TERMINATOR SALVATION: Le derive del cinema d'intrattenimento e le faccende domestiche


Da mesi faceva bella mostra di se sul mio scaffale il bluray di Terminator Salvation. Oggi, considerato l'umore buono e la giornata bigia, ho deciso di rompere gli indugi e dare possibilità alla pellicola in questione di stupirmi. Dopo un breve prologo il film comincia e io spettatore smaliziato so già cosa aspettarmi da un titolo della franchise Terminator. Distruzione, i soliti robot di varie misure, le solite chiacchere, il solito John Connor, il solito sacrificio finale. La minestra è sempre la stessa, ad ogni film si mischiano un pò gli ingredienti ma il sapore non cambia mai. Anche Mc G (responsabile di quella porcata di Charlie's Angels) da par suo, rinuncia ad aggiungere sapori diversi e serve allo spettatore la stessa minestra di sempre. Il fatto è che Terminator Salvation è talmente uguale agli altri film della serie, che si può tranquillamente inserire il pilota automatico e dedicarsi ad altro. Così per esempio ho fatto io e dopo un'ora di assonnata visione ho cominciato a svuotare la lavastoviglie. A parte il garantirvi che ho potuto continuare a seguire il film anche senza vederlo, la storia finale compreso è sempre quella, devo dire che questo fatto mi ha portato a riflettere sul cinema di intrattenimento e sulla deriva che lo riguarda da vicino. Nessuno qui pretende di assistere a capolavori (anche se sarebbe bello una volta tanto), ma perlomeno potrebbe essere interessante far andare di pari passo gli effetti speciali (decisamente strabilianti rispetto ad anni fa) con la sceneggiatura (decisamente d'accatto rispetto ad anni fa). Sembra che il cinema di intrattenimento proceda per accumulo di effetti ed esplosioni, cercando così di far dimenticare le macroscopiche lacune di scrittura che pesantemente lo affliggono. Personaggi colpevolmente tagliati con l'accetta, caratteri appena abbozzati, spunti distrattamente lasciati in sospeso e non sviluppati. Terminator Salvation è un esempio (ma non è l'unico) di questo malato modo di fare cinema, l'eclatante manifesto di un'industria che ormai ripete se stessa, con ben poche eccezioni, pervicacemente determinata a sfruttare fino all'esaurimento qualsiasi buona idea, pronta a saccheggiare il mondo dei fumetti e delle serie tv senza ormai alcun ritegno, incastrata in un diabolico loop fatto di sequel inutili e remake deficienti. Un'industria che sta cambiando e che per come l'abbiamo conosciuta sta lentamente morendo. TERMINATOR DOOMSDAY

P.S. In attesa di vedere cosa inventeranno nel prosimo film. Forse Skynet deciderà di mandare un Terminator indietro nel tempo per uccidere la mamma di Sarah Connor, cioè la nonna di John Connor.

LA TRAMA IN DUE PAROLE
C'è John Connor, la resistenza e i Terminator. Bum, Bang, Crash. Fine.

LA SCENA CHE VALE IL FILM
Nessuna scena è degna di essere ricordata.

L'ANGOLO DELL'INTRIGANTE NOZIONISMO
Sam Wothington è nelle sale con Avatar e presto lo vedremo nel remake di Scontro doi titani. Christian Bale è uno degli attori più bravi di questo momento storico. Avendo cominciato a fare cinema giovanissimo (era protagonista nel bellissimo L'impero del sole di Spielberg) si è recentemente imposto all'attenzione del pubblico grazie a film come L'uomo senza sonno (francamente sopravvalutato), The prestige (decisamente bello), Nemico pubblico (meraviglioso ultimo film di Michael Mann) e gli ultimi due Batman (di cui il secondo è un capolavoro) diretti da Christopher Nolan.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Fantastico, 9
Se avete da 13 a 20 anni: Bello, 7

Se avete da 20 a 30 anni: Carino, 6
Se avete da 30 a 40 anni: Solita zuppa, 5

Se avete da 40 anni in su: Tempo perso, 4

Terminator Salvation (Usa 2009)
Regia di Mc G
Con Christian Bale, Sam Worthington



1 commento:

Alberto ha detto...

Non ho visto Terminator Salvation ma concordo con la sua descrizione della "deriva" che sta vivendo il cinema di intrattenimento e devo dire che - purtroppo - si tratta dello stesso male che affligge il tanto decantato "Avatar", su cui attendiamo la sua opinione.