno avuto il coraggio di scostarsi dalla pagina scritta, cercando di essere film e non film tratti dagli omonimi tomi. E' proprio questo che si apprezza in Come Dio comanda, Salvatores (a tutti gli effetti forse il regista più interessante del nostro cinema per la sua infinita voglia di esplorare e sperimentare) prende il bellissimo testo di Niccolò Ammaniti e con la complicità dell'autore stesso lo ripulisce di tutto ciò che francamente risultava infilmabile, restituendoci così un'opera che va dritta al cuore senza perdersi, anzi aggiungendo elementi di riflessione in più proprio là dove la pagina scritta si interrompeva, lasciando tutto in sospeso. Operazione molto coraggiosa quella di Salvatores che dopo Io non ho paura (in quel caso il film era invece fedellismo al libro) torna ad adattare una storia di Ammaniti, personaggi assenti di cui però non si sente la mancanza, azioni ed intenzioni travisate e incomplete, tutto serve allo scopo di raccontare la storia di un padre e di suo figlio, punto e basta. Il resto è accessorio, gli stessi eventi che fanno da cornice a questa relazione lo sono, Salvatores sembra dirci che al di là di tutta la miseria e le brutture, la violenza e la follia, un padre è sempre un padre, un figlio è sempre un figlio e il loro amore è al di là ogni cosa, del bene e del male. Come la pioggia battente non cancella i peccati, come la follia resta follia, come la violenza è dentro ognuno di noi, come la miseria si nutre di se stessa, come l'amore è ovunque, come un padre per un figlio, come un figlio per un padre e come Dio comanda.
Altissima vetta di maturità artistica.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale è da pelle d'oca. Bellissimo.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni:
Assolutamente no, nc
Se avete da 13 a 20 anni:
Però..., 6,5
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bellissimo, 8
Se avete da 40 anni in su:
Bello, 7

Come Dio comanda (Italia 2008)
Regia di Gabriele Salvatores
Con Filippo Timi, Alessandro Bressanello, Elio Germano

Trailer di Come Dio comanda
http://www.youtube.com/watch?v=nYqxEoL9IPs

COME UN URAGANO: Geriatric Love


Premessa numero uno: da uomo lo devo ammettere, Richard Gere sta invecchiando proprio bene e il suo fascino migliora con l'età, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Premessa numero due: da uomo lo devo ammettere, Diane Lane che francamente non mi aveva mai attirato gran che, invecchiando è diventata una donna molto affascinante, bisogna dare a Cesarina quel che è di Cesarina. Ora che abbiamo liquidato il lato estetico dedichiamoci al film. C'è qualcosa di genetico che scatta in ognuno di noi quando ci predisponiamo a vedere un film: vi è mai capitato di non aspettarvi nulla e di rimanere piacevolmente coinvolti e di aspettarvi tanto e di restare drasticamente delusi? Bè se vi è capitato un fenomeno simile potete capire il mio stupore di spettatore che si reca sabato 27 Dicembre ad una multisala della propria città, fa la fila e appena giunto alla cassa scopre che il film che voleva vedere (Come Dio comanda) è già iniziato e quindi deve ripiegare su qualcos'altro e l'unico titolo papabile altri non è che Come un uragano. Rassegnato acquisto i biglietti e mi accomodo in sala tra i borbottii di mia moglie, insoddisfatta del ripiego, mi abbandono sulla poltrona e mi sorbetto un'ora e quaranta di storia d'amore tra adulti maturi che ritrovano la gioia di vivere e di farsi travolgere dal destino e dalla passione. Non solo, mi commuovo e il film mi piace pure, a questo punto esco dalla dalla sala stupito. Delle due l'una o è vero il ragionamento fatto sopra oppure sto invecchiando. In realtà credo che sia un mix delle due cose, infatti se da un lato è vero che non mi aspettavo nulla, è anche vero che non sono più un ragazzino e che i miei gusti cinematografici stanno cambiando, evolvendo. Vero per esempio è che se un film ha al suo interno un rapporto più o meno travagliato tra un genitore e un figlio, è quasi certo che quel film ai miei occhi acquisterà qualche punto in più e di sicuro otterrà la mia partecipazione emotiva. Non siamo gli stessi spettatori che eravamo e i film che ci piacciono cambiano continuamente, così non è escluso che una tipologia cinematografica che abbiamo detestato fino a ieri (la storia d'amore romantica per esempio), si riveli essere sorprendentemente di nostro gradimento. Il cuore invecchia, rendiamocene conto, più passa il tempo più batte lentamente, facendoci apprezzare anche pellicole e piccolezze insospettabili. Volendo poi essere sinceri fino in fondo non ha nulla che non va questo Come un uragano, la trama è banalotta, ma gli interpreti sono navigati professionisti e funzionano alla grande, il finale è telefonatissimo ma ci si arriva gonfi di emozione e in ultimo...ma chi voglio prendere in giro, sto invecchiando, punto e basta.

P.S. Ma porco Sparks (autore del libro da cui è tratto il film e già responsabile de Le parole che non ti ho detto e I passi dell'amore) ma è mai possibile che con te si finisca sempre a fare un giro in obitorio? Una volta, dico una volta, non potresti placare la tua sanguinosa sete di vendetta e regalare a noi tutti un cavolo di happy end? Te lo chiedo in ginocchio.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il telefonatissimo finale, lo spettatore lo sa cosa sta per accadere eppure l'emozione sale e fa inumidire gli occhi...sto proprio invecchiando.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni:
Che palla mamma, 3
Se avete da 13 a 20 anni:
Che due gran palle, 2
Se avete da 20 a 30 anni:
Pensavo peggio, 6
Se avete da 30 a 40 anni: A tratti commuove, 6,5
Se avete da 40 anni in su:
Che bello!, 7

Come un uragano (Nights in Rodanthe,Usa 2008)
Regia di George C. Wolfe
Con Richard Gere, Diane Lane

Trailer italiano di Come un uragano
http://www.youtube.com/watch?v=ltbPqgXITZo
Trailer originale di Come un uragano
http://www.youtube.com/watch?v=wABFdUIIxlw

IL COSMO SUL COMO': C'erano una volta tre comici...


