BURN AFTER READING: Personalmente l'ho adorato
Sarà che tutti me ne avevano parlato in toni piuttosto tiepidi, sarà che non sapevo cosa aspettarmi e di certo non mi aspettavo gran che, ma cavoli se mi è piaciuto l'ultimo film dei Coen. Non solo l'ho adorato, me lo sono goduto e gustato fino all'ultima inquadratura, ma l'ho anche trovato molto meno stupido di quanto sia stato dipinto. Il mondo messo in scena dai Coen è desolante ed abitato da fantasmi, automi, esseri senza anima che si accoppiano come conigli gli uni con gli altri, sognando operazioni di chirurgia estetica, raramente sono sfiorati dall'amore, spesso non lo sanno riconoscere o semplicemente lo ignorano. Questa è l'umanità che rappresentano i due geniali cineasti, un'umanità vuota e senza vita, mossa da una forza elementare e potentissima, la stupidità. Non è un caso che John Malkovich, analista della Cia sull'orlo di una crisi di nervi, sfoghi la propria frustrazione sul padrone della palestra Richard Jenkins, identificando in lui tutto ciò contro cui ha combattuto per tutta la vita, la stupidità appunto. Non è un caso che gli unici personaggi rappresentati con un minimo di senno (i dirigenti della Cia) siano incapaci di dipanare una matassa che non riescono a comprendere, una serie di eventi senza apparente senso che rappresentano l'animale uomo come un essere "perduto nel tempo, nello spazio e nel significato". Che cosa abbiamo imparato? Di non farlo più. Anche se ancora non ho capito che cosa abbiamo fatto. Una chiosa geniale da parte di due sopraffini cineasti che ormai volano molto alto, permettendosi ellissi narrative e finezze, metafore e simbolismi, grandissimi film e grandi film travestiti da piccole e stupide commediole. Come al solito gli stupidi siamo noi.
IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Tutti i siparietti nell'ufficio del direttore, che cerca di trovare un senso in quello che sta accadendo, geniali.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bello, 8
Se avete da 40 anni in su: Ne ho sentito parlare bene, 8
BURN AFTER READING (Usa 2008)
Regia di Joel &Ethan Coen
Con George Clooney, Brad Pitt, John Malkovich, Frances McDormand, Tilda Swinton
Trailer Italiano di Burn after reading
http://www.youtube.com/watch?v=jXVZkSb83Ho
Trailer originale di Burn after reading
http://www.youtube.com/watch?v=N99kv6ojn48
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Commedia
BABYLON A.D.: Onesto, punto e basta.
Si fa presto a parlar male di Babylon A.D. sarà per la presenza del granitico Vin Diesel, per l'atmosfera apocalittica o per una certa tendenza della critica importante a storcere il naso davanti ai film di genere. Si fa presto quindi a mettere in risalto i suoi difetti, ma ci sono per fortuna anche tanti pregi. Un mercenario deve trasportare una ragazza con poteri assai speciali fino a New York, inutile dire che in molti vogliono mettere le mani sull'enigmatica sconosciuta, ovviamente ella nasconde un segreto che coinvolge l'intero genere umano. La trama di certo non rappresenta una svolta di originalità, ma la presenza del buon Vin Diesel e soprattutto un'ambientazione davvero impressionante, insieme a scene d'azione sempre di altissimo livello, compiono il miracolo. Il futuro filmato da Kassovitz è cupo e senza pietà, il ritratto di un pianeta diviso, di umanità violenta in cui bisogna uccidere per non venire uccisi, in cui non ci si può fidare di nessuno e la speranza è morta. Non stupisce che tanta scontata e apocalittica situazione, che al cinema si è già vista e rivista, non susciti gli entusiasmi dello spettatore smaliziato, ma bisogna capirsi su ciò che si va cercando. I film di cui di solito io parlo male, sono quelli che si vendono come divertentissimi, irripetibili ed irrinunciabili, ma se un film mi promette solo sano divertimento e quello che mi da è sano divertimento allora la sufficienza la merita d'ufficio. Un film come Babylon A.D. ha il grande pregio di essere onesto, di non giocare con lo spettatore cercando di vendergli sottotesti spesso inesistenti e troppo spesso ridondanti ed inutili, capaci solo di ingolfare lo svolgimento della trama. Babylon A.D. è onesto, punto e basta, al giorno d'oggi forse è già tanto.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
L'esodo dei profughi verso una pallida speranza a bordo di un sottomarino. Straziante.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Bim bum bang, 8
Se avete da 13 a 20 anni: BIM BUM BANGi, 10
Se avete da 20 a 30 anni: Figo Vin Diesel, 9
Se avete da 30 a 40 anni: Devo dire che non è il mi genere...però, 6
Se avete da 40 anni in su: Non trovi che il volume sia troppo alto?, 5
BABYLON A.D. (Usa - Francia 2008)
Regia di Mathieu Kassovitz
Con Vin Diesel, Michelle Yeoh, Melanie Thierry
Trailer italiano di Babylon A.D.
http://www.youtube.com/watch?v=1S3uKkEDmZo
Trailer originale di Babylon A.D.
