STATE OF PLAY: Tutto bene tranne la fine


Winnie the Pooh direbbe: Ooooh rabbia. Peccato che questo State of play non rimanga fedele a se stesso fino in fondo, svaccando nel thriller più becero negli ultimi 5 minuti. Un vero peccato, perchè per la prima ora e 55, non solo assistiamo ad una grande inchiesta giornalistica, volta a smascherare quello che c'è di marcio sotto il sole, ma il tutto è raccontato con grandissimo senso dello spettacolo e del ritmo. Le interpretazioni degli attori sono un valore aggiunto e la vicenda si avvia spedita verso una degna conclusione, però... SEGUE SPOILER quella che sembra essere un'inchiesta cazzutissima sulla gestione della guerra negli Stati Uniti, si trasforma in un baleno nell'atto cosciente di un imbecille. FINE SPOILER Quello che resta sono un pugno di dialoghi felici, almeno un paio di sequenze memorabili, un bravo Russel Crowe dal capello ribelle, una grandissima Helen Mirren, un imbambolato (come al solito) Ben Affleck e l'ultima sequenza, che accompagna degnamente i titoli di coda. La sequenza in questione mostra la stesura di un quotidiano, dall'impaginazione fino alla stampa. Nell'epoca di internet e della tv sul cellulare, ha qualcosa di arcano e magico vedere la nascita di un quotidiano, un gusto antico, dimenticato e prezioso, che culmina nella creazione di qualcosa che possiamo toccare ed annusare. Una bellissima chiosa un pò retrò, in un mondo dominato dalla fibra ottica e dall'immagine. Bello, peccato per quel finaletto appiccicato con lo sputo.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
I titoli di coda, di cui abbiamo già diffusamente parlato.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Dai 12 anni, 7
Se avete da 13 a 20 anni:
Bello, 8
Se avete da 20 a 30 anni:
Bello, 7
Se avete da 30 a 40 anni:
Non male, 6
Se avete da 40 anni in su:
Non male, 6

State of play (Usa 2009)
Regia di Kevin Macdonald
Con Russel Crowe, Ben Affleck, Helen Mirren

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