Correva l'anno 1997 quando la penisola tutta veniva scossa da capo a piedi da un terremoto chiamato Aldo, Giovanni e Giacomo, che con il rutilante Tre uomini e una gamba avevano fatto divertire tutti gli italiani che gli avevano dato fiducia seguendoli nel grande salto dal piccolo schermo (e dai teatri) a quello grande, al cinema. Sono passati 10 anni e dopo alti (Chiedimi se sono felice) e bassi (La storia di Al, John e Jack) il dinamico trio si ripresenta anche questo natale all'appello del cinema italiano. Fughiamo subito il campo dai dubbi, questo Il cosmo sul comò è un brutto film, non fa ridere e non ha nemmeno la corposità o la cattiveria necessarie per risultare un'apologo sull'italianità contemporanea. Non aiuta certo la divisione in quattro episodi più un quinto che fa da imbarazzante collante, la sensazione è di una discontinua sceneggiatura tutta buchi e battutine da bar, il sapore che rimane in bocca usciti dalla sala, è amaro ed ha il gusto della beffa. Ma vediamo di entrare meglio nel dettaglio. Il primo episodio parte bene inanellando una serie di divertenti siparietti che ben predispongono lo spettatore, peccato che il finale cada in una telefonatissima trovata che più che divertente appare triste e scontata. Il secondo episodio è quanto di più imbarazzante il trio di comici abbia mai portato sullo schermo, scrittura scontata, pochissimi momenti divertenti, la noia regna sovrana. Nel terzo la musica non cambia e la trovata dei quadri che parlano è francamente mal sviluppata, chiudendo il tutto in modo superficiale e porgendo la guancia ad un irritante siparietto gay. Finalmente la narrazione decolla e la carne al fuoco si fa saporita nel quarto ed ultimo episodio del film, in cui un bravo Giacomo tenta disperatamente di avere un figlio. L'episodio ha una scrittura forte e risulta estremamente godibile e divertente, peccato che nel finale non abbia il coraggio di osare fino in fondo, un pizzico di cattiveria in più avrebbe giovato al punteggio del film. Tutto qui, l'ennesima occasione mancata che dopo il malriuscito Amplagghed conferma una crisi profonda all'interno del trio comico più famoso del bel paese. La sensazione è quella di un'eterna indecisione tra un film vero, impegnato, affrontando tematiche di spessore magari col sorriso sulle labbra e l'ennesima prova comica calcolata sulle aspettative del pubblico. Credo che sia giunto il momento di scegliere, di maturare e di crescere, ora basta giocare a fare il cinema.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La partenza per le vacanze di Giovanni e la sua famiglia è davvero da mal di pancia dal ridere.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Non fa tanto ridere, 6
Se avete da 13 a 20 anni: Mi sono divertito, 7
Se avete da 20 a 30 anni: Carino pensavo meglio, 5
Se avete da 30 a 40 anni: Speravo molto meglio, 5
Se avete da 40 anni in su: mmm...non ci siamo, 4

Il cosmo sul comò (Italia 2008)
Regia di Marcello Cesena
Con Aldo, Giovanni e Giacomo.

Trailer de Il cosmo sul comò
http://www.youtube.com/watch?v=yGbItjH_cDc

DISASTER MOVIE: Punto di non ritorno


Non volevo guardare questo film ma ho voluto farlo per poterne scrivere, di lui e dei suoi predecessori... era quantomeno necessario. C'erano una volta i film demenziali, senza voler scomodare il mito (Helzapoppin) troviamo alcuni esempi di demenzialità nel mondo del cinema che hanno del geniale: John Landis con Ridere per ridere o quella misconosciuta chicca di Donne amazzoni sulla luna, le prime opere di Woody Allen, Bananas e Amore e guerra sopra tutti, fino a giungere al cinema del premiato terzetto Zuker Abraham e Zuker, responsabili di L'aereo più pazzo del mondo, Top secret (vero capolavoro assoluto della loro filmografia) e la trilogia de La pallottola spuntata. Altri esempi più o meno blasonati hanno fatto divertire le platee di mezzo mondo per moltissimi anni, dando vita per esempio ai due Hot shots, al poco noto Palle in canna e all'imbarazzante Riposseduta. Ma questo era il passato, ora il cinema demenziale pretende di far ridere in modo diverso, complice la deriva narrativa iniziata con i vari Scary movie, di cui si salvava solo il primo, ora non ci si affida più ad una sceneggiatura, ora si citano pedissequamente film usciti di recente. Tutto qui, si pretende che lo spettatore si diverta vedendo un dabbenuomo vestito come Borat o una povera tapina che parla e si atteggia come Juno, azzerando completamente la scrittura cinematografica e lasciando lo spettatore a gustarsi (si fa per dire) una fuoco di fila micidiale di citazioni. Quindi sgombriamo il campo da dubbi, NON FA RIDERE. Vedere Carmen Electra che si presenta vestita da Angelina Jolie e la scimmiotta in una rivisitazione di Wanted NON FA RIDERE, vedere Hulk che si trasforma e perde i pantaloni NON FA RIDERE, assistere alla demolizione del mito di Indiana Jones facendo interpretare l'immarcescibile archeologo da un attore nero e nano NON FA RIDERE (ed è anche piuttosto di dubbio gusto per quanto riguarda i diritti civili), ma più di ogni altra cosa partecipare alla sfilata dei sosia di Jessica Simpson, Amy Wynehouse e Hanna Montana NON FA E MAI FARA' RIDERE. Il problema è che il film è tutto qui, non ha storia ne intreccio, si procede solo per accumulo di sequenze più o meno disarmanti, fino ad arrivare all'imbarazzante minutaggio di un'ora e dieci circa...pietoso. Stupisce quindi che un simile guazzabuglio di cattivo gusto ottenga larghi consensi tra il pubblico giovane, imbarazza pensare che pellicole horror e cinepanettoni vengono criticati per l'eccessiva violenza gli uni e per la smaccata volgarità gli altri, mentre film del genere girano a piede libero nelle nostre sale insultando l'intelligenza del pubblico che ha la sventura di imbattervisi. lancio quindi il mio accorato appello, se nel titolo di una pellicola in uscita trovate la parola MOVIE, lasciate perdere, scappate a gambe levate perchè probabilmente quella in cui vi siete imbattuti è spazzatura della peggior specie: IGNORANZA.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il trailer di Watchmen prima che il film cominci.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Che schifo, 3
Se avete da 13 a 20 anni: In classe mia l'hanno visto tutti, 7
Se avete da 20 a 30 anni: Assolutamente no, 5
Se avete da 30 a 40 anni: Aiutateci, 2
Se avete da 40 anni in su: Perchè tanto odio, 2

Disaster Movie (Usa 2008)
Regia di Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Con Carmen Electra, Matt Lanter, Kimberly Kardashian