http://www.youtube.com/watch?v=5ibBuBKB2Gg
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Action/Fantascienza
TROPIC THUNDER: Per chi ama il cinema
Grande, grandissimo Ben Stiller, capace di interpretare filmetti piuttosto scemi per poi dirigere copioni in cui crede veramente, Tropic Thunder non fa eccezione e si segnala per essere una profonda riflessione sul cinema, compiuta da chi il cinema lo fa. Dopo una prima sequenza geniale in cui il nostro addirittura rigira una scena di Platoon (la morte di Willelm Dafoe), il film entra sotto pelle e non lascia scampo anche allo spettatore più smaliziato, è infatti impossibile non rimanere coinvolti dall'enorme numero di trovate. Riflessione sul cinema dicevamo, ogni inquadratura alla fine è una citazione di un film già fatto e quando non sono le immagini a citare altre pellicole, ci pensano i dialoghi, alcuni divertenti fino alle lacrime. Robert Downey Jr. oltre a dimostrare la propria classe interpretativa, da vita ad alcuni monologhi indimenticabili, tra cui su tutti quello riguardante la disabilità al cinema, puro distillato di verità per tutti coloro che amano la settima arte. Jack Black da par suo ci mette l'esagerazione a cui ci ha abituato e non è un caso che il suo personaggio sia un attore comico apprezzato solo per le volgarità che dice, un ruolo molto simile alla vita del vero Black istrione dalla battuta pronta, ma colpevolmente mai utilizzato in ruoli di spessore. Tom Cruise interpreta il produttore, un uomo grasso e pelato, Nick Nolte si cala nei panni dell'uomo che ha scritto il libro da cui è tratto il film, un bugiardo falso invalido, Matthew McConaughey da un bel calcio a tutti gli stereotipi ed è un ottimo agente cinematografico, poi c'è Ben Stiller, fallita star del cinema d'azione, che sogna un Oscar. Stereotipi infranti, luoghi comuni presi a cazzotti e tanto tanto cinema, questi sono i saporiti ingredienti di un mix tra i più azzeccati che si siano visti di recente. Se amate il cinema allora andate a vedere Tropic Thunder, dopo forse, il cinema lo amerete ancora di più.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Quasi tutto il film, forse in particolare l'inizio.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Faceva più ridere Ti presento i miei, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bello davvero un bel film, 8
Se avete da 40 anni in su: Faceva più ridere Ti presento i miei, 6
TROPIC THUNDER (Usa 2008)
Regia di Ben Stiller
Con Ben Stiller, Jack Black, Tom Cruise, Robert Downey Jr.
Trailer italiano di Tropic Thunder http://www.youtube.com/watch?v=9RndMt14aBs
Trailer originale di Tropic Thunder
http://www.youtube.com/watch?v=4pxOzSpUXtg
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Masterpiece
CLOSE UP
Prima di questo blog e prima di molte altre cose, mi occupavo di cinema grazie ad una rubrica chiamata CLOSE UP. Tale rubrica andava in onda settimanalmente su 7Gold nel 2002. Dopo tanto tempo ho ripescato quelle recensioni e seppur le ritenga piuttosto ingenue, ho pensato di riproporle qui. Perchè? Come al solito la risposta soffia nel vento...
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Good old times
FRATELLASTRI A 40 ANNI: non gli avrei dato 2 lire invece...
Era già pronta l'etichetta forgetting per questo filmino fast food e invece mi sono dovuto ricredere, ho dovuto rinfoderare gli artigli, godermi lo spettacolo e a tratti anche ridere di gusto.
Due bambinoni mai cresciuti si ritrovano alla tenera età di 40 anni ad essere fratellastri e a condividere stanza e "giocattoli", infatti i la madre dell'uno e il padre dell'altro si sono innamorati e sposati. Ovviamente ben presto nasceranno i problemi, ma grazie alla cura naturale del tempo, all'amore e al tirannosauro che alberga in tutti noi e che non dobbiamo perdere mai, tutto finirà nel migliore dei modi. Se Will Farrell è sempre una garanzia, John C. Reilly è quasi una new entry nel mondo della commedia fracassona, dopo un interessante debutto nel divertente Dewey Cox, il buon Reilly si conferma maschera comica malleabile e a tratti dolente, il classico volto da uomo comune capace quindi di rendere credibile anche il personaggio più assurdo e sopra le righe. Capiamoci, non sto dicendo che questo Fratellastri a 40 anni sia un bel film, da vedere e rivedere riscoprendo interrogativi sulla vita, l'amore e le vacche dimenticati da tempo, sto solo dicendo che a volte ci si deve rassegnare al fatto che i film vanno innanzitutto visti e poi giudicati, sto dicendo che a volte quello che a prima vista sarebbe facile etichettare come inutile, riserva una struttura un pò più complessa e piacevolmente ricca di trovate. Sinceramente il film parte lento e fatica ad ingranare, ma pur con tutti suoi limiti e il suo umorismo di grana grossa, sfido chiunque a non rimanere incantato dalla sequenza in cui i due protagonisti si esibiscono insieme su di un palco, quella scena è perfetta, ti fa riconsiderare tutto quello che hai visto fino ad allora, vestendo la pellicola di una luce abbagliante. Così come tutti i personaggi hanno un'epifania nel momento in cui rieccheggiano le note di "Con te partirò" così anche lo spettatore ha la madesima illuminazione e rimane lì attonito, incantato e forse commosso. Da vedere? Certo che no, ma se vi capita dategli un'occasione, potreste anche rischiare di divertirvi.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il già citato finale, sinceramente bello.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Bellissima la maschera di Chubacca, 6
Se avete da 13 a 20 anni: Divertente questo film, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Una minchiata, 4
Se avete da 30 a 40 anni: Una stupidata, 5
Se avete da 40 anni in su: Con te partirò Bocelli la canta meglio, 6
FRATELLASTRI A 40 ANNI (Step Brothers Usa 2008)
Regia di Adam Mac Kay
Con Will Farrell, John C. Reilly.
