IMAGO MORTIS: De profundis


Se da un lato il cinema italiano da (l'appena criticato Solo un padre), dall'altra il cinema italiano toglie. Impossibile difendere un pasticcio come Imago mortis, raramente un film è risultato essere così sballato e fuori fuoco. In breve la sconclusionata trama: in una scuola di cinema sperduta in mezzo ai boschi (?) uno studente è perseguitato da visioni di un giovane con la testa spaccata, il mistero si infittisce quando il protagonista rinviene in una grotta un tanatoscopio (????) oggetto creato da un certo Fumagalli (???????????) per poter fotografare l'ultima immagine impressa sulla retina di coloro che muoiono... Una cazzata, direte voi ed avete assolutamente ragione! L'ambientazione è delirante, la trama è un pretesto per terrorizzare chi è a caccia di spaventi da recita parrocchiale e gli interpreti si aggirano per la pellicola affetti da un irritante compiacimento. Il demerito più grande di Imago mortis, risiede però nel saper anestetizzare anche lo spettatore più euforico, abbandonandolo in un pietoso stato di semincoscienza, generato dall' onnipresente noia che ammanta tutto e tutti. Se infatti certe ingenuità si riescono a perdonare, quello che risulta impossibile da mandare giù, sono le lunghe e lente camminate ad effetto nei corridoi della scuola, i pistolotti sulla tanatologia e più di ogni altra cosa, l'imbarazzante finale stile Scooby-doo. Se il futuro del cinema di genere italiano è affidato a pellicole come questa, stiamo freschi.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Il finale idiota alla Sccoby-doo è davvero ridicolo.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: No!, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Noioso, 4
Se avete da 20 a 30 anni:
Noioso, 4
Se avete da 30 a 40 anni:
Bolso e noioso, 3
Se avete da 40 anni in su:
No!, n.c.


Imago mortis (italia/Spagna 2008)
Regia di Stefano Bessoni
Con Alberto Amarilla, Alex Angulo

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