SETTIMO CIELO: Era necessario?


Lei è sposata ma ormai non prova più nulla per lui se non affetto e consuetudine. Incontra l'altro e scopano come ricci, ovunque e comunque. Il marito scopre tutto. Lei dovrà fare una dolorosa scelta. L'amore e soprattutto il sesso trionferanno su tutto. Tutto bene direte voi, solita love story all'americana, vista e rivista 1000 volte, un pò di sesso patinato e dialoghi da bacio Perugina. Invece no. Intanto qui il sesso non è affatto patinato, ma duro e puro, palesato senza sconti, non risparmiando nulla, nudi frontali e masturbazioni comprese. In secondo luogo i protagonisti di questa storia hanno tutti più di 60 anni. Lo ripeto, hanno tutti più di 60 anni. Ora senza nulla togliere alla sana boccata di realismo e schiettezza che il film porta nelle pupille di che guarda, mi chiedo: Era necessario? Mi spiego. Non sono un bacchettone e so benissimo che la gente fa sesso fino alla tomba, ma c'è bisogno di mostrarlo con tanta impudica esibizione ed irritante spavalderia? Non lo trovo provocatorio, ma forzato, non innovativo ma spocchioso. Senza voler censurare nessuno, non discuto il messaggio, ma l'insistenza di certe scelte di sceneggiature che spesso e per lunghi minuti riempiono lo schermo solo della flaccida carne dei protagonisti. Sicuramente qualcuno vi parlerà di lirismo della realtà, ma siamo onesti e non nascondiamoci dietro ad un dito, a quanti piacerebbe vedere una 65enne fare sesso con un 75enne? Il realismo è un'ottima cosa, ma bisogna anche costruire una trama degna di questo nome, dei dialoghi interessanti. A quanti sdegnati difenderanno a spada tratta questa realtà senza veli, chiedo cosa dovremmo fare nei film che parlano di pedofilia. Francamente irritante.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
La prima volta che i due protagonisti fanno sesso.

VOTO
Se avete da00 a 13 anni: Vietatissimo, n.c.
Se avete da 13 a 20 anni:
Vietatissimo, n.c.
Se avete da 20 a 30 anni:
Orribile, 4
Se avete da 30 a 40 anni:
Irritante, 5
Se avete da 40 anni in su:
Dipende, 3/8

Settimo cielo (Germania 2008)
Regia di Andreas Dresen
Con Ursula Werner, Horst Rehberg

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