Trailer originale di Step Brothers
http://www.youtube.com/watch?v=cDQ0QWhyPMw
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Commedia
HARD CANDY: bellissimo ma non per tutti
Scrivo di questo film, che è un film piuttosto vecchio per due motivi. Il primo è che da noi in Italia esce solo ora e in dvd, il secondo è legato al bisogno di farlo conoscere a più persone possibili, perchè trattasi di merce rara e preziosa. Hard candy è la storia del gioco di un gatto con un topo, si parla di pedofilia, di internet, di castrazione, di punizione, ci sono una ragazzina e un uomo adulto. Non vi dirò altro, svelarvi di più sarebbe inopportuno e forse anche sadico. Hard candy dicevo non è un film per tutti, per il tema che tratta e per il modo in cui lo tratta, lo spettatore è messo a durissima prova e una sequenza in particolare, anche se non mostra nulla, è decisamente insostenibile. Il tema che tratta e come lo tratta dicevo, la costruzione della sceneggiatura e la psicologia degli interpreti hanno una struttura quasi teatrale, unità di tempo, spazio e luogo, dialoghi serrati ed intelligentisimi che vanno ben al di là delle sagaci battute azzeccate che affollano ogni tipo di film, la suspance quasi tangibile e crecente, fino ad arrivare nel finale ad essere quasi insostenibile. Il grande merito di un film come Hard candy è quello di suggerire tutto senza mostrare niente, una scelta che si rivela vincente e che tocca i nervi scoperti dello spettatore giocando con lui. I due protagonisti garantiscono un notevole valore aggiunto, con un applauso per Ellen Page, che qui fornisce una prova agghiacciante, lontana anni luce dal ruolo che la renderà famosa presso il pubblico italico con Juno. In ultimo permettetemi una nota polemica e personale, questo film l'ho dovuto vedere tempo fa in lingua originale e solo ora ha avuto l'onore di una distribuzione in lingua italiana in dvd. Qual è quindi la logica malata che fa arrivare al cinema Kung-fu panda e impedisce la distribuzione ad Hard candy, per quale pazzia si permette lo sbarco sui grandi schermi italiani di film interpretati da Adam Sandler e prodotti da Judd Apatow ma per esempio si fa uscire Battle Royale solo quest'anno e solo in dvd...non lo so e forse non lo voglio nemmeno sapere, mi limito a constatare con sconforto sempre crescente la condizione in cui versa il cinema nel nostro paese, non so sia colpa delle multisale, di Hollywood, del grande fratello o delle cavallette, fatto sta che così proprio non va. Hard candy è un grande film e io avrei voluto vederlo al cinema.
P.S. Il regista e lo sceneggiatore dopo questo film hanno portato sul grande schermo l'adattamento della graphic novel 30 Giorni di buio. I due ci sanno fare e vanno tenuti d'occhio.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
La castrazione e il finale, ho ancora i brivi lungo la schiena solo a rievocarli.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Fighissimo, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Caspita che film, 8
Se avete da 30 a 40 anni: Marco non starai mica chattando , 8
Se avete da 40 anni in su: Ma come fanno a fare film così?, 5
HARD CANDY (Usa 2004)
Regia di David Slade
Con Ellen Page, Patrick Wilson
Trailer originale di Hard candy
http://it.youtube.com/watch?v=NYBnm1xhM7I
P.S. Il regista e lo sceneggiatore dopo questo film hanno portato sul grande schermo l'adattamento della graphic novel 30 Giorni di buio. I due ci sanno fare e vanno tenuti d'occhio.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
La castrazione e il finale, ho ancora i brivi lungo la schiena solo a rievocarli.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Fighissimo, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Caspita che film, 8
Se avete da 30 a 40 anni: Marco non starai mica chattando , 8
Se avete da 40 anni in su: Ma come fanno a fare film così?, 5
HARD CANDY (Usa 2004)
Regia di David Slade
Con Ellen Page, Patrick Wilson
Trailer originale di Hard candy
http://it.youtube.com/watch?v=NYBnm1xhM7I
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Horror/Drama
CE L'HO SULLA PUNTA DELLA LINGUA...
Se avete un film che vi tormenta e non vi lascia dormire, una pellicola della vostra infanzia/giovinezza che vi ha segnato, ma non ne ricordate il titolo... Provate a chiedere a me lasciando un commento a questo post, magari indicando un accenno di trama, il genere, se ve li ricordate gli attori e tutti i dettagli che ritenete insignificanti... Cercherò di rispondervi.
Mi piacerebbe restituirvi un ricordo che avete perduto.
Mi piacerebbe restituirvi un ricordo che avete perduto.
IL DIVO: ipnotico e bellissimo
Calvi impiccato, Buscetta avvelenato, Dalla Chiesa sparato, Pecorelli sparato, Moro sparato, Falcone esploso e questo è solo l'inizio. Licio Gelli, Mani pulite, la Loggia P2, Andreotti, il divo, con le mani dietro la schiena, intrecciate sul petto...mani che stringono altre mani. Il divo è un grande film, per almeno due ottimi motivi, in primis è un bel film sulla politica italiana, una bella boccata d'aria fresca con nomi, cognomi, date e riferimenti precisi, in secondo luogo si tratta di un bellissimo film punto e basta. A fianco dell'impegno civile infatti va segnalata una regia a dir poco straordinaria, che incanta e ipnotizza ad ogni inquadratura. Interessante pensare che i due giovani cineasti italiani premiati a Cannes, considerati due promesse per il cinema d'autore italiano, abbiano due cifre espressive praticamente in antitesi l'una con l'altra. Se da un lato Garrone con Gomorra si muove ai limiti del documentario frequentandone lo stile, la messa in scena e la potenza espressiva, dall'altro Sorrentino con Il divo cavalca solo al tramonto sugli aspri ed assolati territori del cinema classico, al crudo realismo di Garrone, preferisce un'estetica fredda, statica, distaccata, pregna di una perfezione stilistica sbalorditiva. E' interessante anche notare che in entrambe le pellicole è presente Toni Servillo, come se il grande attore fosse l'unico al giorno d'oggi ad incarnare i vizi e le virtù di questa povera Italia, un pò come succedeva negli anni 70 al grandissimo Gian Maria Volonte, maschera indispensabile, imputato, colpevole, avvocato, giudice e giuria di un'intera generazione. Ma come diceva Robert De Niro in un meraviglioso film che forse un giorno recensirò, tutte queste sono solo "chiacchere e distintivo" Il divo è proprio un bel film punto e basta, da godere fino in fondo, per poi adagiarsi rilassati in poltrona a contemplare il soffitto, cercando disperatamente di togliersi quel mezzo sorriso sornione che è nato sul vostro viso dopo la visione e che certamente faticherete a far scomparire.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tantissime, forse su tutte l'inizio folgorante.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Boh, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Credevo parlasse di Brad Pitt, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Bello davvero un bellissimo film, 8