Trailer originale di Disaster Movie
http://www.youtube.com/watch?v=tihG_2BSUqg

Trailer italiano di Disaster Movie
http://www.youtube.com/watch?v=QEmqjpNmf2Q

PASSENGERS: Un valido aiuto per chi esce dal coma


Negli ultimi anni Hollywood si è fatta sempre più sensibile verso certe tematiche, ma anche verso un certo tipo di pubblico, si è diversificato il target e dopo gli adolescenti e le casalinghe ora è giunta la volta di coloro che sono appena usciti da un coma durato 50 anni. Hollywood non dimentica questi potenziali clienti e li premia con un film cucinato e cotto solo per loro. Ecco quindi che il nostro ipotetico paziente, dopo 50 anni di buio decide di vedere un film e così a digiuno di ben 50 anni di cinematografia e sceneggiatura, letteratura e televisione, approda nella sala in cui è in programmazione Passengers. Il nostro rimmarrà estasiato e soprattutto stupito dal colpo di scena finale, uscirà dal cinema compiaciuto e si domanderà distrattamente come mai gli altri spettatori stiano invece marciando come un branco di bufali inferociti verso la cassa chiedendo la testa del titolare. Il problema di fondo risiede nel fatto che bisogna essere stati in coma per 50 anni o aver vissuto su marte per lo stesso periodo per non trovare inutile questo film. La storia poggia tutta sul finalone ad effetto, ma purtroppo l'effetto si perde perchè dopo circa dieci minuti di film è chiaro a tutti dove si andrà a parare, risulta anche duro arrivare in fondo perchè per ottenere qualche spunto degno di nota, bisogna attendere per un'interminabile ora e 15 minuti, mettendo a dura prova le palpebre di chiunque. Ora io non credo che Hollywood pensasse di stupire nessuno, sapeva benissimo che la storia era trita e ritrita e che nessuno si sarebbe stupito, anzi molti si sarebbero irritati, a meno che come dicevo all'inizio questo film non sia confezionato per scopi umanitari e scientifici, aiutando chi meno fortunato di noi può riaffacciarsi dopo tanto tempo al mondo della celluloide. Grazie Hollywood per questa zozzeria, grazie per questo bignami su pellicola dei luoghi comuni, grazie di aver creato un prodotto per far riposare gli occhi di chi lo guarda, grazie per il coraggio che dimostri infatti il rischio è che i tuoi entusiasti clienti di oggi, decidano domani schifati di tornare in coma. Scherzi a parte state lontani da questa schifezza.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Alla fine dei giochi il momento meglio riuscito del film è il telefonatissimo finale.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Mamma ho sonno, 3
Se avete da 13 a 20 anni: Mi ricorda qualcosa ma gran storia, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Carino ma non c'era quel film...., 5
Se avete da 30 a 40 anni: Non c'era quel film di Tornatore..., 5
Se avete da 40 anni in su: Zzzzz...., 3



Passengers (Usa 2008)
Regia di Rodrigo Garcia
Con Anne Athaway, Patrick Wilson

Trailer italiano di Passengers
http://www.youtube.com/watch?v=XcODZ-top5w

Trailer originale di Passengers
http://www.youtube.com/watch?v=Qj2pXJPNAW4

BLADES OF GLORY: Guilty pleasure


Ognuno di noi ha il suo scheletro nell'armadio. Il mio si chiama Blades of glory. Ne sono orgoglioso. Ho recentemente rivisto per l'ennesima volta questo film e mi corre l'obbligo di parlarne . So benissimo che molti non saranno d'accordo, soprattutto quella critica paludata e snob che si sdilinquisce per il cinema iraniano e si scioglie come neve al sole davanti ad un cortometraggio armeno, ma devo veramente dichiarare il mio amore incondizionato ed eterno per questa pellicola, capace di migliorare ad ogni visione. Non sto scherzando, Blades of glory è il sogno di ogni appassionato di cinema che abbia forgiato i propri muscoli cinematografici nei cupi anni '80, anni in cui accanto alla visione di classici obbligatori per l'educazione sentimentale di ogni cinefilo che si rispetti, veniva in segreto coltivata la passione per i film di John Hughes e per le parabole a sfondo agonistico come Karate kid e Rocky IV. Blades of glory è la summa di tutto quello che quel cinema sapeva ispirare, dal sentimento di rivalsa tipico di quegli anni al raggiungimento del sogno, fino alla catarsi finale. Vedere la storia di due pattinatori maschi che sfidano uniti la coppia di favoriti alle olimpiadi invernali, ha del galvanizzante, in un'ora e mezza il film regala emozioni, risate e dissacrazione, fino ad arrivare alle lacrime nel fantastico e mitologico finale. I momenti da applauso sono tantissimi e la sceneggiatura regge alla grande, spalleggiando i due protagonisti e fornendo loro su di un piatto d'argento alcuni momenti comici assolutamente indimenticabili. Insomma un grande film, non da esibire con gli amici, citandolo nelle conversazioni colte, ma piuttosto un classico segreto da proteggere. Quando finalmente poi incontrerete sulla vostra strada qualcuno che coltiva il vostro stesso piacere segreto, allora non mancherà un lungo abbraccio e qualche lacrima, tipica di due affinità elettive che si sono riconosciute. Da vedere a vostro rischio e pericolo.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La prima esibizione in coppia accompagnati da I don't wanna miss a thing e il meraviglioso finale.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Papà voglio fare pattinaggio, 8
Se avete da 13 a 20 anni: Non male dai, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Il prossimo film lo scelgo io, 5
Se avete da 30 a 40 anni: Ci ho portato mio figlio, 5
Se avete da 40 anni in su: Il ghiaccio è sempre il ghiaccio, 6


Blades of glory (Usa 2007)
Regia di Josh Gordon, Will Speck
Con Will Farrell, Jon Heder

Trailer originale di Blades of glory

ULTIMATUM ALLA TERRA: Inutile? Forse no.


La domanda sulla bocca di tutti i cinefili incalliti e i puristi dell'ultima ora è sempre quella: Perchè fare un remake di un classico? Forse qualche anno fa mi sarei schierato tra coloro che declamano questo interrogativo come fosse un mantra e magari si rifiutano anche di vedere il nuovo film, indignati con Hollywood e con questi sceneggiatori d'oggi privi di idee e di spina dorsale. Questo però qualche anno fa, ora sono diverso e ho uno sguardo un pò meno intransigente sul mondo, ho avuto una figlia, mi sono sposato e ho comprato una casa e così per me il mondo non è più solo bianco o nero, ma presenta molteplici ed interessanti sfumature di grigio. Perchè dunque fare un remake di un classico? Semplice, perchè quel film ha più di 50 anni e in così tanto tempo, il mondo è cambiato, siamo cambiati noi e sono cambiati i modi di approcciarsi a certe tematiche. In più non bisogna mai dimenticare che approcciarsi ad un classico è sempre un'operazione interessante, cambia l'occhio dietro la macchina da presa e cambiano interpretazione e simbologia. Rinnegare questo sarebbe come dire che è inutile portare ancora a teatro testi di Sofocle e Shakespeare o rappresentare opere di Puccini e Verdi. I classici non sono mai immutabili, ma hanno bisogno di respirare, di essere reinterpretati e reinventati continuamente, solo così continueranno a vivere e non finiranno a far la muffa sugli sterminati ed impolverati scaffali del patrimonio dell'umanità. Detto questo Ultimatum alla terra non è malaccio davvero, aggiornato ai giorni nostri il film guadagna in effetti speciali e in trovate intelligenti (vedi per esempio le sfere-arca e il finale), confermando che nonostante qualche scivolone ed alcune ingenuità il vecchio classico è ancora capace di macinare fior di emozioni. Insomma una scommessa vinta che piacerà al neofita e non farà storcere troppo il naso al purista...cosa volere di più.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La devastazione e il bel finale.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Bello ma fa un pò paura, 6
Se avete da 13 a 20 anni: Bello ma noioso, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Bellino ma strampalato, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Non credevo ma mi è piaciuto, 7
Se avete da 40 anni in su: Che nostalgia, 7

Ultimatum alla terra (The day the earth stood still ,Usa 2008)
Regia di Scott Derrickson
Con Keanu Reeves e Jennifer Connelly

Trailer italiano di Ultimatum alla terra
Trailer originale di Ultimatum alla terra

DEATH RACE: Che spasso!


