DRAG ME TO HELL: Già visto...


Essere appassionati di horror è la peggior sventura che possa capitare ad un cinefilo. Il genere appena citato infatti, da un lato spinge l'affezionato sostenitore a divorare pellicole di ogni tipo e dall'altro gli rifila puntuali e cocenti delusioni. Purtroppo non fa eccezione l'ultima fatica di Sam Raimi che pur essendo un dannato geniaccio, di certo non lo si può definire un maestro dell'horror. Non dimentichiamo infatti che solo il suo primo film (La casa- Evil dead) lo si può definire tale (e già la definizione gli va alquanto stretta), quelli che sono seguiti assomigliavano a ben altro. Evil dead 2 sembrava un cartone animato (vena dichiaratasi apertamente nel terzo capitolo della saga), Darkman era un dramma umano che andava a braccetto con l'azione, The gift era un thriller dalle tinte soprannaturali (ma di certo non un horror) ed infine tutti gli altri film del regista spaziavano dal western (Pronti a morire) al noir (Soldi sporchi) fino al blockbuster (la saga di Spiderman). Drag me to hell ha tutti gli elementi per essere un buon film, spaventa senza trucchi e colpi bassi, la protagonista è umana, fragile, opportunista e credibile, infine dispensa tanto divertimento. Purtroppo in mezzo a tutti questi lati positivi c'è un grande lato negativo: la trama. Vi ricordate quello che vi ho detto all'inizio? L'appassionato è onnivoro e divora di tutto con estrema ingordigia. Capita dunque che la passione per il genere, porti l'affezionato a dare uno sguardo agli scritti di un talentuoso emergente di nome Stephen King. Questo discreto imbratta fogli, molti anni fa ha partorito un libro chiamato L'occhio del male, diventato anche un film, la cui trama era la fotocopia esatta di quello che racconta Drag me to hell. Le differenze ci sono, per carità, ma se l'opera di King era dannatamente intelligente e aveva un finale esagerato, non si può dire altrettanto del film di Raimi, schiavo di una piatta e telefonata banalità. La domanda quindi è una soltanto: come diavolo si fa in pieno 2009 produrre e dirigere un film identico all'opera dello scrittore più famoso del genere horror e anzi uno dei più famosi al mondo in assoluto? Come diavolo si fa a spacciare per proria un'idea letteralmente rubata a un altro? In conclusione, come si può pompare questa pellicola di serie c come il grande ritorno di Sam Raimi all'horror, spacciandolo per un evento epocale, quando invece andrebbe nascosto sotto al tappeto e celato agli occhi del pubblico pagante? Risposta: Perchè sembra non esserci ormai limite alla vergogna di un sistema corrotto e malato, che non fa che ripetere se stesso all'infinito, centrifugando idee stanche e ignorando le parole decenza e rispetto. DRAG SAM TO HELL.

LA TRAMA IN DUE PAROLE
Una giovane impiegata viene maledetta da una vecchia zingara perchè non le ha concesso una proroga sul pagamento del mutuo. Saranno dolori.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La seduta spiritica, con tanto di gustosa citazione da La casa.

L'ANGOLO DELL'INTRIGANTE NOZIONISMO
Il capolavoro di Sam Raimi resta Soldi sporchi con Bill Paxton e Billy Bob Thornton, storia di soldi, sangue ed amore fraterno, disperato e bellissimo. Un amore particolare mi lega anche a Darkman, cupa storia d'amore, di una bellezza sconcertante. La scena invece che rivedrei all'infinito, è il finale de L'armata delle tenebre, con la mitica battuta: "Mi chiamo Ash, reparto ferramenta"GENIALE. Il vero scivolone del regista è da identificarsi nel terribile Gioco d'amore, con un Kevin Costner ormai sul viale del tramonto, commedia romantica sullo sfondo del mondo del Baseball, francamente indecifrabile.
L'attore feticcio di Sam Raimi, Bruce Campbell, è famossissimo in America, grazie ai film della serie Evil dead e al suo maestoso ruolo di Elvis nel bellissimo Bubba ho tep, inedito in Italia. Sempre Campbell, ha messo in ridicolo la sua "icona" con un paio di apprezzatissimi libri e dirigendo un film molto divertente dal titolo My name is Bruce. La trama vede il risveglio di uno spirito guerriero cinese in una sonnacchiosa cittadina rurale, un adolescente appassionato dei film di Campbell, decide di chiedere l'aiuto dell'attore per sconfiggere lo spirito.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Bellissimo, 8

Se avete da 13 a 20 anni: Bello, 7

Se avete da 20 a 30 anni: Carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Già visto, 5

Se avete da 40 anni in su: Non fa per me, 4


Drag me to hell (Usa 2009)
Regia di Sam Raimi
Con Allison Lohman, Justin Long


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