Se avete da 40 anni in su: Che immane tristezza, 8
IL DIVO (Italia 2008)
Redia di Paolo Sorrentino
Con Toni Servillo, Piera degli Esposti, Anna Bonaiuto, Flavio Bucci
Trailer de Il divo
http://it.youtube.com/watch?v=u4GQVse8jyg
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Grottesco
KAW, L'ATTACCO DEI CORVI IMPERIALI: ...no ai banda
Premessa. E' ovvio che accingendomi a vedere un film chiamato Kaw, l'attacco dei corvi imperiali, io non mi aspettassi gran che. Detto questo, l'appassionato di cinema spera sempre in un minimo garantito dalla pellicola che si accinge a visionare, nel caso di Kaw si tratta proprio del minimo e nulla più. La trama è bella e vale la pena di citarla, un gruppo di corvi incazzati come bisce attaccano gli uomini con un tripudio di cgi, i corvi sono incazzati perchè hanno contratto il virus della mucca pazza, gli uomini da par loro muoiono come mosche, ma purtroppo spesso fuori campo. Kaw è il classico film buono per il palinsesto della seconda serata di 7Gold, la trama è ridicola, gli interpreti si aggirano senza coesione per il set recitando a cazzo di cane le loro battutte e non facendo mai un piccolo sforzo per credere a quello che stanno vedendo, non parliamo degli effetti speciali che di speciale hanno davvero poco. Perchè allora vedere questi prodotti di infimo ordine di destinazione chiaramente televisiva? Semplice, l'appassionato di cinema e di cinema horror in particolare non può farne a meno. E' come avere una voce nella testa che ti parla incessantemente e ti obbliga a fare cose che non vorresti fare, così in un batter d'occhio ti ritrovi a fare la coda alla cassa con in mano dvd dai titoli improbabili. La verità è che l'appassionato spera sempre in cuor suo di imbattersi nel raro gioiello nascosto che lo appaghi da anni di umiliazioni e sofferenze, accumulate guardando tonnellate di immondizia.
Kaw, ahinoi non fa eccezione e si piazza ad un livello piuttosto basso nella scala evolutiva del cinema horror. Peccato, anzi no, meno male, la ricerca continua, ho già adocchiato un interessante titolo di dubbio gusto dal cestone dei dvd a 1 Euro. Hasta la visione, siempre.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Non saprei proprio, forse il finalino idiota.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Mamma non vuole, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Figo però, 7
Se avete da 20 a 30 anni: Veramente brutto, 5
Se avete da 30 a 40 anni: Corvi assassini ma vaffan..., 4
Se avete da 40 anni in su: Avevo un impegno mi spiace, n.c.
KAW, L'ATTACCO DEI CORVI IMPERIALI (kaw Usa 2007)
Regia di Sheldon Wilson
Con Sean Patrick, Flanery Stephen
Trailer originale di Kaw
http://it.youtube.com/watch?v=42kZcSiZbIQ
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Forgetting
TROPA DE ELITE: alla faccia del cinema italiano
Come cavolo è che anche i brasiliani sono in grado di fare grandi film d'azione? Ormai le doti del cinema di genere inglese, francese, spagnolo e tedesco sono note, l'oriente detta legge nel campo dell'horror da anni e non parliamo del cinema americano o indiano. L'Italia è superiore solo all'Antartide e al deserto del Sahara, un paese come il nostro che ha avuto maestri del calibro di Deodato, Fulci, Castellari, registi che hanno dettato le regole di un certo modo di fare cinema, ora produce solo storie di uomini e donne gravati dall'oscuro problema della perdita dell'amore. Ora si parla solo del proprio vicino di casa e basta, non solo non ci si occupa più di temi universali (no signor Garrone, non dico a lei, il suo Gomorra è una delle poche consolazioni che restano a un vecchio cinefilo), ma il cinema di genere di cui eravamo maestri ce lo siamo scordati nascondendolo sotto il tappeto con vergogna. Un giorno però arriva Eli Roth (Hostel 1 e 2) e chiede a Ruggero Deodato di fare un cameo nel suo film, perchè pochi sanno che Cannibal Holocaust è un film radicale, epocale e che senza di lui non esisterebbero molti altri film (The Blair Witch Project, per esempio), poi arriva Tarantino e dichiara che il suo prossimo film sarà il remake della sua pellicola preferita Inglorious Bastards (Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Castellari), allora si punta il dito su Ozpeteck, Muccino e compagnia cantando e la gente comincia a chiamarli autori, ma per carità divina, la verità è che quando non ci sono cavalli vanno bene anche i somari. Capita così che un giorno quasi per caso, con discrezone e senza disturbare arrivi timidamente sgomitando Tropa De Elite dal Brasile e che abbia l'effetto di una mattonata in piena faccia, un film talmente teso che si vede tutto d'un fiato senza lasciare il tempo di ragionare. Cinema di genere ma anche fortissimo spaccato della vita fuori e dentro le favelas, all'interno della polizia, seguendo le sue logiche e le sue rutine. Personaggi perfetti, scrittura blindata, poche digressioni e tantissima adrenalina, Josè Padilha gira come un invasato unendo intuito a fortuna. Come detto il film va talmente veloce che non lascia tempo per pensare, ma appena si accendono le luci un pensiero ben preciso si insinua nella mente dello spettatore italiano: perchè in Brasile sì e qui da noi no. La risposta soffia nel vento e al bravo cinefilo non restano che due scelte: darsi al recupero dei classici, oppure attendere che un altro Gomorra trovi la luce, facendosi largo tra posti al sole, don mattei, medici in famiglia e finalmente un giorno, parafrasando il nome di un personaggio di quella serie, sia LIBERO.
IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
L'inizio, ti incolla alla sedia.
La fine, bellissima, atroce, forse giusta?
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Troppo violento, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Guardo solo film d'azione americani, n.c.