Che bello, che divertimento, che goduria, che spasso. Death Race è il classico action che piace a me, tanta adrenalina, tanto sangue e tante battute memorabili pronunciate a denti stretti da uomini duri come la selce. Ovvio che chi si avvicina a questo tipo di prodotti si aspetta solo divertimento e se ne sbatte dell'introspezione psicologica o delle tematiche sociali, chi è disposto a spendere 7 euro e mezzo per vedere un film chiamato "corsa della morte" vuole vedere due cose: corse spettacolari e morti ancora più spettacolari. Al diavolo la cinefilia, il cinema d'autore e di qualità, qui si parla di intrattenimento puro e semplice. Una pellicola nata per titillare le poco esigenti papille gustative del teenager medio, dedito all'uso del computer e all'abuso dei videogames, un viaggio a senso unico sparati come palle di cannone verso la carneficina più plateale. Purtroppo questo vale per la prima parte del film dove non si fa a tempo a contare i cadaveri, nella seconda il piede si solleva dall'accelleratore per inserire a forza un pò di sostanza narrativa dove in realtà non era richiesta, alleanze telefonate ma inutili, buonismo e cameratismo da filmaccio anni '80 e una bellissima bambina, sono gli elementi che fanno crollare il finale, negadoci anche il gusto di un sano faccia a faccia tra il buono e la cattiva del film. A volte bisogna cercare di essere coerenti ed onesti con se stessi, quindi se stai facendo un film pop corn alla Snake on the plane tanto per capirci, devi giocare di accumulo ed esagerazione, lascia i buoni sentimenti e le catarsi al cinema italiano, metti la quinta e spingi più che puoi sull'accelleratore, portandoci con te là dove non c'è luce e fa un caldo d'inferno. Questo è l'unico peccato mortale di Death race, ad un certo punto tira il freno a mano e lo spettatore rimane imbambolato, con una fastidiosa fitta procuratagli dalla cintura di sicurezza a fargli compagnia, confuso e disorietato a domandarsi cosa sia successo e da dove sia spuntata quella cintura che all'inizio del viaggio neppure c'era...

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il primo giro della Death race è davvero notevole, sangue a secchiate.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Fighissimoooooo, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Abbastanza figo, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Non credevo ma mi sono divertito, 6
Se avete da 40 anni in su: E' uscito un nuovo film con Accorsi, n.c.

Death race (Usa 2008)
Regia di Paul W.S. Anderson
Con jason Statham, Joan Allen

Trailer italiano di Death race
http://www.youtube.com/watch?v=isJtAxV9NHk
Trailer originale di Death race
http://www.youtube.com/watch?v=BxKYvaIEkIU

MAX PAYNE: Che sonno!


Cosa si poteva fare con i milioni di dollari spesi per portare al cinema Max Payne? Tantissimo. Forse si potevano investire nella ricerca, oppure donare all'Unicef, ci si poteva costruire un bel ospedale e dulcis in fundo se al già consistente gruzzolo si fosse aggiunta la cifra spesa per finanziare i vari Epic movie, Disaster movie, Treciento e compagnia cantando, forse si sarebbe risollevata la famosa "crisi". Invece no, i produttori e la 20th Century Fox in testa hanno deciso di creare una nuova, imbattibile, inattaccabile, rivoluzionaria ed infallibile cura per l'insonnia. Si auspica una tempestiva uscita in dvd per poter godere degli effetti benefici di Max Payne direttamente nel comodo salotto di casa, per potersi liberamente abbandonare tra le braccia di Morfeo e risolvere così un problema cronico che riguarda milioni di persone. Max Payne non è un horror perchè è troppo estetizzato e freddo, laccato e privo di nerbo per esserlo, non è un action perchè l'azione latita in modo ostinato e colpevole e non è un giallo perchè della trama non frega francamente niente a nessuno, prima tra tutti allo sceneggiatore, al regista e agli attori tutti. Poi c'è Mark Wahlberg che compie il miracolo di non aggiungere nessuna espressione nuova al suo repertorio, guarda la macchina da presa perennemente ingrugnito, è sofferenza direte voi (al personaggio hanno ammazzato moglie e figlia), invece no assomiglia più a costipazione. Insomma le pecche di Max Payne non sono tragiche, in realtà le si può riscontrare nel 95% degli horror in circolazione, il problema vero è la mancanza di onestà, questo presentarsi come prodotto spaccatutto e poi in realtà essere un baraccone con tanto fumo e pochissimo arrosto alla fine non paga, anzi fa sorgere nello spettatore un sentimento che puzza di presa in giro. Ovviamente da questo discorso sono esclusi tutti coloro che stanchi e spossati dai frenetici ritmi che la vita moderna ci impone, si sono recati in sala per schiacciare un pisolino. Forget it.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Non saprei proprio...

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Papà ho sonno andiamo?, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Figo adesso subito a casa a giocare, 7
Se avete da 20 a 30 anni: Anche a te è venuta sonnolenza?, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Ci ho dovuto portare mio figlio, 5
Se avete da 40 anni in su: Non scherziamo please, 3

MAX PAYNE (Usa 2008)
Regia di John Moore
Con Mark Walhberg, Chris O'Donnell

Trailer italiano di Max Payne
http://www.youtube.com/watch?v=JOFFb7puQ8U
Trailer originale di Max payne
http://www.youtube.com/watch?v=qIwcYNxA97E

ORA O MAI PIU': Nulla come prima


Genova è una ferita aperta e sanguinante che non può e non riesce a cicatrizzare. Il G8 è a tutti gli effetti uno degli avvenimenti più bui della storia recente del nostro paese, fa piacere che il cinema se ne occupi e non solo mettendo in scena il solito documentario, ma dedicandogli una storia di fiction che ha nerbo e sostanza da vendere. Bel cinema italiano di denuncia quindi, ma non solo, anche buon cinema di formazione, la stessa formazione che porterà David, diligente studente di fisica all'ultimo anno della Normale di Pisa, a scoprire cosa conta veramente e soprattutto a capire che certi "errori" si possono commettere solo da giovani...ora o mai più. Amore, occupazione, protesta, sesso, impegno e provocazione, tutto fa parte del normale corollario di crescita e tutto è più o meno rappresentato come un gioco semiserio, come una intramontabile e scherzosa utopia, propria di tutti i giovani. Poi il film svolta e alle proteste goliardiche e alle provocazoni guascone, contrappone le manganellate e le torture del carcere di Bolzaneto, la morte di Carlo Giuliani e le cariche della polizia...L'abbraccio di un padre comprensivo mette fine all'orrore e l'amore strappato sul bordo di una piscina sembra promessa di un futuro senza più punti interrogativi, ma dietro alla porta del nostro domani ci siamo solo noi, pronti a guardarci indietro e a interrogarci su ciò che vogliamo davvero, la giovinezza finisce e la vita ci investe, il mondo cambia e noi con lui, non più gli stessi ma simili a quello che forse un giorno saremo, summa di errori, fucina di dubbi, la porta è aperta il domani è là fuori, gli amici come i ricordi corrono al nostro fianco...ora è il momento, ora o mai più, forse per alcuni mai più.

IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Tutta la parte che riguarda il carcere di Bolzaneto, don't forget.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Vi romperete le scatole, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Vi esalterà come facoceri, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Vi verrà voglia di invadere Arcore, 10
Se avete da 30 a 40 anni: Vi lascerà tanto amaro i bocca, 8
Se avete da 40 anni in su: Vi piacerà certamente tanto, 8

Ora o mai più
(Italia)
Regia di Lucio Pellegrini
Con Jacopo Bonvicini, Violante Placido, Edoardo Gabbriellini

Scena tratta da Ora o mia più

CLASSE MISTA 3°A: Ritorno al passato


Ebbene sì, avete letto bene, Classe mista 3°a. Come ho già avuto modo di dire altrove l'appassionato di cinema guarda tutto quello che gli capita sotto gli occhi, così come l'appassionato di calcio ama vedere la finale dei mondiali oppure la classica partitella scapoli contro ammogliati. Ciò non toglie che il cinefilo abbia gusti ben precisi, passioni e guilty pleasures, ma questo non cambia la realtà dei fatti, ogni film è un appuntamento imprescindibile ed irrinunciabile, quindi Classe mista 3°a. Avevo visto questo film quando uscì e l'avevo bollato come una vaccata, ho però voluto riguardarlo 12 anni dopo (è del 1996) per rendermi conto di un fenomeno che investe ormai da tempo l'Italia: il moccismo (schiere di adolescenti e non in delirio per Federico Moccia). Ho pensato quindi che poteva essere interessante partire da qui dal film da lui diretto e scritto, per capire l'uomo dietro il mito. Il film ha in nuce tutte le tematiche che si svilupperanno poi ben più ampiamente negli ormai celeberrimi scritti del nostro, quello che risulta invece essere un valore aggiunto è lo spirito di quegli anni che non ricorda o non vuole più ricordare nessuno. Gli ani 90, è un fatto, non li considera mai nessuno, tutti a glorificare gli anni 80 e manco un cane che si fumi i 90, che invece sarebbero da riscoprire, Classe mista 3°a riporta intatta quell'atmosfera, ovvio che la trama è banale e prevedibile ma se alla solita zuppa aggiungete un professore inguaribile romantico, uno studente contestatore, un triangolo amoroso sui generis e un professore pedofilo, state tranquilli che la pietanza si fa decisamente più saporita, se poi dulcis in fundo alcune battute sono entrate di diritto nell'Olimpo degli aforismi (dimmi l'Infinito di Leopardi...leopardare) allora bisogna cercare di non fare tanto gli schizinosi e gutarsi questo viaggio nel tempo, verso uno ieri che non esiste più e che si fa sempre più fumoso giorno dopo giorno. Moccia dal canto suo si dimostra ottimo osservatore e cronista delle logiche che sottendono l'universo adolescenziale, non possiamo fare altro che dargliene atto. Per appassionati antropologi senza puzza sotto il naso e con tanto senso dell'umorismo.

IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Il confronto in cortile tra il professore innamorato di Leopardi e un suo studente con probemi di cuore...le donne bisogna farle ridere o farle piangere. Toccante.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Dai 12 anni in su vi toccherà il cuore, 7
Se avete da 13 a 20 anni: Vi piacerà e vi ritroverete rappresentati, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Vi strapperà un paio di risate, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Vi lascerà indifferenti, 5
Se avete da 40 anni in su: Ma non c'è Santoro questa sera?, 3



Classe mista 3°a (Italia 1996)
Regia di Federico Moccia
Con Leonardo Ruta, Eleonora D'Urso, Alessio Federici, Paolo Bonolis.

Scena tratta da Classe mista 3°a
http://www.youtube.com/watch?v=C6z44tyG2-Y

PRANZO DI FERRAGOSTO: Una commedia italiana


Spesso mi lamento del cinema italiano e di come negli anni sia finito a raccontare sempre più la vita dei miei vicini di casa, con i loro amori, le loro insicurezze, le loro speranze, passioni, delusioni e manie, perdendo però di vista la vecchia lezione della commedia italiana che tra una risata di pancia e una a denti stretti raccontava il notro paese con i suoi vizi e le sue virtù. Sperduti nel dedalo dei tanti Muccino, Ozpetek e Moccia, ci siamo fatti travolgere da una girandola di problemi effimeri e banali che hanno come tema conduttore la FELICITA', per carità la ricerca di questa è importante ma forse ci dimentichiamo spesso che i problemi veri che affliggono l'Italia sono altri. Per fortuna ogni tanto qualche autore si fa largo e tra botte e spintoni mette in tavola un problema reale, se poi riesce a farlo col sorriso sulle labbra tanto di guadagnato. Arriva quindi a proposito Pranzo di ferragosto piccolo film che con la leggerezza di un battito d'ali e la schiettezza di un buon bicchiere di vino parla del problema dei nostri anziani. I nostri vecchi, con le loro manie e le loro esigenze, il loro non rassegnarsi ad essere vecchi e la loro voglia di lottare per far sentire una voce che nessuno vuole più ascoltare. Così in un cocente ferragosto il gentile Gianni si trova in una Roma marziana e abbandonata la casa occupata da alcune gentili signore lasciategli in deposito da premurosi figli che hanno però di meglio da fare. La storia è tutta qui, piccola e poco chiassosa eppure quello che colpisce è il non detto, tutto quello che viene solo accennato, solo suggerito, Pranzo di ferragosto non parla della spasmodica ricerca della FELICITA' ma di come a volte basta poco per essere felici. Non ci sono amori tormentati, ne intelettualismi da bancarella, ci sono solo loro, i nostri anziani, che non chiedono altro che essere lasciati in pace, liberi di scegliere come passare il tempo, in compagnia di chi, cosa mangiare ed eventualmente dove morire, finalmente liberi di non sentirsi vecchi ma solo uomini e donne.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
I tentativi di Gianni di destreggiarsi tra i desideri e le esigenze delle sue ospiti sono francamente divertentissimi.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Che palle, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Che gran palle, 3
Se avete da 20 a 30 anni: Però carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Bello intenso fa riflettere, 8
Se avete da 40 anni in su: Vi piacerà e vi commuoverà, 9



Pranzo di ferragosto (Italia 2008)
Regia di Gianni Di Gregorio
Con Gianni Di Gregorio, Valeria De Franciscis, Marina Cacciotti, Maria Calizia, Grazia Cesarini Sforza,

