UN ALIBI PERFETTO: Solito thriller autunnale


Non delude ma nemmeno sorprende, questo filmino di poche pretese, giunto a far capolino nelle nostre sempre meno affollate sale nell'uggioso mese di novembre. Non delude, perchè alla fine dei giochi lo spettatore spende quasi due ore del suo tempo a passare in rassegna una divertita parata di confortevoli luoghi comuni. Purtroppo però nemmeno sorprende, impegnato com'è a svolgere diligentemente il compitino assegnatogli. Una decina di anni fa, questo tipo di film era all'ordine del giorno, i drammoni processuali erano il pane quotidiano di ogni buon cinefilo che si rispetti, poi i gusti del pubblico sono cambiati e questi thriller togati si sono fatti decisamente più rari. Il canovaccio non cambia mai, eroe (faccetta pulita e amabile) ed antagonista (di solito un attorone blasonato) si scontrano, di mezzo c'è sempre una donna (faccetta pulita e amabile pure lei) e uno spinoso caso di omicidio, aggiungete il colpaccio di scena finale e il gioco è fatto, all'uscita dalla sala gli spettatori avranno qualcosa di cui parlare. Il problema di Un alibi perfetto è la quantità di tempo speso a parlarne dopo la visione, cioè 3 minuti scarsi. La vicenda dell'ambizioso reporter e il corrotto procuratore è talmente abbozzata e priva di nerbo, che ci scivola addosso senza lasciare traccia alcuna, gli interpreti stessi, a partire da un gigione Michael Duglas fino ad un imbarazzante Jesse Metcalfe (il giardiniere di Desperate Housewives), sono talmente bidimensionali da non regalare emozione alcuna, se non il gelo assoluto. L'epilogo poi è talmente improbabile ed appiccicato con lo sputo da far chiedere pietà. Concludendo, solito thriller telefonato con brividi precotti e dialoghi già mangiati, un appuntamento immancabile per una domenica pomeriggio su Rete4.

LA TRAMA IN DUE PAROLE
Un giovane giornalista, con la faccia da giardiniere, sospetta che un procuratore distrettuale brutto e cattivo costruisca delle false prove per vincere facilmente in aula. Per dimostrare di avere ragione si fa processare per omicidio.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finalotto alla Scooby-Doo.

L'ANGOLO DELL'INTRIGANTE NOZIONISMO
Spero che Michael Duglas non abbia bisogno di presentazioni, mi limito a segnalarvi un paio di cult movie personali che lo vedono protagonista. Il primo è Black rain, filmaccio action con Andy Garcia, che personalmente adoro e il secondo è il bellissimo e sottovalutato Wonder Boys. Il regista, Peter Hyams ha diretto dei signori film tra cui i fantascientifici Capricorn One, Atmosfera zero, 2010 e il divertente Una perfetta coppia di svitati. Dopo essersi dedicato alle pellicole action con Van Damme, ha diretto il triste horror Relic, il tonitruante Giorni Contati e l'invisibile (almeno in Italia) A sound of thunder, basato sull'omonima e bellissima novella di Ray Bradbury.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Noioso, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Carino, 6,5

Se avete da 20 a 30 anni: Molto Carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Appena sufficiente, 6

Se avete da 40 anni in su: Carino, 6,5


Un alibi perfetto (Beyond a Reasonable doubt, Usa 2009)
Regia di Peter Hyams
Con Jesse Metcalfe, Michael Duglas, Amber Tamblyn

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