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bel film pure il Brasile ci batte, 8
Se avete da 40 anni in su: Tropa de che?, 5
TROPA DE ELITE (Brasile 2007)
Regia di Josè Pedilha
Con Wagner Moura, Caio Junqueira
Trailer italiano di Tropa de elite
http://it.youtube.com/watch?v=wg8tBcwIxZM
Trailer originale di tropa de elite
http://it.youtube.com/watch?v=RoxrdMukQu0
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Action/Drama
DEATH SENTENCE: Terribilmente bello
Terribile ed atroce, un'ora e mezza di fitte allo stomaco. Kevin Bacon si carica sulle spalle il peso di un film difficile e ci porta là in territori aspri ed accidentati, fornendo una prova d'attore che mette i brividi. La storia è semplice: un uomo equilibrato, padre amorevole e serio professionista si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato, il suo primogenito finirà coinvolto in una rapina rimettendoci la vita, per il nostro uomo esemplare sarà l'inizio di una discesa agli inferi, che lo trasformerà nello spirito e nel fisico, per sempre. Lo so, si sono già alzate molte mani pronte a protestare sulla banalità della vicenda e sul fatto che ovviamente non è la prima volta che viene portata sullo schermo, però prima che vi sloghiate una spalla nel tentativo di obiettare, lasciate che vi dica che qui ci troviamo di fronte a livelli di tensione altissimi, senza sconti per nessuno. Il sangue scorre a secchi e una certa crudeltà della scrittura rende il tutto quasi insopportabile. Il nostro Kevin Bacon per esempio interpreta un personaggio che lascia per tutto il tempo lo spettatore in un costante cortocircuito emotivo: assistere alla sua discesa nei gironi più oscuri dell'inferno è quanto di più spiacevole si possa provare, se da un lato non si può che abbracciare la china distruttiva ed autodistruttiva presa dal protagonista, dall'altra non si può far a meno di sperare in un suo ripensamento, ben consci di dove porterà questo comportamento ai limiti dell'umano. La violenza chiama violenza e il prezzo da pagare è sempre enorme. Assistere alla programmata disumanizzazione di questo anti eroe è una doccia fredda che non si dimentica, è il trionfo della ferinità, del verbo che si è fatto carne e sangue: occhio per occhio, dente per dente. E così sia.
IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Il finale è di quelli che non si dimenticano, freddo, gelato, senza pietà, disturbante, bello.
VOTOSe avete da 00 a 13 anni: Vietato, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Fighissimo adesso vado in armeria, 10
Se avete da 20 a 30 anni: Già visto e rivisto, 4
Se avete da 30 a 40 anni: Una discesa negli inferi, 8
Se avete da 40 anni in su: E' l'ultima volta che scegli un film, 4
DEATH SENTENCE (Usa 2007)
Regia di James Wan
Con Kevin Bacon, Kelly Preston, John Goodman.
Trailer originale di Death sentence
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Horror
WALL-E: WONDER-FUL
Che bel film questo Wall-e, lascia proprio un buon sapore in bocca. Assistere alla piccola epopea del robot protagonista che ama oltre lo spazio profondo verso l'infinito e oltre, scalda il cuore di questo vecchio cinefilo che si vanta di aver ormai visto di tutto. Wall-e è grande cinema, non grande cinema d'animazione, ma grande cinema punto e basta. Non mi soffermerò sulla bellezza dell'animazione, sulla maestosità dei particolari, sulla maniacalità dei dettagli, quello che fa di questo film un grande film è la storia, costruita su di un piccolo robot e sulla sua disperata voglia di essere amato. E' proprio l'innocenza di Wall-e (personaggio) a conquistare, il suo essere fuori da ogni logica e fuori da ogni tempo, come il vecchio film che continua a guardare, scheggia impazzita, ingranaggio fuori posto e infine motore di un cambiamento epocale, come solo un diverso può essere. Wall-e è la scintilla che innesca un big bang di eventi che ci porteranno a commuoverci, ad arrabbiarci con noi stessi e a commuoverci di nuovo, Wall-e è tutto questo ma anche molto di più, è una danza tra le stelle, un bacio, una corsa a perdifiato e una mano che ne stringe un'altra, Wall-e è la speranza, la necessità di amare e il bisogno di credere che abbiamo tutti anche se lo abbiamo dimenticato. Wall-e è lì per ricordarcelo.
MASTERPIECE.
IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
La danza di Eve e Wall-e tra le stelle, un balletto d'amore difficile da dimenticare.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Ma è muto, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Ma è muto, 3
Se avete da 20 a 30 anni: Ma è muto, 5
Se avete da 30 a 40 anni: E' un capolavoro muto, 9
Se avete da 40 anni in su: Anche tu senti basso basso?, 6
WALL-E (Usa 2008)
Regia di Andrew Stanton
Trailer italino di Wall-e
http://it.youtube.com/watch?v=pWp9J6RVp48
Trailer originale di Wall-e
http://it.youtube.com/watch?v=mC86heBo0d4
Etichette:
Masterpiece
LA MUMMIA, LA TOMBA DELL'IMPERATORE DRAGONE: Piacevolmente onesto
Ma come si fa a parlare male di questo film. Cioè l'elegante critico di turno è uscito di casa una sera determinato come pompiere, aspettandosi di vedere un bel film sul significato della vita e sulla leggerezza dell'essere. La pellicola in questione porta il criptico titolo La mummia, la tomba dell'imperatore dragone... Il nostro paludato critico ancora non sospettando nulla si accomoda in poltrona e attende il buio in sala. Ma qualcosa succede, dopo i primi fotogrammi infatti inizia a pensare che dietro a quel titolo così chiassoso si nasconda un film baraccone buono solo a divertire bambini e adulti poco cresciuti. Indignato esce dalla sala, va a casa, accende il pc e scrive una critica acida e spietata che descrive il film appena visto come uno dei peggiori rifiuti organici che la corrotta industria di Hollywood abbia mai sfornato. Ma dico io, che cavolo si aspetta certa gente da una pellicola con un titolo simile? Come si fa a stroncare questi film? E' chiaro che si tratta di baracconate buone solo per deliziare i palati meno esigenti e tutti quelli che hanno voglia di farsi un sano giro sulle montagne russe. Perchè prendersela con La mummia, che alla fine piaccia o no fa il suo sporco lavoro divertendo grandi e piccini per un'ora e mezza abbondante. Ci sono azione, umorismo, combattimenti, un cattivone, maledizioni, mostri zannuti, insomma tutto quello che fa la gioia di coloro che decidono di perdere un'ora e mezza abbondante per vedere un film della serie La mummia. Personalmente sono tornato bambino quando mi beavo davanti alla meraviglia suscitata dai Predatori dell'arca perduta, certo una parte di me era assolutamente conscia di assistere ad una vaccata, ma che ci posso fare la meraviglia ha avuto il sopravvento, facendo tacere la mia voce adulta e critica. Concludendo se riesci a non annoiarmi per l'intera durata del tuo film e soprattutto se riesci ad emozionarmi, allora per quel che mi riguarda hai fatto bene il tuo mestiere e il cinema ha vinto. Il cinema, non scordiamolo mai è prima di tutto emozione e meraviglia. Concludendo La mummia... è una vaccata, ma una vaccata estremamente divertente e tanto basta.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Lo scontro a Shangri-La, quando arrivano gli uomini delle nevi chi si fa un minimo coinvolgere ha veramente l'occasione di tornare bambino.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Bellissimissimo, 10
Se avete da 13 a 20 anni: Bello un bel pò, 8
Se avete da 20 a 30 anni: Carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni: La solita americanata, 4
Se avete da 40 anni in su: Non guardo film che hanno la parola tomba nel titolo, 4
LA MUMMIA, LA TOMBA DELL?IMPERATORE DRAGONE (The Mummy, tomb of the dragon emperor, Usa 2008)
Regia di Rob Cohen
Con brendan Fraiser, Jet Li, Maria Bello.