Trailer di Pranzo di ferragosto
http://www.youtube.com/watch?v=3AkosFliKG8

FRONTIERE(S): Ci vuole molto pelo sullo stomaco


Frontiere(s) non è un film per tutti, anzi forse è un film per pochi, tanto è permeato di violenza in ogni singola inquadratura. Difficile guardarlo fino in fondo eppure non se ne può fare a meno, ti cattura dalla prima immagine e ti tiene stretto fino alla fine quando tu spettatore non puoi fare altro che arrenderti come la protagonista. Pare che il cinema horror non sia più capace di tornare indietro, ormai la china presa col torture porn (termine che indica i film alla Hostel tanto per capirci) ha segnato un punto di non ritorno e il cinema di genere ci si è abbandonato completamente. Non credo che si tratti solo di moda e di marketing, forse sta succedendo qualcosa. Il cinema di genere è la cartina al tornasole della società in cui viviamo e forse questi film intrisi di una violenza malsana e aberrante ne sono lo specchio. Tortura, mutilazione, nazismo, cannibalismo, sangue a vagoni e seghe circolari, questi sono gli elementi che compongono Frontiere(s) che comunque è un film da vedere più che da raccontare. La discesa agli inferi dei protagonisti è la metafora del mondo sul continuo baratro della rivoluzione e della repressione rappresentato nell'incipit, non c'è scampo alla violenza essa è tutta intorno a noi e l'unica cosa che possiamo fare è subirla e perire o abbracciarla con ferina determinazione. In un mondo come questo non esistono più frontiere da attraversare, ormai il problema è troppo diffuso e la fuga non è una soluzione, l'odio e la tortura ci seguiranno perchè sono tutto intorno a noi e non c'è modo di lasciarseli alle spalle. Fa quindi riflettere un messaggio tanto pessimista e fa pensare che come teorizzava il buon Matieu Kassovitz nel suo capolavoro d'esordio, L'odio, questa sia una società in caduta libera verso il baratro: fin qui tutto bene, il problema non è la caduta, ma l'atterraggio...Frontiere(s) è qui a dirci che quando quell'atterraggio ci sarà ci faremo male, molto male.
P.S. Assolutamente vietato agli impressionabili e ai minori di 18 anni. Vi assicuro che vedere questo film è un'esperienza davvero sgradevole e malsana.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Difficile scegliere, ma se proprio devo, il finale con quelle braccia alzate in segno di resa è davvero notevole, ricco di sottotesti e di sottintesi.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Assolutamente da non vedere, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Bello vedere le cose estreme e proibite, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Vi darà qualche incubo ma vi piacerà, 8
Se avete da 30 a 40 anni: Vi turberà profondamente, 8
Se avete da 40 anni in su: AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH, 1



Frontiere(s) (Francia/Svizzera 2007)
Regia di Xavier Gens
Con Karina Testa, Aurélien Wiik

Il trailer originale di Frontiere(s)
http://www.youtube.com/watch?v=5DvsrHizZA0
Il trailer italiano di Frontiere(s)
http://www.youtube.com/watch?v=QMYTSUC8ENA

LARS E UNA RAGAZZA TUTTA SUA: Prezioso


Benvenuti nel mondo di Lars, che ovviamente è anche il nostro, eppure non è il nostro fino in fondo ma è qualcosa di diverso, di incomprensibile, insomma è il mondo di Lars. Bello questo piccolo film, bello e prezioso, carico di di tutto ciò che serve per farsi ricordare e per lasciare qualcosa di concreto nel fortunato spettatore che lo trova sul suo cammino. Vale la pena di raccontare la trama in due parole: il timido Lars incapace di costruire un legame affettivo con chiunque decide di ordinare con internet una bambola e di considerarla a tutti gli effetti la sua fidanzata, colmando così il vuoto nella sua vita, la città, gli amici e la famiglia si stringe attorno a lui stando al gioco. Se la trama di questo film vi sembra ridicola e divertente, vi state sbagliando di grosso perchè era da tempo che tra le mie grinfie di cinefilo non capitava qualcosa di tanto toccante e profondamente triste. Il miracolo compiuto dal timido Lars è quello di farci dimenticare che Bianca (la bambola) sia finta, attraverso i suoi occhi e le sue premure infatti Bianca diventa uno dei protagonisti del film, capace di avere freddo, di ammalarsi e perfino di morire. Bianca è l'epifania di un essere umano, il vuoto incolmabile finalmente colmato, la donna, la moglie e l'amante, pur non essendo niente di tutto questo. Forse Bianca è quello che manca a ogni essere umano per sentirsi di nuovo vivo, di nuovo reale in un mondo di automi schiacciati dalla vita e dalla responsabilità, di manichini umani che soffrono e cercano disperatamente la loro felicità, forse quello che ci vuole è un manichino vero per far apprezzare a tutti quell'umanità dimenticata, quel sorriso smarrito. Bello, bello, bello, bellisssimo film. Prezioso.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale, il funerale di Bianca è triste come quello di chiunque altro, pazzesco.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Vi romperete le scatole, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Ma non doveva far ridere?, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Vi incuriosirà, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Vi piacerà tanto e vi commuoverà, 8
Se avete da 40 anni in su: Lo vedrete volentieri, 7



Lars e una ragazza tutta sua (Lars and the real girl,Usa 2007)
Regia diCraig Gillespie
ConRyan Gosling, Patricia Clarkson

Trailer originale di Lars e una ragazza tutta sua http://www.youtube.com/watch?v=I1XxILVnt1w
Trailer italiano di Lars e una ragazza tutta sua
http://www.youtube.com/watch?v=6ptFmFHxuLE

FRED CLAUS: Adoro il Natale


Adoro il Natale, lo confesso. Non solo, adoro i film sul Natale. Non posso farne a meno è più forte di me, anche il film più sbarellato del mondo, se parla del Natale allora io lo devo vedere e ci sono ottime probabilità che mi piaccia e mi commuova pure. Per capirci, mia figlia guarda un cartone chiamato Manny l'aggiustatutto, bè quando ho visto la puntata natalizia di Manny, mi sono ritrovato a singhiozzare come un bambino....questo per farvi capire. Detto ciò veniamo al nostro Fred Claus, un film che sicuramente non propone nuove interpretazioni della figura del vecchio vestito di rosso, ma con onestà fa il suo sporco lavoro fino in fondo e parla di spirito natalizio, di famiglia e di amore. La storia del piccolo Fred fratello cresciuto all'ombra del ben più ingombrante Nicolas è semplice e telefonata ma non manca di sequenze riuscite, ottime interpretazioni e di tutti quei piccoli elementi di contorno che fanno grande ogni pellicola che si occupa della festa più amata al mondo. L'ambientazione al Polo Nord, gli elfi, il cattivo non così cattivo, le renne, la slitta e la distribuzione dei regali ad un sacco di bambini con tanto di sottofondo musicale affidato a Silent night... oh al diavolo, io mi sono commosso come un pupetto iniziando a piangere una mezzoretta prima della fine e smettendo solo sui titoli di coda. Forse un giorno parlerò con uno specialista di questo mio disturbo ma intanto voi guardate Fred Claus, fatelo per tornare bambini, per emozionarvi con la storia più vecchia del mondo, per cantare qualche vecchia canzone e per prepararvi al Natale, la festa che tutti aspettano e che tutti amano. Diffidate di chi vi dice di odiare il Natale, sta mentendo sapendo di mentire, che col tempo sia diventata troppo consumistica sicuramente è vero, ma il Natale è dentro di noi forse qualcuno lo ha dimenticato ma a volte basta saper ascoltare. Oh Oh Oh.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La consegna finale dei regali, adrenalina, emozione e lacrime, bella.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Evviva il Natale, 10
Se avete da 13 a 20 anni: Voi siete grandi per queste sciocchezze, 3
Se avete da 20 a 30 anni: Divertente ma troppo inverosimile, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Quando si potevano mangiare anche le fragole, 8
Se avete da 40 anni in su: Vi commuoverà, 7

FRED CLAUS (Usa 2007)
Regia di David Dobkin
Con Vince Vaughn, Paul Giamatti.

