GLI AMICI DEL BAR MARGHERITA: Pupi's Memories


Strano regista Pupi Avati, davvero strano, ogni suo film è un'incognita, una scommessa con lo spettatore. Chi ricorda La casa dalle finestre che ridono e Zeder, saprà a cosa mi riferisco, il buon Pupi infatti non disdegna l'horror (come nei due film appena citati), il film in costume (I cavalieri che fecero l'impresa) e soprattutto ama crogiolarsi nei ricordi dei tempi che furono (Una gita scolastica, Il cuore altrove). Gli amici del bar Margherita è l'ultimo capitolo di questa personalisima autobiografia cinematografica del regista bolognese, un film fortemente connotato dal tipo di umanità che affollava i pensieri dell'allora giovane cineasta. Chi fa cinema è per vocazione tentato di mettere la propria vita nel proprio lavoro, ma qui si esagera. Gli amici del bar Margherita infatti, è un insieme molto gradevole di siparietti e di piacevoli caricature, una collezione di delicati ritratti che difficilmente interesserà coloro che vivono fuori dalle mura della dotta Bologna. Il limite è proprio quello di non raccontare una storia comunque più alta, più universale, quando Scorsese per esempio dirige Quei bravi ragazzi (CAPOLAVORO!) mette molto di se stesso e della sua infanzia nel film, senza però tralasciare la storia e senza dimenticare di far volare il cinema. Avati compie l'esercizio contrario, cercando a tutti i costi di tenere il suo cinema al guinzaglio, di farlo apparire dimesso, minimale, leggero, rischiando infine di renderlo impalpabile e sfuggente. Quello che resta finita la visione è niente altro che una fotografia, bella sì, ma sempre e comunque una semplice fotografia, una cartolina a tinte seppia di un'epoca affascinante e lontana, troppo poco.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Su tutte il finale, davvero giusto e toccante.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni:
Che palle mamma..., n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Che palle..., 4
Se avete da 20 a 30 anni:
Calligrafico, 6
Se avete da 30 a 40 anni:
Seppiato, 6
Se avete da 40 anni in su:
Nostalgico, 7


Gli amici del bar Margherita (Italia 2009)
Regia di Pupi Avati
Con Neri Marcorè, Diego Abatantuono

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dico solo una cosa: quando un regista non ha niente da dire, nessuna idea nuova, nessuna proposta, perche' ostinarsi a voler fare film.
Il risultato è questo che definirei banale, grottesco, crudele, per niente credibile, a tratti imbarazzante e per di piu' con una Bologna per meta' costruita a Cinecittà e per meta' a Cuneo.
Avati non ci siamo!