Trailer italiano de La Mummia...
http://it.youtube.com/watch?v=McJAmOzI_8I
Trailer originale di The Mummy....
http://it.youtube.com/watch?v=RNAZKAD8n_M
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Avventura
MAMMA MIA !: You can dance....
You can dance
You can jive
Having the time of your life
Ooh, see that girl,
watch that scene.
Dig in the dancing queen...
Potrei anche non scrivere altro, ma non sarebbe giusto nei confronti di un film che mi ha divertito come pochi altri ultimamente (e parlo di anni). Ragazzi che bello il musical, una delle forme d'arte che trovo più complete e complesse, si balla, si recita, si canta...difficilissimo e bellissimo. Mamma Mia! dopo aver mietuto 10 anni di successi a Broadway e non solo, arriva anche sullo schermo e conquista occhi, cuore e orecchie. L'idea di un musical fatto con le canzoni degli Abba è sublime e rappresenta quanto di più vitale, allegro, travolgente e trascinante si sia visto di recente, impossibile stare fermi sulla poltrona mentre Meryl Streep e le sue amiche cantano Dancing Queen, impossibile non farsi trascinare in una danza sfrenata nel rutilante finale, impossibile scindere le emozioni dall'effettivo valore della pellicola. La storia è semplicissima e ad interpretarla c'è un cast da far tremar le gambe, gli uomini ne escono francamente massacrati, Pierce Brosnan è l'unico che ci prova ma niente da fare, la regina, lady oscar, Maryl Streep se lo divora ad ogni sequenza, piallandolo e asfaltandolo con una classe ed un talento che sembrano non avere fine. Julie Walters e Christine Baranski sono perfette el ruolo delle vecchie amiche della Streep, Amanda Seyfried è una promessa sposa brava e convincente, ma a farla da padrone sono le coreografie, coinvolgenti, ricche e sempre divertenti. Il film è tutto qui, un'ora e quaranta minuti di svago, vacanza, spensieratezza e gioia pura, capace di deliziare il cuore di chi saprà ascoltare. Forse l'inizio di questa recensione rappresenta lo spirito della pellicola, il simbolo di qualcosa che non c'è più ma che per quei minuti ritorna forte e impellente, la voglia di decrescere, di tornare al tempo in cui...
Night is young and the music's high
With a bit of rock music Everything is fine
You're in the mood for a dance
And when you get the chance
You are the dancing queen
Young and sweet, only seventeen
Dancing queen
Feel the beat from the tambourine
You can dance
You can jive
Having the time of your life
Ooh, see that girl,
watch that scene
Dig in the dancing queen
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Dancing Queen su tutti, ma anche il finale bellissimo e da applausi.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Alla mia mamma è piaciuto tanto, 6
Se avete da 13 a 20 anni: Il musical non mi piace, 4
Se avete da 20 a 30 anni: Sei sicura di voler vedere proprio questo, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Fantastico che tempi quei tempi, 8
Se avete da 40 anni in su: Fantastico che tempi i miei tempi, 8
MAMMA MIA! (Usa 2008)
Regia di Phyllida lloyd
Con Meryl Streep, Julie Walters, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgard,
Christine Baranski, Amanda Seyfried
Trailer italiano di Mamma mia!
http://it.youtube.com/watch?v=EAf1a3aXEN0
Trailer originale di Mamma mia!