Trailer originale di Fred Claus

COSA FARE A DENVER QUANDO SEI MORTO: Piccolo masterpiece personale



Mi è capitato recentemente di rivedere questo film...che bello. Ricordo che lo vidi al cinema, mi aveva conquistato allora e con piacere devo constatare che il tempo non gli ha tolto nulla, anzi lo ha fatto decantare, lasciando sedimentare la poesia di cui è intriso. La storia di Jimmy il Santo e soci arrivò fuori tempo massimo a raccogliere quello che Tarantino aveva seminato e altri avevano raccolto, ma non bisogna fare confusione, non farsi distrarre dalla presenza dei dialoghi ad effetto e dalle situazioni pulp, qui si parla di vita e di morte, di lealtà e di amicizia, di amore e rispetto. Cosa fare a Denver quando sei morto si dipana lentamente, con estrema cautela, affastellando sequenze mai banali e a tratti anche sgradevoli, inizia con una molestia sessuale ai danni di una ragazzina nel cortile di una scuola, prosegue con una notte di tragedia in cui viene compiuto uno sbaglio fatale e si avvia alla conclusione scandendo con regolarità matematica la morte dei protagonisti, uno dopo l'altro. Il tutto è inframmezzato da discorsi a ruota libera registrati davanti ad una telecamera da malati terminali, dal desiderio di maternità di una prostituta drogata, dalla dolente camminata del killer Steve Bushemi, dallo sguardo pieno di dolore di un poetico Cristopher Lloyd, dalla splendida follia di Treat Williams e dai tanti ostinati brindisi dedicati ad un irraggiungibile panfilo, folle desiderio dal sapore di paradiso. Tutto qui e molto di più. Le cose da fare a Denver quando si sa di essere morti possono essere una lista interminabile e spesso non piacevole, possono comprendere l'omicidio o il regalo della felicità alla donna che si ama, chissà forse un figlio e un messaggio videoregistrato che parla di sogni realizzati e desideri infranti, di vita e di morte, di amore e di amicizia, di frullati e di saluti dati col palmo della mano aperta, come si faceva in galera. Bello, semplicemente bello e basta.
Al Panfilo.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'addio di Cristopher Lloyd, poesia pura e grande prova di un grnde attore.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Direi proprio di no, 3
Se avete da 13 a 20 anni: Che lentezza questo montaggio, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Però bello questo film, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Però bellissimo questo film, 8
Se avete da 40 anni in su: Devo chiamare mio figlio, 8



COSA FARE A DENVER QUANDO SEI MORTO (Things to do in Denver when you are dead, Usa 1995)
Regia di Gary Fleder
Con Andy Garcia, Cristopher Lloyd, Cristopher Walken, Treat Williams.

Scena in lingua originale tratta da Things to do in Denver when you are dead http://www.youtube.com/watch?v=Q14jt4dgThY

ANACONDA 3: Nessuna vergogna


Si potrebbero scrivere pagine e pagine su questo film, tanti e tali sono gli spunti per demolirlo, per cercare di descrivere almeno in parte la disfatta totale del buon gusto, l'esecuzione sommaria dell'arte cinematografica, lo scientifico e geometrico genocidio perpetrato ai danni degli spettatori. In vita mia di porcherie ne ho viste ma questa entra di prepotenza nella top five, seconda solo a quel pasticciaccio brutto che porta il nome de Il Bosco 1 (notate che non è mai esistito un 2, ma al di là di ciò le ragioni che portano a identificare come 1 il primo film di un'ipotetica serie, penso che risiedano nei libri di medicina psichiatrica). La storia è un puro pretesto per vedere la più improbabile squadra di mercenari andare a caccia di due anaconda fuggite da un centro ricerche. A capo di questa truppa di gentiluomini (6 in tutto contro 2 serpenti lunghi 20 metri che si nutrono di carne umana) c'è niente meno che David Haselhoff, che smesso il costumino rosso di Baywatch ora cerca di sbarcare il lunario interpretando parti di dubbio gusto in produzioni impresentabili. La cosa bella è che nulla è azzeccato in Anaconda 3, gli effetti speciali (una cgi a dir poco ridicola realizzata con un vic20) sono disastrosi, i buchi di sceneggiatura sono talmente grandi che ogni tanto ci cade dentro un personaggio e sparisce, il cast è agghiacciante e sulla regia è meglio sorvolare. Io me li vedo gli attori a fine giornata che si danno affettuose pacche sulle spalle incitandosi a vicenda, il vecchio Hasselhoff sta lì in un angolo, sorride garbato e fa complimenti a tutti, poi si chiude nel suo camerino, si guarda allo specchio, apre una bottiglia di wisky e piange calde lacrime di dolore e rabbia, borbottando qualcosa sui concetti di dignità e vergogna. Questo disastro quindi bisogna vederlo per rendere omaggio al coraggio di tutti coloro che rinunciano a stare a casa con i nipotini per rimettersi in gioco, per tornare a sentirsi chiamare star, uomini e donne pateticamente barricati dietro ad un'idea di fama che non avrà mai un riscontro nella società civile. Anaconda 3 è un film orrendo ed è molto orgoglioso di esserlo fino in fondo e senza sconti, senza cedere mai alla tentazione di azzeccare un dialogo o un'inquadratura. Che coraggio e che gran merda.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La morte delle comparse è sempre uno spettacolo gradevole, soprattutto se è quanto di più telefonato si sia visto al cinema di recente. Guardare per credere.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Che paura i serpentoni papà, 6
Se avete da 13 a 20 anni: Che fighi sti serpentoni compà, 9
Se avete da 20 a 30 anni: Che tristi questi serpentoni amore, 5
Se avete da 30 a 40 anni: Che schifezza questi rettili figliolo, 4
Se avete da 40 anni in su: Metti su rai tre che c'è Ballarò tesoro, 8



ANACONDA 3 - LA NUOVA STIRPE (Anaconda 3 - Offspring. Usa 2007)
Regia di Don Faunt Le Roy
Con David Hasselhoff, Crystal Allen

Il trailer originale di Anaconda 3
http://www.youtube.com/watch?v=ZVl5Tp64rew

THE LAST WINTER: Mah!


Premetto che seguirei Ron Pearlman anche in capo al mondo, se il protagonista di Hellboy mi ordinasse di gettarmi tra le fiamme probabilmente non ci penserei nemmeno un attimo e mi lancerei col paracadute all'inferno. Detto questo bisogna purtroppo notare che non tutti i film interpretati dal buon Ron sono imperdibili. Capita quindi che in un sonnacchioso pomeriggio autunnale mi finisca tra le mani The last winter, stranissimo film che ha il grande difetto di non aver deciso fino in fondo che cosa vuole essere. L'alieno oggetto in questione è un pò horror, un bel pò film ecologista, un pochino dramma e soprattutto è un caos senza direzione e scopo. Il riscaldamento globale sta sciogliendo i ghiacci, in Alaska un gruppo di ricercatori e dipendenti di una compagnia petrolifera ne faranno le spese, infatti a causa del disgelo qualcosa di terribile si è liberato... La trama è tutta qui ma il difetto peggiore di questa pellicola piuttosto insulsa è, come detto, la mancanza di una direzione che conduca lo spettatore verso i poco rassicuranti lidi del cinema horror o di contro verso le alte vette della denuncia e dell'invettiva ecologista. Purtropp, come se ciò non bastasse, il film prima di decollare e regalare qualche brivido impiega lunghissimi ed inutili minuti, il risultato è una pellicola confuso, lento, inconcludente e fiacco in cui ad un certo punto (verso la fine) risulta davvero difficile capire ciò che succede. Qualcosa di terribile si è liberato dai ghiacci eterni, dicevo, la noia, una noia mortale che non ti abbandona mai durante tutta la visione. I protagonisti ne faranno le spese, dicevo, come i nostri maroni, martoriati a morte in modo ossessivo, sadico e puntuale, neanche fossimo dentro Hostel.
Ron, ma vaffan...

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale? Bò non saprei, forse, o forse anche no.
VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Cosa vuol dire last winter?, 3
Se avete da 13 a 20 anni: Bello non ho capito un cazzo ma bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Carino un pò lento ma carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bisogna che mi decida a pagare il gas, ...
Se avete da 40 anni in su: E' finito?, 2

THE LAST WINTER (Usa 2006)
Regia di Larry Fessenden
Con Ron Pearlman

Trailer originale di The last winter

BURN AFTER READING: Personalmente l'ho adorato


Sarà che tutti me ne avevano parlato in toni piuttosto tiepidi, sarà che non sapevo cosa aspettarmi e di certo non mi aspettavo gran che, ma cavoli se mi è piaciuto l'ultimo film dei Coen. Non solo l'ho adorato, me lo sono goduto e gustato fino all'ultima inquadratura, ma l'ho anche trovato molto meno stupido di quanto sia stato dipinto. Il mondo messo in scena dai Coen è desolante ed abitato da fantasmi, automi, esseri senza anima che si accoppiano come conigli gli uni con gli altri, sognando operazioni di chirurgia estetica, raramente sono sfiorati dall'amore, spesso non lo sanno riconoscere o semplicemente lo ignorano. Questa è l'umanità che rappresentano i due geniali cineasti, un'umanità vuota e senza vita, mossa da una forza elementare e potentissima, la stupidità. Non è un caso che John Malkovich, analista della Cia sull'orlo di una crisi di nervi, sfoghi la propria frustrazione sul padrone della palestra Richard Jenkins, identificando in lui tutto ciò contro cui ha combattuto per tutta la vita, la stupidità appunto. Non è un caso che gli unici personaggi rappresentati con un minimo di senno (i dirigenti della Cia) siano incapaci di dipanare una matassa che non riescono a comprendere, una serie di eventi senza apparente senso che rappresentano l'animale uomo come un essere "perduto nel tempo, nello spazio e nel significato". Che cosa abbiamo imparato? Di non farlo più. Anche se ancora non ho capito che cosa abbiamo fatto. Una chiosa geniale da parte di due sopraffini cineasti che ormai volano molto alto, permettendosi ellissi narrative e finezze, metafore e simbolismi, grandissimi film e grandi film travestiti da piccole e stupide commediole. Come al solito gli stupidi siamo noi.

IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Tutti i siparietti nell'ufficio del direttore, che cerca di trovare un senso in quello che sta accadendo, geniali.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bello, 8
Se avete da 40 anni in su: Ne ho sentito parlare bene, 8



BURN AFTER READING (Usa 2008)
Regia di Joel &Ethan Coen
Con George Clooney, Brad Pitt, John Malkovich, Frances McDormand, Tilda Swinton

Trailer Italiano di Burn after reading
http://www.youtube.com/watch?v=jXVZkSb83Ho
Trailer originale di Burn after reading
http://www.youtube.com/watch?v=N99kv6ojn48

BABYLON A.D.: Onesto, punto e basta.


Si fa presto a parlar male di Babylon A.D. sarà per la presenza del granitico Vin Diesel, per l'atmosfera apocalittica o per una certa tendenza della critica importante a storcere il naso davanti ai film di genere. Si fa presto quindi a mettere in risalto i suoi difetti, ma ci sono per fortuna anche tanti pregi. Un mercenario deve trasportare una ragazza con poteri assai speciali fino a New York, inutile dire che in molti vogliono mettere le mani sull'enigmatica sconosciuta, ovviamente ella nasconde un segreto che coinvolge l'intero genere umano. La trama di certo non rappresenta una svolta di originalità, ma la presenza del buon Vin Diesel e soprattutto un'ambientazione davvero impressionante, insieme a scene d'azione sempre di altissimo livello, compiono il miracolo. Il futuro filmato da Kassovitz è cupo e senza pietà, il ritratto di un pianeta diviso, di umanità violenta in cui bisogna uccidere per non venire uccisi, in cui non ci si può fidare di nessuno e la speranza è morta. Non stupisce che tanta scontata e apocalittica situazione, che al cinema si è già vista e rivista, non susciti gli entusiasmi dello spettatore smaliziato, ma bisogna capirsi su ciò che si va cercando. I film di cui di solito io parlo male, sono quelli che si vendono come divertentissimi, irripetibili ed irrinunciabili, ma se un film mi promette solo sano divertimento e quello che mi da è sano divertimento allora la sufficienza la merita d'ufficio. Un film come Babylon A.D. ha il grande pregio di essere onesto, di non giocare con lo spettatore cercando di vendergli sottotesti spesso inesistenti e troppo spesso ridondanti ed inutili, capaci solo di ingolfare lo svolgimento della trama. Babylon A.D. è onesto, punto e basta, al giorno d'oggi forse è già tanto.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'esodo dei profughi verso una pallida speranza a bordo di un sottomarino. Straziante.

VOTO

Se avete da 00 a 13 anni: Bim bum bang, 8
Se avete da 13 a 20 anni: BIM BUM BANGi, 10
Se avete da 20 a 30 anni: Figo Vin Diesel, 9
Se avete da 30 a 40 anni: Devo dire che non è il mi genere...però, 6
Se avete da 40 anni in su: Non trovi che il volume sia troppo alto?, 5



BABYLON A.D. (Usa - Francia 2008)
Regia di Mathieu Kassovitz
Con Vin Diesel, Michelle Yeoh, Melanie Thierry

Trailer italiano di Babylon A.D.
http://www.youtube.com/watch?v=1S3uKkEDmZo
Trailer originale di Babylon A.D.
http://www.youtube.com/watch?v=5ibBuBKB2Gg