http://it.youtube.com/watch?v=FKx_14vJNZg
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Musical
RIFLESSI DI PAURA: Come al solito il titolo italiano è proprio bello
Partiamo da qui, cioè facciamo una piccola riflessione sul titolo. Perchè il semplice e bello Mirrors, una volta sbarcato nella terra della pizza diventa Riflessi di paura? Io personalmente pagherei per conoscere la mente geniale che sta dietro alle traduzioni dei titoli italiani. Il dubbio sulla sanità mentale di questi individui viene quando un film chiamato Home alone, diventa Mamma ho perso l'aereo, la certezza si concretizza quando il perfetto Eternal sunshine of a spotless mind, diventa l'orrendo Se mi lasci ti cancello e via stuprando titoli a più non posso. Evviva i titoli originali. Chiusa parentesi, veniamo al film. Diciamo subito che in una ideale scala di gradimento horror, questa pellicola potrebbe totalizzare un onesto punteggio di 6, come film in valore assoluto invece totalizzerebbe un ben magro 4. la dicrepanza sta in quello che ci aspettiamo, ovvero Mirrors è un filmetto piuttosto telefonato ed è impossibile non prevederne lo svolgimento, ma se questo è vero da un punto di vista oggettivo, bisogna anche dire che l'appassionato troverà un paio di sequenze che sicuramente si faranno ricordare per la loro innegabile efficacia. Mi riferisco al finalone nella casa della moglie del protagonista (l'idea dell'acqua è veramente ben sfruttata) e soprattutto alla morte della sorella del nostro, una sequenza disturbante che va a toccare un nervo scoperto, facendo rimanere lo spettatore letteralmente a bocca aperta. Il resto, quasi tutto, è semplice affastellamento di effetti buh! (quel tipo di strategia per cui alzando il livello della musica e giocando di primi piani improvvisamente si fa buh! allo spettatore, sperando che salti sulla sedia), peccato constatare che il regista Alexander Aja si sia decisamente troppo ripulito, il suo Alta tensione anche se era zeppo di difetti era quel tipo di film che non si dimentica, lo steso dicasi per Le colline hanno gli occhi. Sembra che il nostro una volta "fatti i soldi" si sia adagiato e abbia tirato il freno a mano, un vero peccato. Dispiace anche constatare che Kiefer Sutherland fuori dal ruolo di Jack Bauer che lo ha reso celebre nella serie 24, sa fare solo Jack Bauer, magari solo un pò più schizzato.
Insomma a parte la fotografia impeccabile, la colonna sonora giusta, un paio di zompi sulla sedia da manuale e la succitata scena da "bocca aperta", Riflessi di paura è un'esperienza deludente che arriva alla sua degna e scontata conclusione arrancando e scadendo nel pre-finale in un'improbabile scontro eroe vs mostro che suscita un imbarazzato sorriso nello spettatore.
Lasciate perdere e andate a recuperarvi gli altri film di Aja, tutt'altra pasta, tutt'altro horror.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Su tutte la morte della sorella del protagonsita (Amy Smart), pazzesca, allucinante, disturbante, non la dimenticherete tanto facilmente.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni: Fighissimo, 7
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Niente di nuovo, 5
Se avete da 40 anni in su: Credevo fosse un thriller, 4
RIFLESSI DI PAURA (Mirrors, Usa 2008)
Regia di Alexander Aja
Con Kiefer Sutherland, Amy Smart, Paula Patton.
Trailer italiano di Riflessi di paura
http://it.youtube.com/watch?v=0IlNFzOZKlg
Trailer originale di Mirrors
http://it.youtube.com/watch?v=O92QxxgeCO8
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Horror
NON PENSARCI: Quello che il cinema italiano sa fare meglio
Vedere Non pensarci da una bella sensazione. Una sensazione maturata in una pigra domenica pomeriggio di inizio autunno. Una sensazione familiare, piacevole, confortevole. Forse troppo. Non pensarci è una coomedia semplice semplice con spruzzatine di dramma che si manda giù in un fiato e che tratta di un ritorno a casa. I protagonisti sono tutti simpatici e perfetti, le musiche azzeccate, la sceneggiatura frizzante e la regia puntuale e senza sbavature. Eppure il mio senso di ragno pizzica. Avessi visto questo film due settimane fa probabilmente non avrei mai scritto queste parole ma purtroppo non posso far a meno di prescindere da quello che mi è accaduto un paio di settimane orsono. Circa 15 giorni fa ho visto Gomorra di Matteo Garrone e ho iniziato a guardare il cinema italiano con altri occhi. Voglio dire che a fare un film come Non pensarci sono buoni tutti e a dir la verità è esattamente il tipo di pellicola che si fa in Italia. Siamo letteralmente inondati da questi film, da commedie divertenti dolci amare che fanno riflettere e divertire dando una sensazione di piacevole stordimento allo spettatore. Non pensarci (mai titolo fu più azzeccato da questo punto di vista) è paragonabile ad una droga leggera buona per ottenebrare e narcotizzare le menti, intorpidire i sensi e il ragionamento, buona per indurre a pensare che al massimo dovremmo preoccuparci di recuperare un pò di fiducia, di autostima, di amore e che poi comunque tutto si aggiusterà. Intanto i problemi veri restano fuori dalla porta e diventa sempre più difficile vederli trattare in una sala cinematografica. Per quel che mi riguarda Gomorra ha squarciato un velo e mi dispiace che il primo a farne le spese sia stato proprio Non pensarci che alla fine è un film davvero carino, però quel film mi ha costretto a guardare in faccia problemi più grandi della fine di un matrimonio, della perdita della fiducia nel mondo, della ricerca della felicità. Mi sono accorto con dolore ed orrore che il cinema italiano ha scelto di ritrarre solo un certo tipo di realtà, ha dimenticato la lezione di Pasolini, Rosi, Petri, Ferreri, Montaldo, Scola e ha deciso di nascondere la testa sotto la sabbia. Di una cosa sono però abbastanza sicuro, credo che con Gomorra i conti li dovrà prima o poi fare e forse un nuovo cinema sta sorgendo. Io ho fiducia. Il re è morto, viva il re.
IL MOMENTO CHE VALE IL FILM
Il bel finale, sospeso ma non troppo, amaro ma non troppo, già visto ma non troppo.
VOTOSe avete da 00 a 13 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Carino, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Troppo carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Bello, 8
Se avete da 40 anni in su: Bello, 8
NON PENSARCI (Italia 2008)
Regia di Gianni Zanasi
Con Valerio Mastandrea, Anita caprioli, Giuseppe Battiston.
Trailer di Non pensarci
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Commedia
THE ROCKER: Perchè no
Ci sono film che hanno qualcosa di strano e inafferrabile. Ci sono film che pur essendo telefonati dall'inizio alla fine, pur facendo leva su tutti i luoghi comuni possibili ed immaginabili, hanno il dono di sorprendere piacevolmente lo spettatore. Questa alchimia benedice anche The Rocker commedia semplice semplice a base di rock & roll, un'alchimia che forse ha come matrice proprio la musica che vuole raccontare. La musica quindi come veicolo di emozioni per raccontare una storia già sentita e risentita, la musica come mezzo per arrivare dritti all'anima di chi ascolta e vede, la musica come tramite come protagonista e colonna sonora delle nostre giornate, delle nostre vite. The Rocker non è un grande film e non è neppure oroginale, ma i suoi protagonisti appaiono sinceri quanto basta per farci credere al sogno. La pecoreccia volgarità che di solito affossa questo tipo di prodotti dedicati ai giovani, è qui totalmente assente a favore di uno spettacolo onesto e senza scorciatoie. Il grande merito di The Rocker è quello di non barare, ti porta dritto dove deve andare ma senza sotterfugi, senza scorciatoie, senza fingere di essere politicamente scorretto come altri prodotti di questo genere. Per questo dobbiamo certo ringraziare la regia di Peter Cattaneo già regista di Full Monty, che dona sobrietà e cristallina partecipazione alla pellicola. Su di uno schermo sempre più affollato da bolse commedie mascherate da rivoluzionari tentativi di divertire cospicue masse di spettatori, The Rocker si presenta nudo come il batterista di cui narra le gesta, indifeso e onesto, lineare e bello nella sua banalità. Merce rara di questi tempi, rara e per questo sempre più preziosa.
Consigliato e dedicato a tutti gli spettatori che ancora non hanno perduto la voglia di sognare un cinema di commedie piacevoli e nulla più.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Tante in realtà e tutte divertenti, ma credo che il podio spetti al finale, semplicissimo e carico di una banalità ingenua e commovente.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Papà perchè piangi, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Credevo facesse più ridere , 6
Se avete da 20 a 30 anni: Carino, 7
Se avete da 30 a 40 anni: Dovevo continuare a studiare pianoforte, 8
Se avete da 40 anni in su: Bella colona sonora, 6
THE ROCKER (Usa 2008)
Regia di Peter Cattaneo
Con Rainn Wilson, Teddy Geiger, Josh Gadd, Christina Applegate.
Trailer italiano di The Rocker
http://it.youtube.com/watch?v=geLSkSZCsBk
Trailer originale di the Rocker
http://it.youtube.com/watch?v=VZhmvFCk6rE
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Commedia
UN GIORNO SENZA MESSICANI: Geniale follia
Cosa accadrebbe se un bel giorno tutti i messicani scomparissero come per magia dallo stato della California? E' questo l'interrogativo a cui tenta di rispondere l'insolito film di Arau. Uscito solo in dvd e alla chetichella questa docu-fiction dall'indubbio valore si fa notare per l'originalità con cui affronta un tema attualissimo e alla fine comune a molte società. Se in California ci sono i messicani in Italia ci sono gli albanesi e i magrebini, i senegalesi e i cinesi. Ovunque la paura del diverso fa nascere in molte persone un atavico desiderio di isolarsi in comunità sigillate e anti intrusione, il semplice aggirarsi per le strade di individui dalla carnagione differentemente pigmentata crea il panico in alcuni e domande inquietanti in altri (quanto ci costano? cosa fanno? perchè non se ne vanno?). La pellicola di Arau risponde e bene a tutte queste domande che potremmo bonariamente definire sciocchine, quello che ne salta fuori è una verità di certo non sorprendente anzi palesata ormai da tempo agli occhi di chi ha un minimo di discernimento: i messicani sono la spina dorsale su cui si basa l'economia della California. Generalizzando, le etnie più deboli e povere sono quelle su cui quelle ricche e potenti costruiscono il loro potere e la loro ricchezza. Parcheggiatori, commessi, camerieri, spazzini, giardinieri, raccoglitori di frutta, operai, babysitter, tutti lavori umili e indispensabili svolti dagli umili e dagli indispensabili messicani, cinesi, magrebini, albanesi di questo mondo. Tornando ai nostri messicani, capite anche voi che teorizzare in un film che questa forza lavoro un bel giorno scompaia nel nulla lasciando a svolgere i loro compiti i basiti autoctoni crea un bel cortocircuito culturale. Il colpo di genio del film sta nel non prendersi troppo sul serio, infatti non ci troviamo al cospetto di un dramma ma di una commedia a tratti esilarante. Vedere gli scienziati che si interrogano sulla scomparsa dei companeros o assistere alle innumerevoli veglie organizzate per implorarne il ritorno, non solo fa sorridere ma a tratti fa davvero sbellicare. A questo tono scanzonato si affiancano dati reali sullo stato delle cose, sull'impiego della manodopera, sui salari e sul costo dell'assistenza sanitaria. Se avete un'ora e mezza da impiegare, date un'occhiata a Un giorno senza messicani, forse lo troverete sconclusionato, forse lo troverete folle e povero di mezzi, ma sono sicuro che se saprete apprezzarne le intenzioni allora non solo vi divertirete ma addirittura riuscirete a perdonargli limiti e difetti. In mezzo alle innumerevoli trovate affastellate dal regista si staglia un uomo, un barbone, un pazzo che borbotta in modo incomprensibile una frase: "loro (i messicani) erano gli unici che ancora credevano al sogno americano, gli unici che speravano di poter ancora cambiare la propria vita venendo a vivere in un posto migliore...." Fa riflettere.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale meraviglioso in cui le guardie di frontiera festeggiano il ritorno dei messicani. Geniale.
VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Lasciate perdere, 4
Se avete da 13 a 20 anni: Non fa ridere, 5
Se avete da 20 a 30 anni: Mica male, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Bello, 7
Se avete da 40 anni in su: Bello, 7
Un giorno senza messicani (A day without a mexican, Usa/Mexico 2004)
Regia di Sergio Arau
Con John Getz, Maureen Flannigan, Yareli Arizmendi.
Trailer originale di Un giorno senza messicani
http://it.youtube.com/watch?v=P8t8DCSP020
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